sabato 1 settembre 2012

Orgoglioni nazionali (8)


memorandun d'intesa


Il corriere riprende la pratica “Possiamo farcela da soli” ma lo fa analizzando meglio la questione. E sembra non propendere più per la giavazziana autarchia, ma mantiene un profilo più neutro e possibilista, andando a verificare per quanto è possibile, a cosa si andrebbe incontro con la richiesta di aiuti al Mes/Efsf.

Gli impegni con l'Europa: riforme, taglio
al debito e verifiche ogni tre mesi

“Il memorandum andrà firmato prima che la Bancacentrale europea inizi a comprare titoli di Stato di chi contrae il patto. Previste verifiche ogni tre mesi. Gli impegni sarebbero basati sui piani già concordati nelle normali procedure dell'Ecofin.
Del cosiddetto «memorandum d'intesa» si sa per adesso molto poco. Essenzialmente si è capito che un Paese dovrà firmarlo, se vuole che la Banca centrale europea inizi a comprare i suoi titoli.Ma poiché in proposito non si conosce quasi nient'altro, l'idea stessa del memorandum scoraggia qualunque governo. E il fatto che l'economia greca sia crollata del 17% dopo aver firmato un documento chiamato appunto «memorandum d'intesa» non fa niente per allentare la tensione.”

Infatti la Spagna nicchia e il nostro premier continua ad affermare che non intende chiedere aiuti per l’Italia, dopo aver quasi costretto Germania e Francia a istituire questa procedura. La realtà è che non si sa bene cosa preveda il “memorandum”.
Ma il controllo sembra molto stretto, con quattro verifiche annuali.

“la discussione pubblica è stata quasi nulla, ma il confronto fra i governi e gli uffici di Bruxelles è andato avanti tutta l'estate. 
la lettera d'impegni … non sarebbe dettata dai governi creditori, com'è successo a Grecia, Irlanda o Portogallo. Sarebbe più simile a … «country-specific recommendations», le lettere ai singoli Paesi votate ogni anno dall'Ecofin (i ministri finanziari dei 27) su proposta della Commissione, dopo che il governo interessato ha mandato a Bruxelles i suoi piani per i prossimi tre anni. Là dentro si parla di tutto: dal ritmo di riduzione del deficit o del debito, a come è meglio negoziare i rinnovi dei contratti nell'industria, alla distribuzione dei fondi pubblici alle università in base al loro successo nel formare i laureati ai mestieri utili oggi.”

Anche in Spagna l’orgoglio nazionale non scherza. Rajoy è stato chiaro: “firmando un memorandum, la Spagna non si impegnerebbe a niente più di ciò che esiste già nelle vecchie «raccomandazioni» e nella cosiddetta «procedura per deficit eccessivo» (i binari dell'Ecofin per il risanamento). Una posizione del genere sembra prevalere e a questo punto riguarderebbe - eventualmente - anche l'Italia.”

Quindi tranquilli cari orgoglioni nazionali. Si tratta di un memorandum del tipo Pic Indolor (“Già fatto?”). Almeno il Corrierone cerca di venderlo così ora. Ma forse c’è qualcosa in più:

“Rispetto alle vecchie liturgie dell'Ecofin c'è però una differenza: le raccomandazioni saranno incardinate su un calendario; l'arco di tempo per applicarle viene diviso in trimestri 
verificati da una missione nel Paese firmatario: vi parteciperanno la Commissione, l'Eurogruppo-Ecofin e probabilmente la Bce.”. E per i tedeschi non ci starebbe male anche l’Fmi, e visto che piace a loro, probabilmente ci sarà. Con il memorandum la “supplenza di presidenza” europea di Draghi verrebbe ufficializzata.

“Se l'Italia dovesse firmare un memorandum del genere, lo farebbe solo dopo aver constatato che non resta altra scelta.”
Se lo dice il Corriere forse lo pensa anche Monti. Ma io temo che il nostro premier ci farà uno scherzetto prima delle elezioni. Proprio per evitare che il futuro governo rinneghi le sue scelte di austerità e rigore, potrebbe decidere di firmare il “memorandum” per vincolare i governi futuri al perseguimento della sua politica. In questo modo l’Italia potrebbe continuare ad essere commissariata, questa volta direttamente da Draghi, con un governo italiano “fantoccio” come si usava nei protettorati. Forse è per questo che il Pd prepara una campagna elettorale con temi marginali rispetto alla crisi… è consapevole del suo ruolo futuro…

Cosa ci aspetta dunque?

