venerdì 19 aprile 2013

Voto divergente nei due Pd


Chi è che diceva che il Movimento 5 Stelle era ormai destinato al suicidio politico? Evidentemente non aveva ben in mente il caso Pd. Un partito che se deve farsi male, non lo fa a casaccio, ma usa un metodo scientifico. Perché avere delle idee sbagliate può succedere: l'elettorato perdona tutto, ma l'incoerenza non l'accetta.

"Dopo aver passato 50 giorni a dire di no all’inciucio col Cavaliere e a provare il flirt governativo con il M5S, non appena quest’ultimo ha tirato fuori il nome di Rodotà, sul quale c’era un’ampia convergenza e soprattutto un entusiamo della base, Bersani ha pensato bene di fare marcia indietro e di farsi dettare le condizioni dall’uomo di Arcore con il quale aveva giurato di non voler allearsi mai. Sembra il racconto di un pazzo. E in effetti questo è realmente un delirio politico.

Ma Bersani si è rivelato sia troppo modesto per essere l’uomo di un possibile rinnovamento, sia troppo ingenuo per nasconderlo. Cedere alle richieste del Cavaliere per candidare un vecchio arnese della nomenclatura come garante dell’immunità e antipasto dell’inciucio governativo, non è soltanto un clamoroso certificato di morte per il Pd scritto da un ceto dirigente ad encefalogramma piatto..."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Chi li capisce è bravo. Soprattutto chi capisce la strategia di Bersani è un genio. Perché sinceramente è completamente assurda. Forse l'unica strategia è gonfiarsi come un pavone, corteggiare la preda, in questo caso il M5s, ma cercando sempre di mantenere il controllo e la supremazia sul possibile alleato. Non appena il possibile alleato dimostra di saper dare le carte giuste, e quindi di essere in qualche modo dotato di un pensiero autonomo dal Pd, questo scappa. Non può rischiare mai di allearsi alla pari o peggio con un alleato che dimostra una linea politica migliore. 

O si possono guidare le danze o niente. Questa è la vera strategia del Pd. Solo che l'elettorato tutto questo non lo capisce. Forse il problema di comprensione da parte della dirigenza Pd, della società moderna contaminata dalla rete sta tutta qui: loro giocano a Risico quando la gente è ormai arcistufa di questi teatrini, e vorrebbe una politica lineare, semplice e limpida che si occupi della soluzione dei problemi più urgenti.
Ancora due o tre mosse di questo genere, e Grillo arriva al 51% anche con una legge elettorale proporzionale.

Nella non elezione di Marini, poi è anche evidente uno scontro generazionale molto forte. E questo è evidente nel Pd per il fatto che persino Renzi, che avrebbe interesse a votare un moderato, si rifiuti di farlo e chiami Marini un "vecchio arnese della politica". Anche se i giovani del Pd, Sel e del M5s non sono tutti uniti sul nome di Rodotà, lo sono nel rifiutare nomi che rappresentino la vecchia nomenclatura, più in generale il vecchio modo di far politica compromesso.

La politica italiana è in sfaldamento. All'indomani del risultato elettorale che aveva visto la sconfitta pesante di Monti, avevo scritto:

"Ecco le macerie. Ecco il parlamento 1/3, 1/3, 1/3 praticamente ingovernabile. E tutto questo grazie alla insensibilità di un premier avulso dal suo popolo. Monti in un solo anno ha prodotto un disastro, ha ridato smalto a un Cavaliere stracotto, che si è potuto presentare alle elezioni con numeri migliori dei suoi. L'economia ai tempi di Monti è in crollo totale. Impensabilmente peggiore di quella ereditata da Tremonti e Berlusconi."
(Un altro mirabolante risultato del governo Monti-Merkel)

Ed è sempre più vero. Tutto questo sfacelo deriva da un anno, il 2012, politicamente completamente sbagliato. Che ha fatto venir fuori tutto lo scontento degli italiani rispetto alla sua inconcludente classe dirigente. Ed ora metterci una pezza, soprattutto per il centro sinistra che non ha avuto il coraggio delle elezioni nel 2011, diventa sempre più difficile. Se si accontenterà Berlusconi, il Pd si suicida, se accontenterà Grillo, si spaccherà e verrà fagocitato dal M5s. Ogni scelta diventa uno slalom fra mille difficoltà. Il Pd dovrebbe cambiare la sua classe dirigente, e saltare un giro (l'ennesimo), perché gli errori del 2012 in qualche modo vanno pagati.

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