lunedì 17 settembre 2012

La bomba elettorale



I partiti tradizionali, soprattutto i sostenitori del governo di Mago Monti, il mago che doveva fare la magia di farci uscire dalla crisi, con le formule magiche dell'austerità, rischiano molto più di quel che sembra.

Se oggi sono preoccupati dal 15-20% del Movimento di Grillo, faranno meglio a preoccuparsi di quel che accadrà a fine anno e oltre nei mesi a ridosso delle elezioni. Lo spread scende, lo Stato è quasi salvo, ma i suoi cittadini sono in una situazione economica al limite del sopportabile. E comunque lo spread è sceso solo grazie all'annuncio minaccioso di Draghi, nei fatti non è stato ancora fatto nulla, quindi potrebbe ritornare a livelli pericolosi.

Molte aziende sono già in stato comatoso e basterà poco a farle morire. Lo Stato rischia di salvarsi facendo fallire i suoi cittadini. Del resto lo Stato può usare tutta la sua autorità per imporsi sul resto della società. Autorità in parte ormai inutile e immotivata, visto che poi questo potere è solo più auto conservativo, avendo perso la sovranità monetaria ed economica, non può più usare il proprio potere per proteggere i suoi cittadini.

Ancora una volta, i nostri partitoni dai nomi altisonanti, ma connotati da incapacità cronica dei suoi leader e dirigenti (da destra a sinistra), dovranno rimpiangere il sostegno a Monti:

"ciò che è stato richiesto agli Italiani con le prime due rate di IMU, nella migliore delle ipotesi (casi rarissimi) è pari alla metà di quanto dovrà essere conguagliato a metà dicembre, nella peggiore è pari ad 1/4. Si avete capito bene, le addizionali comunali potranno moltiplicare per 3/4 volte quanto già versato con le prime due rate, specie nel caso si abbia la sfiga di possedere una seconda casa, magari un rudere in campagna ereditato dai gentori."

Se si unisce questa eventualità, al fatto che la maggior parte degli italiani non risparmia più, al fatto che chi ha un lavoro destinerà la tredicesima alle tasse e non al rilancio del Pil, al fatto che chi è in cassa integrazione o perde il lavoro non riuscirà a pagare tasse, eventuale mutuo ecc., il timer della bomba è ormai programmato e sta ticchetando sinistramente. L'unica cosa che non si legge, è la cifra lampeggiante sul timer: quanto tempo ci resta?

Negli attuali sondaggi i partiti tradizionali appaiono ancora come maggioranza relativa, per questo fra i loro leader si sta facendo il ragionamento, che se una coalizione non dovesse farcela, c'è sempre la possibilità di una grande coalizione. Sarà veramente così?

"Nell'insieme, oggi solo il 36% degli elettori esprime la volontà di optare per uno dei partiti tradizionali presenti sullo scenario politico."
(www.corriere.it)

Ecco la bomba elettorale splendidamente descritta dal sondaggista Mannheimer. Ecco allora che i sondaggi vanno presi con le pinze, soprattutto quelli che danno i partiti maggiori tra il 20 e 25%.
E' tutto molto semplice, perché il Pd regge così bene? perché il suo 25%, è in effetti un 9% (il 36% del 25%), cioè è quello zoccolo duro di cittadini che è saldamente fedele al partito. Magari perché attivista o perché ha degli interessi personali da difendere con tale partito.
E anche il Pdl, in realtà non ha il 20-22% di consensi, ma circa 7%. Anche per questo partito valgono gli stessi ragionamenti, questa è la quota dello zoccolo duro dei berlusconiani più fanatici.



E che dire allora dei partiti minori, quelli che stanno dietro il 7% dell'Udc? diventano o ritornano ad essere partiti da prefisso telefonico in molti casi. Partitini sostenuti da ristretti clan, poche persone legate da interessi particolari.

Due terzi dei votanti che non esprime la propria preferenza politica per i partiti attuali, è una quota enorme di elettorato, una bomba pronta ad esplodere. Questo non significa che il Movimento 5 Stelle raggiungerà il 60% di consensi, i sondaggi non dicono questo. Ma molti italiani stanno tenendo il loro voto nel cassetto come una pistola che non vorrebbero usare, ma che se qualcuno li metterà in condizione di farlo, lo faranno. 
Vedo più probabile un flusso di voto che andrà in mille rivoli verso tutte quelle formazioni politiche che si pongono in opposizione alle scelte dell'attuale governo. Fra queste il M5s sarà la forza preponderante, questo è evidente. Ma fra le scelte di protesta, ci sarà anche un'alta astensione o il voto con scheda bianca o nulla.

E le condizioni per impugnare la pistola del voto di protesta possono arrivare in autunno e alla fine del 2012. Con un governo Monti stremato, che non avrà raggiunto gli obiettivi, che non avrà riportato la crescita, ma anzi avrà fatto più danni del precedente governo. Gli italiani, potrebbero mettere in pratica, quel che lo stesso premier dice in continuazione negli incontri con gli altri leader europei: un voto massiccio contro l'Europa e contro le politiche di austerità europee. Punendo i partiti che da novembre 2011 si autodefiniscono "responsabili". Ed è proprio la parola giusta: responsabili di un disastro annunciato.

