lunedì 2 marzo 2015

Questa volta è differente



La situazione abnorme degli investimenti finanziari, e in particolare degli indici di borsa (vedi S&P500 in alto), in questi ultimi anni non ha provocato quei crolli che molti commentatori economici si aspettavano. Gli operatori finaziari ed anche le banche centrali, suggerendo di aver inventanto una specie di moto perpetuo della finanza, di solito sostengono che "questa volta è differente". Nel senso che le vecchie leggi dell'economia oggi non sono più valide. E forse hanno ragione.

Gli interventi monetari delle banche centrali hanno praticamente alterato le leggi economiche, inventato l'antigravità che sostiene i grafici degli indici borsistici. Solo le banche centrali possono ripristinare le condizioni originarie, abbandonando le politiche di espansione monetaria. Ma se lo fanno, come dice Greespan, possono provocare danni letali.


La situazione è sempre più preoccupante come mostra il grafico a "X" sopra. Il Pil mondile (GDP) scende sempre più, le borse (in verde) salgono sempre più. Esiste un'economia reale completamente avulsa dall'irreale economia di carta finanziarizzata. Queste cose sono già avvenute in passato ma ora la forbice tra reale e finanziario è sempre più divaricata. E non si capisce quando e se un giorno i due grafici torneranno ad incontrarsi. Ma si è cosciente che quello sarà una specie di giorno del giudizio, con crolli dell'economia mondiale enormi, mai vissuti prima d'ora.

"la “croce della morte” sta ampliandosi sempre di più: nonostante 19 Banche centrali abbiano dato vita a politiche di stimolo dall’inizio dell’anno, al rally infinito dei mercati è corrisposto un continuo crollo delle aspettative per la crescita del Pil globale, ormai ai minimi del ciclo. Cosa potrebbe succedere quando e se la fiducia cieca nell’azione delle Banche centrali dovesse cominciare a sgretolarsi?"
(www.ilsussidiario.net)

Forse non si ha coscienza del fatto che esistano due economie divergenti. Siamo effettivamente abituati a vedere la nostra Italia continuamente sull'orlo di un baratro. In Italia siamo in crisi ormai da tre, quattro anni, ma considerando anche le crescite anemiche del passato, si può considerare la nostra una crisi ventennale.
I media cercano di farci sognare e di darci speranza presentandoci miracolose crescite in Usa, o continuano a spacciarci la mistica della locomotiva economica cinese. Ma le cose non vanno così bene a livello globale.

Tanto per fare un esempio, la Cina ha deciso di svalutare pesantemente la sua moneta. Segno che comincia avere problemi di esportazioni.

"Immediate ripercussioni sullo yuan a seguito della decisione della People Bank of China di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta in meno di quattro mesi. La valuta cinese è scesa fino a 6,2734 nei confronti del dollaro, al valore più basso dall'ottobre del 2012, dunque in più di due anni."
(www.wallstreetitalia.com)

La Cina è entrata ormai in piena guerra valutaria accanto e contro Usa, Giappone, Ue ed altri come la Svizzera e la Danimarca, costrette a parteciparvi per salvare le proprie economie. E poi qui si continua a dire che la liretta era una pessima moneta perché continuamente svalutata... questo è un gioco che in realtà praticano tutti.
La Cina è costretta a praticare la svalutazione perché la sua economia rischia di entrare in affanno, vista la congiuntura internazionale.



"Occhio alla linea blu e a quella rossa. E occhio a come, e quando,  le loro traiettorie si discostano periodicamente.

La linea blu segue l'andamento del DAX, che è l'indice borsistico di Francoforte. ... La linea rossa segue, invece, l'andamento del Baltic Dry Index che è l'indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie delle navi dry bulk cargo. Il Baltic Dry Index è reputato un indicatore fondamentale della salute dell'economia mondiale. In una economia globalizzata infatti i traffici marittimi sono essenziali anche solo per permettere di assemblare merci che divengono tali a volte solo se riuniscono componenti di 80 paesi diversi. Come possiamo notare agilmente nel 2015 l'indice Dax è ai massimi il Baltic Dry Index ai minimi. Difficile qui parlare di "addio alla recessione" in un paese come l'Italia che, più di altri, dipende dalla domanda globale. Domanda che, come vediamo, è al minimo anche rispetto ai tempi di Lehman Brothers (il picco minimo prima del 2010). Come si vede si è creata una ampia zona bianca, la bolla, tra indice Dax e Baltic Dry index che sembra destinata ad allargarsi. Ma andiamo a leggere le altre bolle, le zone bianche che si creano quando c'è forte divaricazione tra linea blu (Dax) e rossa (Baltic Dry).  La prima, da  sinistra, porta con sé il crack di borsa del 1987 (Aktien-Crash von 1987, nella voce originale), la seconda, se si ha la pazienza di guardare, contiene il crack del 1998 e il crollo delle dot-com del 2000-2001. Per non parlare del botto Lehman che avviene si con un Baltic Dry in aumento ma, effetto bolla, trascindandolo poi ai minimi storici di sempre. Fino ad oggi, visto che siamo andati più in basso.
Che l'Italia sia condizionata da questo quadro lo si capisce dal calo, ufficiale, delle esportazioni (-2,4 in paesi extra-Ue) nonostante l'euro più basso. Segno che il Baltic Dry, in ribasso forte, vale anche l'Italia. Il più 0,1 del Pil, al netto dell'analisi dei parametri che l'hanno determinato (e anche del cambio di direzione dell'Istat più sensibile al renzismo che avanza) appare quindi come un rimbalzo tecnico."
(www.comedonchisciotte.org)

Comunque la situazione dell'economia finanziarizzata senza regole diventa sempre più paradossale ed imprevedibile. Questa volta è veramente diverso. Questa situazione potrebbe continuare per tempi infiniti, o giungere ad un terribile epilogo fra una settimana, un mese, un anno... nessuno lo sa veramente.


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