domenica 18 agosto 2013

L'enigma di Arcore


La strategia mediatica è abbastanza evidente: lenire, sedare, sopire. Si fa di tutto per trasmettere messaggi positivi e speranzosi. Si relegano le notizie sui crucci di Berlusconi in secondo piano, per esorcizzare la crisi di governo. Ma i segnali di disfacimento politico, anche non voluti, si moltiplicano. Per esempio in pochi giorni abbiamo avuto dichiarazioni da Letta ed altri esponenti del governo sulla possibile fine della recessione, e il patetico appello all'Europa perché sia meno tiranna lanciato da Letta, però ad uso e consumo della politica interna.

Infatti se Letta avesse voluto fare sul serio come minimo avrebbe organizzato un incontro a Bruxelles con qualche tecnocrate della UE, se proprio non avesse avuto il coraggio di incontrare il cancelliere tedesco e il presidente francese.
Evidentemente nei palazzi romani si avverte ormai olezzo di corto circuito, ma si bada a non far uscire strilli e nervosismo dagli stessi, anzi Letta è tutto ottimismo e sorrisi. I giornali di regime cercano di edulcorare la pillola. Fosse stato qualche hanno fa qualsiasi sospiro di Berlusconi avrebbe valso titoli cubitali su Repubblica.

Oggi il Cavaliere è indispensabile al mantenimento di un governo di emergenza europea, e di sostentamento della casta che ha già preso un paio di manrovesci con il M5s ed ha paura a mollare le redini del potere.
Quindi, pur non potendo o non volendo fare nulla per aiutarlo ad uscire dai suoi guai, allo stesso tempo reprime ogni cattiva notizia che giunge da Arcore. Che improvvisamente sembra una città all'altro capo del mondo, poco importante per le sorti dell'Italia.

Per cui filtrano sull'informazione ufficiale messaggi contraddittori:

""Farò sino all'ultimo l'interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio, io resisto. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio". Parola di Silvio Berlusconi, che ieri sera in viva voce al cellulare si è rivolto così agli attivisti del Pdl impegnati nella raccolta di firme al gazebo di Bellaria"

oppure:

"Il Cavaliere è arci-convinto che l’esito sia scolpito nel marmo, che né i Democratici né Napolitano faranno nulla per scongiurare l’ineluttabile, anzi.
...
Si va convincendo che, se scontro finale dovrà essere, meglio affrontarlo subito con l’animo determinato di chi non ha più nulla da perdere, neppure la libertà personale. Per cui in queste ore, vissute nel centrodestra con un senso di crescente sfiducia nel Capo dello Stato, nel premier «che se ne lava le mani» e nelle larghe intese, il barometro politico volge decisamente al peggio. Berlusconi è più «falco» dei suoi «falchi»."

(www.lastampa.it)

Certo assieme all'ottimismo, Letta e Napolitano dispensano anche un po' di minacce, ma in realtà sono del tutto depotenziate. Quella di Napolitano di non sciogliere le camere in caso di crisi più di tutte:

"... raccontano che Berlusconi sia piuttosto scettico sull'ipotesi che possa davvero nascere un governo di scopo per varare almeno la riforma della legge elettorale e la legge di stabilità: «Mi pare molto difficile che Grillo si allei con il Pd per fare un governo». E questo perché, è il ragionamento che fanno nel Pdl, per lui sarebbe molto meglio andare a votare subito, con questa legge elettorale. Ipotesi, quella di elezioni anticipate già entro l'anno, che lo stesso Berlusconi al momento ritiene la più probabile."

"«Ci provassero», è la sfida lanciata da Arcore. Dove hanno fatto i loro conti, non credono che in Senato quel governo avrà mai i numeri. E pure se li trovasse, vivrebbe di vita effimera, un ottimo punching-ball per la campagna elettorale della destra."
(www.lastampa.it)
 
Una qualche responsabilità il Pd dovrebbe addossarsela, se in poco tempo si è trovato circondato da due grandi formazioni populiste. Deve solo ringraziare che queste forze non sono compatibili e non si alleeranno mai. Ma evidentemente nel suo modo di fare politica con tendenza a separare il "meglio dal peggio", cioè a creare ghetti politici, c'è qualcosa che non funziona e che si ritorce contro. Ha ragione Renzi quando dice che per vincere il Pd dovrebbe aprirsi e non dovrebbe aver paura di attirare ex elettori di altre formazioni alle primarie. Ma forse il problema è proprio questo: il Pd ha paura di vincere in modo convincente.

Cosa accadrà quando da Berlusconi arriveranno parole più chiare e l'urlo di battaglia per spronare i suoi alle elezioni? Le solite inutili cose: sui giornali e nelle tv si dirà che il Cavaliere è un irresponsabile, un criminale che merita la galera, si parlerà ancora di conflitto d'interessi e della manfrina della legge elettorale, di giustizia ed altre cose di questo tenore che non hanno mai scalfito il prestigio nazionale del Cavaliere.

Tutto un baccano inutile. Poi ci saranno le accuse sulla crisi economica, ma che avranno scarso impatto visto che poi con Monti e Letta le cose non sono di sicuro migliorate. Anzi, se continua così, saranno molti gli italiani a ricordare i "bei tempi" dei governi Berlusconi.
Inoltre il Cavaliere liberato da qualsiasi patto stretto col nemico, potrà impostare la campagna elettorale contro l'Europa e le sue scelte. Potrà inoltre giocare sul vittimismo facendo della sua persona "perseguitata" un martire della politica e della giustizia ingiusta.

Alla fine non vincerà magari le elezioni, ma sicuramente non le vincerà nemmeno il Pd. Che in queste condizioni probabilmente non sarebbe più salvabile nemmeno da Renzi, che avrebbe avuto grandi chance a febbraio al posto del poco competitivo Bersani. 
In pratica sta avvenendo quello che avviene in tutti i casi in cui dopo una crisi economica c'è un avvitamento anche della crisi politica. Per ora le forze oscure dell'Europa finanziaria sono riuscite a tamponare la situazione in tutte le nazioni europee in crisi. Vedi Grecia e vedi Portogallo. 

Ma in Italia è diverso: abbiamo duemila anni di esperienza politica. I Cesari, gli Augusti, gli Alberto da Giussano, i Medici ... su fino all'ultimo dei "cavalli pazzi" passando per Garibaldi e Mussolini qualcosa devono insegnarci. Non è casuale ritrovarci con Berlusconi e Grillo ai vertici politici. Da noi la politica è arte come qualsiasi altro campo in cui ci cimentiamo, e molto sovente gli artisti sono pazzi. Non so se l'Europa potrà ancora domarci a lungo.

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