giovedì 1 novembre 2012

I partiti riprendono spazio

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Dopo la sberla siciliana, ma anche a causa dell'avvicinarsi delle elezioni politiche, i partiti riprendono l'iniziativa, costringendo il governo Monti a riscrivere la "Legge di stabilità", cioè l'ennesima manovra dettata dall'austerità.

Da un certo punto di vista la norma viene depotenziata, anche se l'aumento dell'Iva rimane. E' evidente lo smacco subito dai tecnici, obbligati questa volta a seguire le indicazioni dei politici.

"Salta la riduzione di un punto percentuale delle prime due aliquote Irpef (quella del 23% e del 27%) per finanziare interventi sul cuneo fiscale e il mantenimento dell'aliquota del 10 per cento. È l'intesa sulla legge di Stabilità raggiunta mercoledì alla Camera fra il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli
...
Accordo anche sull'eliminazione della retro-attività delle nuove norme per le detrazioni e deduzioni Irpef.
...
salta la riduzione di un punto dei primi due scaglioni delle aliquote Irpef che restano al 23 e al 27%. Con quelle risorse, spiegano i relatori del ddl Stabilità, l'aliquota al 10% dell'Iva non aumenterà, viene «sterilizzata»,
...
Resta invece l'aumento di un punto dell'aliquota Iva al 21%. "

(www.corriere.it)

Il governo, è ora sempre più in balia dei venti politici. I dirigenti dei partiti, sono rimasti probabilmente spiazzati e spaventati dal voto siciliano, che ha messo in evidenza uno spezzatino partitico poco rassicurante. E' molto difficile trasportare il voto siciliano alla scala nazionale, ci sono liste e partiti che hanno rilevanza solo a livello locale. Inoltre il centro sinistra nell'isola è sempre stato debole, rispetto all'area conservatrice.

Malgrado ciò, e malgrado la sinistra abbia perso molti voti per strada, è riuscita ad ottenere la presidenza della regione. Per ottenere anche la maggioranza del parlamentino regionale, il centro sinistra dovrà cercare l'alleanza con altre forze. E qui arrivano le prime difficoltà per i veti incrociati fra tutti questi partiti e partitini.

La situazione dei partiti siciliani venuta fuori dalle elezioni è la seguente:

RISULTATI ELEZIONI SICILIANE


Astensione 52,60%
M5s 14,80%
Pd 13,30%
Udc 10,80%
Part. Comunista lavoratori 0,10%
Rivoluzione Sicilia 1,10%
Forconi 1,40%
Idv 3,40%
Sel Fds e Verdi 3,00%
Grande Sud 6,00%
Patto Siciliani 9,50%
Fli 4,20%
Ppa 0,05%
Pdl 12,10%
Cantiere Popolare 5,80%
Lista Musumeci 5,60%
Adc 0,20%
Sturzo Presidente 0,10%

Visivamente la situazione è riassunta dal seguente grafico a torta:

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La fetta maggiore è quella del Movimento 5 stelle, ma si tratta nel complesso di fette molto piccole. Se poi le fette sono raffrontate con l'astensione (grafico in alto all'inizio), allora appaiono ancora più residuali.

A livello nazionale per il centro sinistra la situazione appare dai sondaggi, migliore dei numeri che hanno permesso l'elezione del Presidente Crocetta. Ecco uno dei sondaggi più recenti, suddiviso per partiti e possibili coalizioni:

(Sondaggio Ipr su www.rischiocalcolato.it - cliccare per ingrandire)

Quindi se si andasse a votare con l'attuale legge elettorale (Legge 270/2005) detta "Porcellum", si avrebbe il seguente risultato:

SONDAGGIO IPR NAZIONALE




Centro destra 21,00%
Partito della nazione (Udc e altri) 8,50%
Centro sinistra 41,50%
M5s 18,50%
Altri non coalizzati 10,50%






LEGGE ELETTORALE PORCELLUM

CAMERA



Seggi:
Centro destra 23,92% 148
Partito della nazione (Udc e altri) 0,00%
Centro sinistra 55,00% 340
M5s 21,08% 130
Altri non coalizzati 0,00%






SENATO



Seggi:
Centro destra 25,93% 80
Partito della nazione (Udc e altri) 0,00%
Centro sinistra 51,23% 157
M5s 22,84% 70
Altri non coalizzati 0,00%


Tenendo presente che per il Senato il calcolo fa riferimento al sistema regionale con premi di maggioranza regionali per cui la tabella su esposta è solo indicativa; che per il calcolo non sono state tenute in considerazione alcune norme, come per esempio quelle sulle minoranze linguistiche; e che le norme sono le seguenti:

