mercoledì 3 aprile 2013

Aree valutarie ottimali



Sul FattoQuotidiano un breve ed esplicativo articolo/post, sul perché l'euro non funziona:

"Ecco perché l’euro non funziona

Nel 1961 il premio nobel Robert Mundell spiegava con un suo articolo la teoria delle aree valutarie ottimali. Questa teoria mirava ad individuare un’area geografica nella quale conveniva instaurare un regime di cambi fissi o un’unione monetaria. Leggendolo ora, a 50 anni di distanza, l’articolo di Mundell può essere d’aiuto per capire perché l’euro non funziona e quali sono i vizi di fondo che hanno dato vita alla crisi dell’eurosistema.
Mundell affermava che un’area valutaria ottimale non è né una nazione, né un insieme di nazioni, ma una regione caratterizzata dalla mobilità dei fattori produttivi (capitale e lavoro). La mobilità dei fattori produttivi è un passaggio fondamentale per la creazione di un’area ottimale, e questo passaggio deve essere assistito da una integrazione fiscale delle nazioni in causa. Mi spiego meglio.

Ragionando su Stati Uniti e Canada (due unioni monetarie che per antonomasia possiamo definire aree ottimali) si può constatare che attraverso politiche fiscali vi è la sostenibilità delle cosiddette “sacche di disoccupazione”. Quando vi sono delle oscillazioni nelle esportazioni combinate tra i vari stati, si possono creare blocchi di disoccupazioni, in uno stato che non riesce ad esportare alla pari degli altri. Questo problema definito anche “shock asimmetrico”, può essere rivisto solo grazie all’intervento del governo federale che provvede all’erogazione di incentivi all’occupazione (alleggerimento della pressione fiscale di solito) che, accompagnati alla forte mobilità di lavoro, ripristinano l’equilibrio. Quindi l’integrazione fiscale combinata alla perfetta mobilità di capitale e lavoro garantisce in sostanza un’arma di contrasto contro i vari shock asimmetrici che si possono presentare. Tutto ciò viene gestito naturalmente dall’intervento statale, anzi secondo la costituzione canadese è espressamente previsto che: il governo federale ha il compito di trasferire ricchezza dalle regioni più “ricche” a quelle più “povere”, in modo da garantire a queste ultime di godere di un analogo livello di servizi pubblici.

Se volgiamo lo sguardo all’Europa, ci rendiamo conto dell’inesistenza di una integrazione fiscale (ogni stato membro ha una propria autonomia nella gestione del fisco) della scarsa mobilità di lavoro, e dell’inesistenza di un governo federale capace di contrastare i vari shock asimmetrici. Succede invece l’esatto contrario, i paesi in difficoltà vengono lasciati soli e sbranati dalla speculazione finanziaria (vedi PIIGS) e come se non bastasse si soffocano gli investimenti e quindi la crescita, con la scusa dell’adempimento di trattati che a tutto portano tranne che alla sabilità (Fiscal compact).

Se davvero miriamo a realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa non si può prescindere dagli studi di Mundell e dall’osservazione delle politiche fiscali delle due unioni monetarie (Usa e Canada) che funzionano da tempo e che si pongono come punti di riferimento negli studi sulle aree valutarie ottimali."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Da wikipedia un esempio trasportabile perfettamente a Italia e Germania riguardante le aree valutarie ottimali. Facciamo un giochino:

"Si può ragionare, diceva Mundell, su due paesi A e B."

Si può ragionare, dice Spensierata.mente, su due paesi: Germania e Italia.

"La domanda di determinati beni prodotti nel paese A potrebbe aumentare, mentre potrebbe diminuire la domanda di beni prodotti nel paese B."

La domanda di determinati beni prodotti in Germania è effettivamente aumentata, mentre è diminuita la domanda di beni prodotti in Italia.

"L'aumentata domanda dei beni del paese A dovrebbe far cambiare il tasso di cambio, portando al deprezzamento della moneta del paese B e all'apprezzamento della moneta del paese A;"

L'aumentata domanda dei beni della Germania (in assenza di euro) fa cambiare il tasso di cambio, portando al deprezzamento della lira e all'apprezzamento del marco;

"aumenterebbe così la domanda dei beni del paese B, che potrebbe così evitare l'aumento della disoccupazione e un deterioramento della bilancia commerciale."

aumenterebbe così la domanda dei beni dell'Italia, che potrebbe così evitare l'aumento della disoccupazione e un deterioramento della bilancia commerciale. (ecco perché l'euro non dovrebbe essere sostenuto dai partiti di sinistra)

"Chiaramente, questo aggiustamento non può avere luogo in presenza di cambi fissi o di un regime di unione monetaria."

Chiaramente, questo aggiustamento non può avere luogo in presenza di cambi fissi (vedi Argentina) o dell'euro.

"In tal caso l'aggiustamento potrebbe essere ottenuto tramite una variazione dei salari e dei prezzi, qualora questi fossero flessibili (così argomentava Friedman), ma ciò non sarebbe in sé sufficiente;" 

In tal caso l'aggiustamento potrebbe essere ottenuto tramite una variazione dei salari e dei prezzi, qualora si intervenisse con "riforme del lavoro" (così argomentavano Monti e Merkel), ma ciò non sarebbe in sé sufficiente; 

"sarebbe infatti anche necessario che le economie dei due paesi fossero strettamente integrate dal punto di vista commerciale, in modo che una piccola diminuzione dei prezzi dei beni prodotti nel paese B porterebbe ad un aumento non trascurabile della loro domanda."

sarebbe infatti anche necessario che le economie dei due paesi fossero strettamente integrate dal punto di vista commerciale, in modo che una piccola diminuzione dei prezzi dei beni prodotti in Italia porterebbe ad un aumento non trascurabile della loro domanda in Germania se qui non si avesse la fobia dell'inflazione, che impedisce di incentivare i consumi.

"In assenza di tali condizioni, l'unica soluzione per evitare le conseguenze dello shock sarebbe lo spostamento dei fattori produttivi dal paese B al paese A"

In assenza di tali condizioni, l'unica soluzione per evitare le conseguenze dello shock sarebbe lo spostamento dei fattori produttivi dall'Italia alla Germania. Sarà sufficiente far fallire tutte le imprese concorrenti in Italia.

Ma forse prima di questo, c'è ancora una possibilità meno traumatica. Far fallire l'euro.

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