venerdì 24 aprile 2015

Correntista avvisato, mezzo rovinato...



Non è tanto la notizia in se che mi colpisce. Già si sapeva che il nuovo corso bancario europeo, prevede di adottare il sistema di "successo" già visto funzionare a Cipro. Cioè dei debiti delle banche rispondono azionisti, obligazionisti e ... correntisti. Probabilmente si salveranno i possessori di conti correnti con meno di 100 mila euro depositati, ma non ci giurerei con i tempi che corrono.

"L'era del bail-in è cominciata e non si torna più indietro. I conti correnti degli italiani non sono garantiti. Le norme europee stabiliscono che i clienti potrebbero dover contribuire al risanamento delle banche e pertanto vanno informati.
Lo ha dichiarato Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia.

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In pratica le banche "dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportato dalle nuove regole, che non consentono d'ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori"."
(www.wallstreetitalia.com)

Quel che colpisce delle dichiarazioni di Visco, è la tempistica. La notizia è stata riproposta perché il governatore è stato convocato in Senato per una audizione. Ma le banche italiane sono sempre meno sicure, mano a mano che la crisi avanza. Anche le banche avrebbero bisogno di una ripresa come qualsiasi altra azienda. Al momento però la situazione delle nostre banche è sempre drammatica.

"E’ appena uscito il consueto ABI montly outlook, ovvero il bollettino statistico a cura dell’Associazione Bancaria Italiana. Come di consueto abbiamo controllato il livello delle sofferenze bancarie consapevoli che “quello” è il problema, forse il principale problema per tutto il sistema Italia.

Al solito i dati si riferiscono a un mese e mezzo fa, ovvero Febbraio 2015.

Come prevedibile e inevitabile la traiettoria delle sofferenze bancarie italiane è perfettamente in linea con quella Spagnola o Greca solo traslata di qualche trimestre, in particolare fa sensazione scoprire che le sofferenze NETTE rapportate al capitale+riserve (ovvero quelle sulle quali le banche non hanno ancora messo coperture a bilancio) stanno continuando a salire e dunque ad erodere il “margine” di sicurezza costituito dal capitale delle banche.
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Cominciamo con le Sofferenze Bancarie Nette e Lorde in % sugli Impieghi: (vedi sopra ndr)
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Infine il dato più preoccupante, l’incidenza delle sofferenze NETTE sul Capitale e sulle Riserve delle banche….. come ogni bimestre Gennaio-Febbraio grazie ad aumenti di capitale ed aggiustamenti nel patrimonio (utili messi a riserva), il rapporto fra Sofferenze Nette e Capitale+Riserve rimane stabile su livelli elevatissimi




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Febbraio 2015 (i dati sono riferiti a 2 mesi fa) mostra un continuo aumento delle sofferenze lorde e una attenuazione di quelle nette. Il sistema bancario italiano è in una continua fase di pulizia dei conti e di accantonamento di riserve (e dunque di minori risorse disponibili per nuovo credito).

Stiamo assistendo ad una sistematica ricerca di capitali (anche con aggregazioni interne ed estere)

Il fenomeno avviene perchè le perdite dovute alle pulizie di bilancio sulle sofferenze lorde (ovvero le rettifiche che hanno portato alla diminuzione delle sofferenze nette) ha diminuito la patrimonializzazione delle banche italiane.

Il profilo quasi-piatto dell’ultimo grafico (quello fondamentale) è dovuto alla sequela infinita di aumenti di capitali che ci sono stati e che ci saranno ancora in Italia, NON ad una effettiva diminuzione degli aumenti delle sofferenze bancarie.

In queste condizioni l’effetto del QE sulla trasmissione del credito all’economia reale italiana è NULLO, ed è bene tenerlo a mente."

(www.rischiocalcolato.it)

A fronte di ciò l'avviso di Visco potrebbe non essere casuale. Chi doveva mettere in salvo i propri capitali di una certa importanza probabilmente lo ha già fatto da tempo. Ormai non si portano più i soldi in Svizzera per nascondere fondi neri, ma per difendersi dalla Banca d'Italia e Bce.

Oggi Visco avverte tutti gli altri. Tutti quelli che non hanno agganci nella politica, nell'alta finanza, nel jet set bancario. Comincerà una mini fuga di capitali, che sarà nulla rispetto alla successiva fuga di capitali per disperazione e paura come sta avvenendo in Grecia dove si cerca protezione da un'eventuale uscita dall'euro. E se dovesse avvenire veramente il famigerato grexit, il contagio si propagherebbe agli altri Piigs. Nessuno potrebbe essere certo della sorte di Italia, Spagna o Portogallo. E neppure della Francia che non se la passa poi così bene.

Le banche del sud Europa non sono più sicure. Non solo gli Stati hanno aumentato la tassazione a dismisura per salvarsi dal default (e forse non basterà, visto quanto accade in Grecia), ma anche le banche sono sempre più tentate di spolpare gli azionisti per salvare se stesse. E più la crisi procede, più aumentano le probabilità che ciò accada.


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