martedì 9 aprile 2013

Il Giappone salva l'Europa?


Siamo senza governo. I partiti sono o confusi, o sull'orlo di una scissione. Il governo in carica continua a svolgere stancamente il proprio dovere, ma con grandi limiti e numerosi errori. Forse l'ultimo provvedimento sul pagamento dei debiti alle imprese, sarà finalmente a vantaggio degli italiani. Ma è meglio aspettare fino all'ultimo, questo governo ormai ci ha abituato a brutte sorprese, anche quando sembrava avesse raggiunto l'obbiettivo (vedi Imps).
Eppure lo spread regge, non è esploso. Che sta accadendo?

La causa di questa tregua sui titoli di Stato italiani, potrebbe essere dovuta ad un fattore esterno.

" ... il Giappone sta continuando ad inondare il mercato di Yen freschi di stampa, per la precisione 85 miliardi di dollari al mese per i prossimi 24 mesi, oltre il 30% del suo PIL.

Possiamo apprezzarne gli effetti in questo grafico:




... la mossa della Banca del Giappone comincia ad avere un rapido effetto sull’allocazione degli investimenti finanziari decisi dai gestori del risparmio (e delle pensioni dei giapponesi).

Immaginate di essere un gestore di un fondo pensione giapponese:



  • Devo corrispondere pensioni in una moneta che il mio paese dichiara di volere svalutare
  • Ho tassi domestici a zero.
  • Sono investito prevalentemente in Yen, anche perchè in passato è stata una moneta forte

Beh, non sorprenda se un immane flusso di YEN sta uscendo dal Giappone per gonfiare ancora di più la mega-bolla (la più grande di tutti i tempi) sui titoli di Stato USA ed Europei.

In questi giorni non mi è sfuggito il curioso crollo dei rendimenti dei titoli di stato francesi, la Francia è uno Stato in recessione e con una gigantesca crisi economica in atto nonchè una potenziale crisi finanziaria da bolla immobiliare che potrebbe scoppiare a breve
...
I rendimenti sugli OAT a 10 anni sono letteralmente crollati ai minimi di sempre e oppps guarda caso in coincidenza con le mosse della Banca del Giappone.

Il fatto è che la Francia e AAA e queste cose contano per un gestore di fondi di investimento e di fondi pensione, egli ha dei vincoli di regolamento ben precisi. Non c’è dubbio che fra un Titolo di Stato Giapponese a 10 anni che rende lo 0,6% denominato in una moneta che si sta svalutando, e uno che rende 3 volte tanto in una moneta relativamente forte, la scelta è obbligata.

Se consideriamo che il Giappone ha in circolazione il 230% del suo PIL in titoli di Stato allocati in vari strumenti di investimento domestici (il 95% dei titoli di Stato Giapponesi sono in Giappone), significa che il mondo potenzialmente può essere inondato con circa 13 triliardi di dollari capitale in uscita dal Giappone in cerca di migliori rendimenti e una moneta più forte.

Persino l’Italia ne sta beneficiando perchè alla fine anche i titoli con merito di credito più basso scontano un premio al rischio che risulta essere il più basso della storia dell’umanità.

Quindi tutto bene?

Si, fino a quando lo Yen non sfuggirà dal controllo delle autorità Giapponesi, faccio notare che la valuta giapponese ha perso il 5% del suo valore sul dollaro in 3 giorni. Chiaramente non un trend sostenibile."

(www.rischiocalcolato.it)

Dura o non dura questa fase? Se per 24 mesi la Banca centrale giapponese immetterà queste grandi quantità di denaro, continueranno a gonfiarsi le bolle in giro per il mondo. I nostri titoli di Stato parteciperanno anch'essi alla giostra della bolla. Se sapremo approfittarne, potremmo operare quelle riduzioni di sprechi, quei miglioramenti ed abbattimenti della burocrazia, in grado di rimetterci in carreggiata. Le banche potrebbero ricominciare ad erogare credito, invece di comprare Btp.

