martedì 26 agosto 2014

Sudamericanizzazione


La crisi sta mordendo sempre più, ed ora attacca anche il centro dell'Europa.

"La scorsa settimana giusto per trovare un colpevole alla difficilissima situazione dell’economia tedesca, Angela Merkel non ha trovato di meglio che scaricare le proprie responsabilità su Italia e Francia in quel di Lindau e ovviamente sull’incapacità della teoria economica di prevedere le crisi
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Tageszeitung osserva che la tendenza è ancora peggio di quanto appaia perché su questo trimestre, e non era mai successo, la Germania aveva ottemperato alla direttiva europea che impone di calcolare nel Pil anche i rilevamenti «illegali» sul mercato della prostituzione, su quello delle droghe e sul lavoro nero."
(icebergfinanza.finanza.com)

Probabilmente se l'euro non salterà, se la Bce in qualche modo riuscirà a tenere incollati tutti i pezzi, ben presto la miseria attraverserà l'Europa da nord a sud e da est ad ovest. La Bce potrebbe fare quanto ha fatto fin'ora: il minimo indispensabile per mantenere in vita l'euro, ma senza fare nulla per dare quella scossa economica necessaria a ridare crescita vera alla zona euro.

L'obiettivo dei centri finanziari mondiali del resto non è creare benessere per tutti, ma conservare il più possibile il proprio e i propri privilegi. Si va verso la "sudamericanizzazione" delle società europee. Quel tipo di società che probabilmente in sud America sta lentamente scomparendo, ma che negli anni '50 fino ai ''70 vedeva il potere nelle mani di pochi privilegiati e gran parte della popolazione sfruttata e in miseria nera. Le élite sud americane si servivano generalmente di qualche dittatorello, di qualche generallissimo che guidando l'esercito come una super polizia, impediva alle popolazioni poverissime e prive di diritti di ribellarsi.

Malgrado la cosa faccia ribrezzo, oggi c'è persino chi teorizza una società oligarchica neomedievale di quel tipo, senza nemmeno vergognarsene o trovare alcunché di sbagliato nelle sue argomentazioni. Dove sono gli intellettuali, quelli veri, quelli pronti a mandare a quel paese e denigrare simili elementi?

"Gli esperti dei think-tank stanno chiedendo all'Unione europea che si prepari a combattere scioperi e proteste sociali con la forza militare. A causa dell' aggravarsi delle disuguaglianze sociali provocate da una economia globalizzata e dai crescenti conflitti militari all'interno delle frontiere della UE, questo tipo di manifestazioni inevitabilmente dovranno aumentare.

C'è stato uno studio dell'Istituto per la Sicurezza dell'Unione Europea, in cui gli autori, senza mezzi termini, affermano che di fronte a questi sviluppi, l'esercito dovrà essere utilizzato sempre più per compiti di polizia in modo da poter proteggere i ricchi dalla collera dei poveri.
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"Nel quadro coordinato delle politiche di sicurezza, si stanno fondendo le responsabilità delle forze di polizia con quelle delle forze armate, e si stanno creando delle capacità comuni per affrontare le proteste sociali " La stazione radio Deutschlandfunk ha parlato di questo studio lo scorso mese.
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ai sensi dell'articolo 222 del Trattato di Lisbona, esiste una base giuridica, creata appositamente per il dispiegamento di unità militari e paramilitari all'interno di Stati membri della UE , in crisi." 

Il trattato è stato scritto da un gruppo di docenti universitari ed esperti nel settore della sicurezza europea
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In parole povere, il principale "problema per la sicurezza" nel economia mondiale globalizzata è la lotta di classe.
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Nella parte superiore ci sono le multinazionali, il "Fortune Global 1000", o le 1.000 aziende che incassano la maggior parte del fatturato del mondo. Ha calcolato che tutte insieme, queste multinazionali rappresentino in percentuale il 0,001% della popolazione, cioè quasi 7 milioni di persone ... tra loro e la grande massa delle centinaia di milioni di persone della popolazione mondiale che muore di fame esiste una enorme distanza.
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appare evidente che - saranno inevitabili conflitti sociali, economici e politici che scaturiranno da questa disuguaglianza 
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Con la crisi finanziaria, lo Stato aveva già fatto la sua parte per entrare in "simbiosi" ed aveva fatto pagare alla popolazione i debiti delle banche, infatti le condizioni di vita della classe operaia sono state attaccate e compresse. 

Come conseguenza di questi attacchi contro i fondamentali diritti sociali della classe operaia, secondo Ries, si svilupperanno inevitabilmente dei conflitti sociali che colpiranno importanti aree delle infrastrutture. 

Ries ha fatto anche qualche esempio sul tipo di lotte operaie che intendeva dire : uno sciopero dei netturbini a Napoli, in Italia, uno sciopero dei vigili del fuoco a Liverpool, in Inghilterra, e dei controllori del traffico aereo negli Stati Uniti.
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I ricchi dovevano essere protetti dai poveri - ha spiegato il professore-. Dal momento che "la percentuale della popolazione povera e frustrata dovrà continuare ad essere molto elevata, le tensioni tra questo mondo e il mondo dei ricchi è destinata ad aumentare
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"difetti funzionali", Ries intende le conseguenze sociali del sistema di profitto globale, come anche le guerre che servono per garantire la funzionalità del sistema. Ma queste sono solo due delle componenti fondamentali del sistema capitalistico, che obbligano un numero sempre maggiore di persone alla povertà o a dover scappare dal proprio paese e diventare dei rifugiati. Il sistema di proteggere i ricchi dai poveri è descritto da Ries come una "strategia dei perdenti", cioè una strategia contro i perdenti del sistema.
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Ries con le sue osservazioni riassume la visione sociale di tutta la classe dirigente, disposta a tutto pur di difendere i propri privilegi e le ricchezze contro l'opposizione del resto della popolazione. 