L'Italia potrebbe dunque "ribellarsi" all'autorità dei paesi del nord Europa e dare inizio ad un processo di disgregazione europea. Non sono un economista, ma a spanne mi pare che si sia avviato un meccanismo che difficilmente si riuscirà a fermare o invertire. Un processo che vede al centro l'euro, che sta portando la nostra economia nazionale al corto circuito: niente o pochissimo credito, niente investimenti, caduta del Pil, caduta della raccolta fiscale, Stato sempre più indebitato impossibilitato ad usare la propria sovranità per promuovere il benessere dei suoi cittadini e per salvare la propria economia.

E rivolgendo lo sguardo oltre, un'Europa distante, arcigna ed avara, che non vuole diventare entità politica forte e quindi sostituirsi agli Stati nazionali in fase di smobilitazione. Si disarmano gli Stati nazionali e al loro posto non c'è più nulla, rimangono solo più le banche comandate dalla Bce. La democrazia in Europa non sembra più di moda...

Tutto questo gli italiani lo avvertono, chi confusamente, chi più lucidamente, ma comunque si avverte un ombra che si avvicina sempre più, che ci avvolge e ci porta dritti verso un qualche cambiamento brutale. Non sono in grado di capire quale sia il grado di pericolosità del meccanismo perverso che si è messo in moto, ma se si ascolta chi sa fare un'analisi più profonda, chi è attrezzato scientificamente e culturalmente per capire questi fenomeni, pare che non ci siano alternative a un crack del sistema Italia.

Per esempio il prof. Bagnai:

"restare nell’euro significa necessariamente essere governati da altri, e da altri non eletti. Non è un mero dato tecnico, tutt’altro.
...
in questo momento tutti gli italiani stanno pagando per una scelta sulla quale non sono stati interpellati.
...
sono sostanzialmente d’accordo tutti, ormai, sul fatto che l’era dell’indipendenza della Banca centrale sia tramontata. Lo ammette l’Economist, lo ribadisce il Financial Times ...

... nel futuro c’è la creazione di moneta da parte dei governi. ... il mondo sta andando in questa direzione.
...
la transizione sarà necessariamente gestita dalle persone sbagliate, dico un’ovvietà: non esiste la possibilità di un ricambio della classe politica prima dell’evento, che molti suppongono prossimo [cioè l'uscita dall'euro ndr]. Tutti hanno il piano B nel cassetto, ma per ovvi motivi devono far finta di nulla.
...
Quando si uscirà, e si vedrà che lo si poteva fare (quindi chi diceva il contrario ha mentito), che l’economia riparte (quindi chi ci teneva dentro ci ha danneggiato), che i mercati ci danno fiducia, perché ce la daranno, perché gli conviene (quindi chi diceva il contrario faceva terrorismo), a quel punto sarà molto difficile anche per Bersani impedire ai suoi elettori di unire i puntini e di vedere l’immagine di un Giuda, ... Lo stesso vale ovviamente per qualsiasi altro politico abbia appoggiato il regime eurista.

Il giudizio politico si formerà dopo. E un ricambio, parziale, certo, imperfetto, certo, ci sarà dopo."

O il blog di Cobraf, già ospitato in questo post, con un articolo evocativo già solo nel titolo, "E' solo questione di tempo":

"Di tutti i paesi del mondo, l'Italia è oggi assieme a Grecia, Spagna e Portogallo, il paese nell'occhio del ciclone finanziario e non esiste il minimo segno di una leadership che capisca anche vagamente la Truffa del Debito e della Moneta. Monti, Passera e soci stanno affondando l'economia anche più in fretta di Berlusconi e Prodi e nessuno li ferma. ...
... quattro mesi fa i partiti hanno votato bovinamente, come fossero sotto il duce, nella Costituzione Italiana l'obbligo del pareggio di bilancio ! ... nessun altro paese al mondo lo ha messo nella Costituzione ? Solo noi. Questo obbligo messo nella nostra Costituzione è una sentenza di morte per l'economia italiana, come spiegato a sfinimento
...
C'è un virus che provoca la paralisi del cervello quando si nomina il "debito pubblico" e se menzioni il termine "moneta" il virus li fa anche ammalare. E' l'unica spiegazione, hanno tutti preso il virus.
...
... analisi degli anni passati che hanno funzionato, non dei ragionamenti inventati ieri, mi fanno dire che qui in Italia "ce ne verrà una gamba", come dicono dalle mie parti. Sul tempismo del "quando" ci si può sbagliare di più ovviamente perchè dipende da fatti contingenti
...
bisogna mettere guardia che in Italia ci sarà un crac finanziario. Non esiste la minima possibilità che noi, la Spagna e il Portogallo rimaniamo con la stessa valuta dell'Olanda, Austria, Finlandia e Germania dentro il meccanismo dell'eurozona con i suoi trattati."


Tutto questo gli elettori lo avvertono magari in maniera imprecisa, incoerente, sbagliata, ma capiscono che c'è qualcosa che non va nella politica economica del nostro continente che si dice unito solo a parole e non nei fatti. Ma più ci si avvicina alla data del voto, più sarà alto il numero di italiani che avvertirà sulla propria pelle le scelte sbagliate fatte a livello europeo. Quando saranno decine le Alcoa chiuse o prossime a chiudere, tutta la rabbia si riverserà in piazza e nelle urne. E non ci sarà nessuna legge elettorale in grado di garantire il seggio ai maggiorenti dei partiti principali.

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