Ma non ci conterei molto. Se sparisse il problema dello spread, nessuno si occuperebbe più del problema dell'euro moneta non adatta all'Italia, del taglio degli sprechi, della modernizzazione del paese ecc. E la politica continuerebbe con il solito andazzo, cioè del non fare nulla e governare senza sussulti lo status quo. Fino alla prossima crisi.

Ma c'è chi pensa che la tregua spread potrebbe essere breve:
"A proposito avete visto che esplosione lo spread è andato alle stelle…, grazie anche alla gentile collaborazione dei giapponesi, per coloro che hanno afferrato l’ennesima grande occasione, il cielo è stellato. Ora attenzione la settimana in corso è decisiva e pensando alla speculazione politica nostrana non starei tanto tranquillo.

Qualche giorno di sereno e poi mi raccomando vicini alle uscite di sicurezza, ma senza fretta potrebbe esserci qualche sorpresa positiva."

(icebergfinanza.finanza.com)

Quindi, se le cose stanno così, la guerra valutaria dovrebbe produrre anche effetti positivi (per noi poveri Pigs- Fish).

Io continuo a ritenere che la situazione sia questa: "guerra valutaria, guerra di egoismi idioti". Una politica economica basata principalmente sulle esportazioni, quindi sulla necessità di svalutare per esportare, non ha senso. Per ogni nazione che esporta, ci deve essere almeno una che si indebita. E visto che nessuno ormai vuole più indebitarsi, che i Quantitative easing delle varie banche centrali in realtà non interessano l'economia reale, che non rimane nulla nelle mani dei consumatori, non si capisce proprio come questa politica possa continuare a funzionare.

Continua a funzionare per la Germania, ma dubito che possa andare avanti molto, avendo attorno a se paesi ridotti in miseria.

Interessante l'articolo su www.ilgrandebluff al riguardo della guerra valutaria. Tutto nasce dal caso Cina, che negli anni '90 è diventata improvvisamente una nazione capitalista, e anche molto aggressiva:

"È vero, lo yen giapponese si è indebolito di circa il trenta percento da quando ha preso avvio il nuovo corso di politica monetaria nipponico, ma l'obbiettivo dichiarato dalla BdG è identico a quello fissato dalla Fed americana, il 2% d'inflazione. Per 20 anni la Cina è cresciuta sulla sottovalutazione del cambio
Una guerra valutaria è certo in atto, dunque, ma l'indignazione degli analisti citati è risibile.
Dov'erano questi stessi critici quando per vent'anni, dal 1994, la Cina popolare ha mantenuto un livello di cambio sottovalutato del 45% rispetto alla parità di Potere di acquisto, la PPA, come più volte da noi documentato su questo sito? 
...
il resto del modo è sprofondato nella disoccupazione e nella delocalizzazione delle imprese, nel consumismo e nella bolla finanziaria.
...
Oggi i Paesi di più antica industrializzazione, il Giappone, e con esso gli USA, e l'Europa, chiariscono ai dirigenti cinesi che non possono più concedere a chi, come la Cina, se ne è già tanto avvantaggiato, spazi ulteriori per una propria completa abdicazione industriale."

In definitiva il Giappone ha cominciato una guerra valutaria, ma lo ha fatto per difendersi ed uscire da 20 anni di stagnazione in cui è stato cacciato dalla Cina. Non a caso il Giappone è anche vicino geograficamente alla Cina e ha una produzione industriale molto simile. Il problema è che tale guerra andrà espandendosi, partendo dall'epicentro cinese, e produrrà molte vittime. Alcune monete (lo stesso yen) potrebbero cadere in un vortice inflazionistico. Lo spread potrebbe non essere solo più un caso europeo. 

Mi pare che la mossa del governo giapponese, sia una mossa dettata dalla disperazione. Dall'impossibilità di trovare altre strade. Ma mi pare una mossa alla cieca. Si punta sull'esportazione, in un periodo in cui tutti i mercati interni dell'occidente sono in crisi, e quelli dei Bric non sono ancora abbastanza forti. Non era meglio mettere tutto questo denaro della Banca centrale giapponese nelle mani dei cittadini giapponesi? Cercando allo stesso tempo di mantenere equilibrio fra importazioni ed esportazioni?

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