Ries non propone solo un regime militare europeo per reprimere gli scioperi, ma anche un rafforzamento massiccio dei singoli Stati membri dell'UE. Entro il 2020, al più tardi, la UE dovrà espandere significativamente le proprie capacità militari, per arrivare a disporre di tutto lo spettro delle capacità necessarie per affrontare combattimenti-ad-alta-intensità.

Secondo Ries, la pace tra le grandi potenze "dipende interamente e completamente dal funzionamento dell'economia mondiale. .... Se il sistema dovesse rompersi, anche il tranquillo ordine politico andrebbe distrutto.""
(www.comedonchisciotte.org)

E quindi, aggiungo, nei periodi di crisi una bella guerra (possibilmente mondiale) distoglie i poveri dalle loro recriminazioni sociali, anzi propria li elimina trasformandoli in "carne da cannone"...

Non siamo ancora a questo livello, e mi chiedo se gli italiani, noti per il loro antimilitarismo, potranno tollerare di vivere in futuro in una società del genere. Ma probabilmente la risposta è affermativa, poiché i cambiamenti a cui stiamo assistendo avvengono appositamente in lunghi periodi, adottando la tecnica della rana bollita, che prima di morire ha tutto il tempo per "acclimatarsi" alla nuova situazione "ambientale".

Comunque ieri ho avuto l'ennesima conferma che non viviamo più in vecchie o moderne democrazie, se è vero che nemmeno più nella più antica democrazia moderna europea, la Francia, non è permesso criticare il nuovo padrone tedesco. Il ministro dell'economia si è ribellato e Hollande ha preso provvedimenti da buon "Maresciallo Petain 2.0" sotto occupazione nazista licenziandolo:

"Valls ha gia' presentato al Capo dello stato le dimissioni dei ministri del suo governo, dopo i ripetuti attacchi del ministro dell'Economia Arnaud Montebourg
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Arnaud Montebourg, nel fine settimana aveva usato parole durissime contro l’austerità imposta dalla Germania. «Bisogna alzare i toni», aveva avvertito, precisando: «Quando dico Germania, parlo della destra tedesca che sostiene Angela Merkel. La Francia non ha alcuna intenzione di allinearsi agli assiomi ideologici della destra tedesca». E anche «la Bce», aveva aggiunto, «deve cambiare marcia e mettersi a fare quello che fanno tutte le banche centrali del mondo, in particolare quelle dei paesi che hanno saputo far ripartire la loro crescita». L’obiettivo è «provocare un elettroshock nella zona dell’euro». Per uscire dalla recessione, aveva sottolineato Montebourg, l’Europa dovrebbe seguire l’esempio di Matteo Renzi in Italia. "
(www.wallstreetitalia.com)

Tralascerei la parte su Renzi, evidentemente anche Montebourg è stato fregato dalla parlantina sciolta del fiorentino, non sa che anche Renzi finge di battere i pugni sul tavolo. Al massimo si limita ad elemosinare qualche briciola di elasticità dello zero-virgola dalla Merkel.

Non siamo ancora alla "sudamericanizzazione" ma ci stiamo avviando velocemente di questo passo. Neppure un ministro della Repubblica Francese può permettersi di criticare le attuali politiche economiche del padrone d'Europa. Il quale ha fatto fino adesso il bello ed il cattivo tempo in quei paesi ritenuti inferiori come l'Italia, dove ha provveduto a cambiare tre governi in tre anni. E ne farà costituire un quarto quando si stuferà di Renzi, e non lo riterrà più utile ai suoi piani di egemonia europea.

Nessuno può mettere in dubbio il IV Reich, persino Draghi è tenuto sulla graticola. E poi ci dicono che la Bce è stata costituita così perché deve decidere in modo indipendente dai governi.

"Dopo il discorso a Jackson Hole di Mario Draghi, oggi arriva la conferma che ai tedeschi non importa nulla del gran rialzo su tutti i mercati azionari
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La reazione negativa arriva, senza mezzi termini, da uno dei piu' autorevoli quotidiani della Germamia, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che in un editoriale firmato da Philip Plickert e intitolato "Draghi vacilla", 
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il capo della BCE Draghi ha dato la sua lezione a Jackson Hole, che potrebbe essere intesa come la richiesta di un'inversione di politica economica, nel senso che - ha detto - i paesi membri dell'Euro dovrebbero riconsiderare il loro "atteggiamento generale di politica fiscale".

La politica fiscale, vale a dire le politiche fiscali e di spesa, dovrebbe spingere maggiormente rispetto alla politica monetaria la ripresa economica nella zona euro. E per questo Draghi ha esplicitamente chiesto un importante programma di investimenti statali. 

Draghi ha anche esortato ad allentare le redini dell'austerity?
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Secondo il quotidiano tedesco i suggerimenti di Draghi sono "altamente pericolosi". Se ora traballa anche la banca centrale, le diga si romperà, e l'area dell'euro sarà costretta ad affrontare una nuova orgia di deficit. Il che Draghi non può volerlo voluto, o consentirlo. "Si deve chiarire subito che lui non vuole ammorbidire le regole sul deficit""
(www.wallstreetitalia.com)

Ma che scherziamo? Non si può deviare minimamente dalla linea neonazista della nuova Europa.


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