giovedì 23 aprile 2015

Lavoro come passatempo costoso



Probabilmente il job act funzionerà.

"A marzo le attivazioni dei nuovi contratti di lavoro nel complesso, ad eccezione del lavoro domestico e della Pa, sono state 641.572 a fronte di 549.273 cessazioni. Il saldo attivo è stato di 92.299 unità. Sono i dati delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. 

I dati sono da leggere non solo in relazione agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato introdotti con la legge di Stabilità 2015 (sgravi contributivi fiono a 8.060 euro annui per tre anni) ma anche al fatto che a partire dal 6 marzo le aziende possono assumere anche con il nuovo contratto a tutele crescenti (che introduce l'indennizzo al posto del reintegro come regola generale in caso di licenziamento illegittimo)."
(www.ilsole24ore.com)

Come fa intendere il Sole24ore, il job act sarà un successo su due versanti:

- il versante confidunstriale, che può aproffittare degli incentivi contributivi e continuare sulla strada della precarizzazione coinvolgendo anche i lavoratori con i vecchi contratti a tempo indeterminato. Credo che la sostituzione dei vecchi contratti con i nuovi a tutela crescente procederà sempre più spedita;

- il versante governativo, che potrà utilizzare dati buttati li a caso per la propria propaganda politica. Dati che naturalmente non misurano la qualità del lavoro creato. Come avviene in Germania con l'imbellettamento dei dati occupazionali con gli impieghi da fame chiamati mini job, o negli Stati Uniti dove anche gli occupati una sola ora la settimana migliorano le statistiche.

E i lavoratori? I lavoratori otterranno sempre più precariato e sempre meno retribuzione e garanzie. All'apparenza il lavoro aumenterà, in realtà sarà un lavoro illusorio. Più un passa tempo per tenere occupate persone che potrebbero scendere in piazza incazzate, che un mezzo per sostentarsi, per creare nuove famiglie e quindi migliorare la nostra disastrosa situazione demografica. Inoltre questi pseudo lavoratori sfruttai come schiavi, mettono in forte pericolo le fondamenta del liberismo consumistico nato nel secolo scorso: cioè i consumatori si stanno estinguendo. Le nostre diventano sempre più economie di sussistenza. Chi sosterrà il mercato in futuro? Non è ancora dato saperlo.

Qualcuno potrebbe rispondere che più di un miliardo di cinesi sono un'ottima risposta. Ma l'impressione che mi sono fatto ultimamente è che la Cina ed altri paesi emergenti, sono più trainati dall'occidente che esserne un vero nuovo traino economico mondiale. Infatti dalla Cina arrivano dati allarmanti. La mega crescita di qualche anno fa si sta sgonfiando di anno in anno, man mano che l'occidente procede nella sua crisi debitoria.

Così oggi il lavoro non vale più nulla. A volte diventa controproducente: più costoso che vantaggioso. Ha fatto scandalo la notizia che l'80% dei giovani selezionati per lavorare all'Expo' hanno rinunciato. Aveva ragione l'ex ministro Fornero? Tutti "bamboccioni"?

La realtà è diversa. (“Expo 2015, costretti a rifiutare il lavoro perché chiamati a 10 giorni dall’inizio”)I giovani contattati sono stati messi di fronte a tempi strettissimi per decidere, come se fosse così facile organizzarsi in 48 ore una residenza per sei mesi a Milano e dintorni. Soprattutto perché i candidati sono stati selezionati in tutta Italia e quindi la maggior parte di loro non hanno agganci in Lombardia. Naturalmente nessuno degli organizzatori dell'Expo' si è preoccupato, non dico di trovare vitto e alloggio ai lavoratori, ma nemmeno di facilitare la ricerca di una casa, di un posto dove dormire. Inoltre per alcuni di loro sostenere già solo i costi per i colloqui o la burocrazia è impossibile.

Senza contare che alcuni, magari selezionati in Toscana, sono stati chiamati per lavori pagati 500 euro al mese. Questi giovani non avrebbero avuto altra scelta che dormire in campeggio, o sotto i ponti, per non rimetterci.

Insomma ci vogliono schiavi, e vogliono pure che per una paga che non consente di vivere dignitosamente, ci dimostriamo riconoscenti. E si offendono pure se diciamo di no.
Anche questo un altro grande successo dell'organizzazione dell'Expo' che naturalmente si adegua alla nuova filosofia ultra-liberista di sfruttamento del lavoro, e ne coglie tutti i frutti.

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