venerdì 11 novembre 2011

Tempi persi


Non so se è più una perdita di tempo un governo Monti o una campagna elettorale. Al momento la democrazia italiana si è comportata decentemente, seguendo la regola che un governo rimane fintanto che ha i voti. Facendo un paragone con la repubblica Romana antica, Monti è stato designato come “dittatore” per risolvere una crisi contingente. La cosa può avere un senso logico, se non fosse che Monti proviene proprio da quel mondo che ha generato questa crisi del capitalismo malato.

Si possono fare delle ipotesi su quello che ci si prospetta.

a) il governo Monti, nasce e funziona bene. Tutti i provvedimenti, dalla patrimoniale batosta alle pensioni portate a 80 anni, dal licenziamento di un terzo degli statali alla decimazione della spesa sanitari ecc. vengo approvati a raffica dal Parlamento in buon ordine. La cura funziona, peccato che il paziente rischia di morire. Insomma l’Italia si impoverisce e segue la strada greca: non è più in grado di pagare il debito a causa di un Pil sotto zero. Si è perso solo tempo e danneggiato il paese.

b) il governo Monti, nasce e funziona su determinati provvedimenti, tipo rifare la legge elettorale. Ma appena si paventa l’ipotesi di una patrimoniale atomica, di macelleria sociale varia, il parlamento si squaglia. Il governo Monti è così costretto a vivacchiare ne più ne meno del precedente, risultato lo spread ondeggia tra 400 e 500. Si è perso solo tempo e danneggiato il paese.

c) il governo Monti non nasce: il Parlamento frazionato in sotto fazioni diventa ingestibile, alla fine si va a votare con tre mesi di campagna elettorale incarognita. L’economia va a donne di malaffare, lo spread non si riprende. Ciao Euro. Il default diventa una realtà drammatica perché non c’è nessun governo autorevole capace di gestirlo ordinatamente. Si è perso solo tempo e danneggiato il paese.

Conclusione: questi politici italiani sono una perdita di tempo. Probabilmente le armi che si cerca di utilizzare per risolvere questa crisi sono spuntate. Ci vorrebbe più fantasia e più spregiudicatezza: è inutile fare i timidi in Europa, quando tedeschi e francesi non si fanno nessuna remora di escludere tutte le altre nazioni dal governo comunitario.

Ho letto una proposta interessante sul sito di Giulietto Chiesa, una lettera scritta da un giovane economista:

Euro+Bancor+Lira

In sostanza afferma che potremmo emettere una moneta parallela all’euro, da utilizzare autonomamente nei singoli stati dell’Unione, per risolvere i problemi di liquidità e debito.

Penso non sia una proposta disprezzabile. Con una moneta parallela, l’Italia potrebbe elaborare un meccanismo come quello delle banche centrali di USA, UK, Giappone ecc. riacquistando internamente il proprio debito. Si potrebbero utilizzare gli euro per riacquistare il debito allocato nelle banche estere, e riportarlo in patria nella nuova unità di conto. A quel punto lo spread lo controlliamo come vogliamo.

Tale unità di conto dovrebbe essere circolante parallelamente all’euro ed avere lo stesso valore nominale dell’euro. Sicuramente questa soluzione manderebbe in bestia il resto d’Europa, soprattutto i tedeschi, poiché mantenendo lo stesso valore nominale dell’euro si scaricherebbe tutta l’inflazione sul resto della UE (aumenterebbe la massa monetaria circolante, la nuova moneta potrebbe essere sempre scambiata in euro).
Ma potremmo sempre rispondere candidamente, che è una soluzione temporanea per risolvere la crisi incipiente, e se gli altri paesi credono di averne una migliore, tipo gli “eurobond” potremmo valutare di ritirare la nuova moneta interna…

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