“la «country-specific recommendation», votata all'Ecofin il mese scorso, offre un'idea piuttosto precisa di cosa sarebbe una lettera d'impegni dell'Italia. Su molti aspetti il governo ha già fatto abbastanza per essere sulla rotta indicata dall'Ecofin, per esempio sulla traiettoria di riduzione del deficit; sul debito la raccomandazione di luglio indica che la parabola discendente inizi già nel 2013, un risultato difficile se il Pil cadesse dello 0,5% come ieri ha previsto Moody's: non è escluso che, in quel caso, l'Italia dovrebbe accelerare ancora un po' sulle privatizzazioni.”

Quindi l’Europa verrà in Italia a fare la spesa a saldo. Di sicuro azioni e immobili non ci verranno valutati ai prezzi di mercato della fine del 2011, quindi sarà una svendita. Ancora una volta l’Italia diventa terra di conquista e scorribande dei Lanzichenecchi.

“Sul fisco, si chiede di ridurre sgravi, esenzioni e incentivi (alle imprese) e «spostare ulteriormente il carico dal lavoro e dagli investimenti alla proprietà e ai consumi». “

Tradotto vuol dire ancora più Imu e Iva, mentre difficilmente si ridurranno le imposte sulle persone fisiche e sulle aziende. Non con il progetto di pareggio di bilancio e fiscal compact che abbiamo di fronte negli anni a venire.

“Sul pareggio di bilancio in Costituzione, l'Ecofin parla di «soluzioni di dettaglio per l'applicazione dei meccanismi di correzione» e «coordinamento con i diversi livelli di governo» (una frecciata alla spesa delle Regioni).”

Tradotto vuol dire che gli enti locali subiranno le mazzate maggiori. Ci sarà probabilmente una riduzione di personale in stile greco: è l’unico modo efficace per ridurre le spese degli enti pubblici. Ci sarà una riduzione dei servizi offerti per le fasce più deboli.

“In materia di giustizia civile, un dossier che il governo sta affrontando, si punta il dito sulle «inefficienze nelle procedure e nell'organizzazione istituzionale». “

Come farà il Pd al governo a votare una riforma sulla giustizia, visto che ha sempre osteggiato questo tema? Si riuscirà a battere la potente lobby dei magistrati?

“Per l'occupazione si prescrive invece che «i sistemi di trattativa salariale siano ulteriormente riformati, permettendo soluzioni più flessibili anche a livello nazionale settoriale».”

La flessibilità sull’occupazione non è altro che la possibilità di licenziare e ridurre ulteriormente gli stipendi. Perché semplicemente secondo l’Europa del nord “viviamo al di sopra delle nostre possibilità”. I nostri stipendi devono essere una frazione dei loro. Si deve creare deflazione interna, non potendo fare svalutazione monetaria.

“Sulle liberalizzazioni si chiede di più sui porti, le ferrovie e i servizi di rete.”

Tutto quello che si potrà raspare, ce lo porteranno via. Probabilmente i porti sono interessanti per l’approvvigionamento del centro Europa. Delle ferrovie saranno interessati dai redditizi percorsi dell’alta velocità: le tratte dei pendolari sono notoriamente in perdita e sostenute dal denaro pubblico. E poi tutti i servizi di rete telefonico-informatici che in Italia sono ancora carenti, quindi è tutto un mondo da inventare e probabilmente proficuo.

 “E nell'istruzione si prevede che le università ricevano fondi pubblici «in base alla performance».”

La scuola pubblica è un fastidio per questi liberalizzatori. Quindi se le università forniscono materia prima non idonea al nuovo mondo “liberalizzato” è meglio che chiudano. Potrebbero sfornare persone con un pensiero proprio, una cosa del tutto inutile alla nuova situazione di schiavitù.

Cosa avrà voluto dire il potere attraverso questo articolo su un quotidiano governativo? Da un lato tenta di tranquillizzare il cittadino: l’Italia non chiederà “mai” aiuto all’Europa!

Dall’altra afferma, che se proprio dovesse accadere, non c’è di che preoccuparsi, son cosette da niente. Infatti le passa in rassegna velocemente, con qualche frasetta sibillina che non viene analizzata fino in fondo. Perché se solo si comincia a valutare e pesare le poche parole, il quadro è preoccupante. Se l’Italia chiederà aiuto all’Europa, si attueranno interventi che andranno ad incidere pesantemente sulla vita degli italiani.

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