lunedì 23 marzo 2015

Sindrome grillina



Sembra che il Front National non abbia vinto le elezioni amministrative. Ma non le ha neppure perse, se si confrontano i risultati dei socialisti con quelli dei lepenisti arrivati più o meno secondi. Gongola di nuovo Sarkozy, ma in realtà la sua vittoria relativa sta a significare che la Francia si divide fra due destre: una governativa e una populista. Pesantemente punita rimane la sinistra.

Per quanto riguarda la Le Pen, mi pare che segua la parabola grillina. Cioè quella di un partito che da quasi niente raggiunge il 25% dei consensi. Ma poi perde per strada molti elettori "pentiti" che avendo esaurito la protesta e ritornano sotto le ali dei partiti "della repubblica", oppure essendo sfiduciati tornano nell'astensionismo. Mantenere la tensione alta nel campo populista e protestatario non è semplice.

Per il simplicissimus in realtà il Front National è il vero vincente. Ma ritengo che non lo sia effettivamente nei numeri, perché alla fine i "partiti repubblicani" cercheranno di coalizzarsi per evitare che un partito antieuropeista prevalga.

"Alla fine ha vinto la Le Pen, nonostante tutti i tentativi di negarlo e le dinamiche derivanti dalle nuove strategie del sondaggio politico. Non solo perché il suo partito è quello arrivato in testa visto che gli altri si sono presentati in variegati raggruppamenti, soprattutto il centro destra di Sarkozy, formalmente primo, attraverso l’alleanza precostituita con l’ Udi, ma anche perché il Front national non ha mai avuto un radicamento locale, è stato sempre assente dalle campagne e dai quartieri popolari. Così il balzo in avanti fino al 25% è forse più significativo che la vittoria alle europee dove peraltro la diserzione dalle urne è stata assai più massiccia.

Di contro c’è la disfatta socialista che viene in parte nascosta e contenuta dagli alleati di lista più radicali, ma non riscattata vista la sostanziale stagnazione (quando non arretramento come nel caso dei Verdi) delle formazioni di sinistra. Così il partito che esprime il presidente e il governo ha preso una stangata storica ed è addirittura escluso da un quarto dei ballottaggi dopo averne vinto appena una manciata di distretti al primo turno. Ma si consola e addirittura esulta col fatto che il fronte repubblicano ha resistito agli assalti lepenisti, svelando al contempo però una sostanziale identità di vedute tra il centro destra e il centro sinistra incardinata nel filo europeismo a tutti i costi e dunque anche nell’austerità e nelle sue ricette antisociali. La vittoria è in sostanza quella di un cartello, non di veri concorrenti. Perciò la domanda è: quanto può durare il gioco illusionistico, la falsa dialettica maggioranza – opposizione a parità di politica?"

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Il renzismo in Francia non ha vita facile come in Italia. I tipi alla Valls vengono smascherati subito. In Italia Renzi è ancora visto come il "rottamatore", lo svecchiatore del sistema, quello che fa le cose. Ed in effetti le cose che vuole la Merkel e la Bce il nostro premier le fa. Il Job Act gli è venuto subito bene.

E purtroppo le fa con la complicità dei suoi oppositori interni ed esterni. Quelli esterni come Forza Italia non gli fanno opposizione, perché poi dovrebbero visto che Renzi pratica politiche di destra che nemmeno Berlusconi ha mai osato. Quelli interni sono troppo pochi, deboli, divisi e titubanti per apparire come una vera minaccia. Vedremo se la sinistra Pd riuscirà ora ad opporsi alla legge elettorale Italicum e alla riforma costituzionale. Ma non credo.

L'Italia è saldamente in mano alla finanza internazionale che la dirige dove vuole attraverso personaggi come Renzi. La nostra unica possibilità era che saltasse un paese centrale come la Francia. Ma se il fenomeno Le Pen si sgonfia tale probabilità si ridurrà parecchio. Il nostro declino continuerà lentamente ed inesorabilmente. La ripresa in arrivo è debole e non ci riporterà dove eravamo prima della crisi.

Ad ogni modo la situazione generale italiana ed europea è destinata a degenerare sempre più. Gli euristi finora sono stati bravi a tamponare le falle ed impedire l'affondamento della zona euro. Ma per loro ogni anno che assa diventa sempre più complesso da gestire.

A questo punto credo il sistema salterà quando la crisi del sistema bancario europeo diventerà irreparabile e fuori controllo anche per la Bce. Per il momento si sono aperte forti crepe nel sistema bancario greco, che preludono all'uscita della Grecia dall'euro. Poi ci sono gravi problemi sia nel sistema austriaco che spagnolo. I problemi bancari austriaci hanno fatto intravvedere grossi casini anche dietro gli sportelli bancari in Germania. Subito dopo viene l'Italia con circa 350 miliardi di sofferenze nel sistema bancario nazionale. Una cifra imponente che sta preoccupando Bankitalia che a questo punto vorrebbe creare una Badbank per ripulire il sistema. Ma spostare l'immondizia sotto il tappeto non sempre funziona.

Quando tutto il marcio delle banche europee esploderà, allora grazie alle file davanti ai bancomat, partiti come il Front National o il Movimento cinquestelle, raggiungeranno il 51% delle preferenze. Ma a questo punto sarà tardi, il pasticcio sarà già avvenuto, e nessuno potrà porvi rimedio.


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