mercoledì 22 aprile 2015

Un altro calcio al barattolo greco



"Grazie anche a misure estreme come il sequestro dei conti bancari delle autorità locali, la Grecia potrà trascinarsi a fatica fino a giugno. Ma visti i tassi di crescita economica e del debito pubblico, il default è solo rimandato.
Le dichiarazioni di alcuni funzionari dell'area euro hanno alleviato le paure di un default imminente del paese

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Il governo Tsipras non presenterà una lista di riforme al prossimo Eurogruppo di venerdì a Riga, in Lettonia e il tempo per trovare un'intesa stringe.
In compenso, grazie agli ultimi decreti sui controlli di capitale e altre misure di emergenza, Atene dovrebbe essre in grado di rimanere solvente fino a giugno. La prima scadenza imporante cade il 12 maggio, quando la Grecia dovrà ripagare 747 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale.

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"La situazione di liquidità è abbastanza grave, ma dovrebbe bastare fino a giugno", ha detto all'emittente austriaca Thomas Wieser, presidente del gruppo di lavoro dell'Eurogruppo
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Per rispettare gli impegni presi con i creditori fino a fine maggio, il governo spera di avere un cuscinetto finanziario di 2,5 miliardi di euro. Per farlo le autorità nazionali hanno costretto comuni, province e regioni a trasferire i loro soldi allo stato centrale, scatenando una rivolta di sindaci e governatori."
(www.wallstreetitalia.com)

La Grecia ha ancora ossigeno per qualche mese. Ossigeno maledetto, ottenuto soffocando ulteriormente e crudelmente l'economia greca. Qualche mese nel quale l'Europa spera il governo Tsipras si convinca a rimangiarsi il programma economico e ritorni alle "riforme" lacrime e sangue della Troika. O come lo chiamano i tedeschi, un programma di risparmio. In effetti ci sono cose su cui conviene risparmiare, anzi veri e propri sprechi: come mangiare due o tre pasti al giorno... curarsi... istruirsi... ed altri lussi a cui si può benissimo rinunciare.

E visto che il governo greco è ancora un po' recalcitrante, anche la Bce collabora nell'opera di convincimento. Togliendo soldi alle banche greche.

"arriva l'ennesima improvvisa decisione della Bce sulla Grecia. Stando a quanto riporta il New York Times, l'istituto avrebbe deciso di ridurre il valore delle garanzie che le banche elleniche presentano alla banca centrale di Atene per accedere ai prestiti fino a -50%. E il taglio potrebbe aumentare, nel caso in cui la situazione di stallo nelle trattative con l'Eurozona dovesse proseguire.
Con il valore delle garanzie così ridotto, difficilmente le banche elleniche riusciranno a ottenere i prestiti necessari per la loro sopravvivenza. Per più di tre mesi, le banche principali della Grecia sono state costrette a chiedere in prestito dalla Banca centrale della Grecia finanziamenti di breve periodo, a fronte di alti tassi di interesse, attraverso il processo noto come assistenza di liquidità di emergenza, in quanto la Bce aveva reputato troppo rischioso estendere il credito alle stesse banche. Ma in un contesto caratterizzato dalla fuga di capitali, per gli istituti è diventato sempre più difficile presentare a titolo di garanzia asset accettabili."

(www.wallstreetitalia.com)

Ma la Bce deve stare attenta a somministrare questa amara medicina nelle giuste proporzioni. Infatti una dose troppo traumatica potrebbe far crollare il sistema ellenico ancora più velocemente, inducendo la Grecia a nazionalizzare le proprie banche e a tornare alla dracma. Di fatto un intervento troppo duro della Bce potrebbe innescare quella frana finanziaria europea che potrebbe portare in poco tempo al superamento dell'euro (e quindi della stessa Bce).

A meno che questo sia il vero obiettivo.

"La stampa tedesca mette sempre più apertamente in dubbio la moneta comune.

L’euro mette i popoli del continente europeo l’uno contro l’altro invece di unirli. Pertanto è tempo di mettere in discussione la moneta comune.

Il ministro delle finanze Schäuble non è persona che parlai per dare aria alla bocca. Di conseguenza, i mercati hanno preso sul serio ciò che ha appena detto a New York, che non ci si deve aspettare una rapida soluzione della controversia sul debito greco. Ma tale soluzione è necessaria per salvare il paese da un default. Questo può solo significare che la decisione che alla fine la Grecia deve lasciare l’Euro è stata più o meno presa.
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è il momento di parlare chiaramente. L’unione monetaria ha dei problemi che vanno ben oltre la Grecia. Non funziona, almeno non nella sua forma attuale. Questa non è una novità. Prima e dopo l’introduzione, scienziati e politici, non necessariamente quelli eurofobici, hanno sottolineato i difetti di base del progetto. Si è voluto provare lo stesso. La crisi finanziaria globale ne ha poi brutalmente manifestato i limiti.

L’euro divide i popoli e così si mette in discussione
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Si deve considerare lo smantellamento dell’unione monetaria

L’unione monetaria divide gli europei. Gli insulti volano, il clima politico è diventato gelido. Come principale supervisore europeo, la Germania attira risentimenti come nessun altro paese, anche se agisce con le migliori intenzioni. Così, se ci si preoccupa per l’Europa, l’opzione che per ovvie ragioni è stata finora ignorata, lo smantellamento dell’unione monetaria o almeno la sua riduzione a un gruppo di stati omogenei, dovrebbe lentamente essere messa sotto esame. Il pensiero crea ansia. Nessuno sa se questo può essere realizzato, e in che modo. I suoi costi finanziari e politici sono imprevedibili. Ma sono probabilmente molto più bassi rispetto al caos e alle accuse che ci si può aspettare in caso di fine disordinata dell’unione monetaria."

(vocidallestero.it)

Va a finire che i politici tedeschi riusciranno a prendere coscienza della reale situazione dell'euro prima di quelli italiani, che invece avrebbero dovuto constatare per primi gli effetti stritolanti della moneta unica sull'economia della penisola. Ma niente, i nostri o sono cocciuti o completamente ignoranti. Od entrambi.
Per ora comunque toccherà a quelli greci dichiarare pubblicamente il fallimento dell'euro. Forse fra qualche mese o settimana.


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