"Premio di maggioranza: viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti. Da notare che 12 seggi, assegnati alla "circoscrizione Estero", sono contemplati a parte, come anche il seggio della Valle d'Aosta. I voti della Valle d'Aosta e degli italiani all'estero non sono calcolati nemmeno nella determinazione della coalizione vincente. Per quanto concerne il Senato, il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati. In Molise (2 seggi) e all'estero (6 seggi) non è previsto alcun premio di maggioranza al Senato; nelle altre regioni alle elezioni politiche italiane del 2008 la coalizione vincente otterrà almeno 12 seggi su 22 in Piemonte, 26 su 47 in Lombardia, 14 su 24 in Veneto, 4 su 7 in Friuli-Venezia Giulia, 5 su 8 in Liguria, 12 su 21 in Emilia-Romagna, 10 su 18 in Toscana, 4 su 7 in Umbria, 5 su 8 nelle Marche, 15 su 27 nel Lazio, 4 su 7 in Abruzzo, 17 su 30 in Campania, 12 su 21 in Puglia, 4 su 7 in Basilicata, 6 su 10 in Calabria, 15 su 26 in Sicilia, 5 su 9 in Sardegna. In Valle d'Aosta, cui è assegnato un solo seggio, il sistema elettorale è forzatamente uninominale, come pure in Trentino-Alto Adige per 6 dei 7 seggi assegnati alla Regione.
...
I passaggi logici in base al quale la legge in oggetto assegna i 617 seggi in palio alla Camera dei Deputati per il Collegio unico nazionale sono quelli di seguito riportati:
1 - si determinano i voti validi, assommando le schede votate depurate da quelle bianche e nulle;
2 - si determinano le coalizioni e le liste che abbiano superato rispettivamente la soglia del 10% e del 4% dei voti validi;
3 - tra le liste che non facciano parte di coalizioni che rispettino il punto 2, e che si siano presentate unicamente in Trentino-Alto Adige o unicamente in Friuli-Venezia Giulia, si individuano quelle che abbiano superato il 20% dei voti nella propria Regione;
4 - tutti i voti espressi per liste che non rispettino nessuna delle clausole previste al punto 2 o al 3, sono definitivamente eliminati in quanto voti inefficaci;
5 - si procede ad una ripartizione virtuale dei seggi utilizzando il metodo Hare del quoziente naturale e dei più alti resti: a tal fine, il dividendo è rappresentato dalla somma deivoti efficaci di cui al punto 4, il divisore è pari a 617, il quoziente viene considerato nella sola parte intera. Si badi che, per il momento, i voti delle coalizioni di cui al punto 2 sono utilizzati in blocco, senza alcun riguardo alla suddivisione fra le singole liste ricomprese;
6 - se in base al conteggio di cui al punto 5, la coalizione più votata si è vista attribuire almeno 340 seggi, il calcolo virtuale effettuato diviene reale e definitivo;
7 - se in base al conteggio di cui al punto 5, la coalizione più votata non ha raggiunto la soglia di 340 seggi, questi le vengono assegnati d'ufficio;
8 - nel caso di cui al punto 7, si procede al ricalcolo reale e definitivo dei seggi attribuiti alle minoranze, procedendo nella stessa maniera di cui al punto 5, ma utilizzando come dividendo la differenza fra i voti efficaci e i voti ottenuti dalla coalizione di maggioranza, e come divisore la cifra di 277;
9 - si procede quindi alla suddivisione interna dei seggi attribuiti alla coalizione di maggioranza e a quelle di minoranza, assegnandoli alle singole liste componenti. A tal fine, vengono considerate unicamente le liste che abbiano ottenuto il 2% dei voti validi di cui al punto 1, oppure che siano, all'interno di ciascuna coalizione, la lista più votata fra quelle che non abbiano raggiunto il 2%, oppure che abbiano superato il 20% dei voti in Trentino-Alto Adige o in Friuli-Venezia Giulia, se si sono presentate unicamente in una di quelle due Regioni;
10 - per l'individuazione dei seggi da attribuire alle liste che abbiano rispettato almeno una delle clausole di sbarramento di cui al punto 9, si procede in modo simile al meccanismo di cui al punto 5, utilizzando come dividendo i voti della singola coalizione, e come divisore i seggi attribuiti alla coalizione in base ai punti 6, 7 e 8;

11 - la distribuzione dei 617 seggi della Camera fra le singole liste è ora definitiva. La legge suddivide i seggi guadagnati da ogni lista fra le circoscrizioni, in proporzione ai voti ottenuti da ogni lista locale. Nel compiere tale riparto, essendo fisso ed immutabile il numero totale di seggi assegnati ad ogni lista, può verificarsi la necessità di variare il numero di seggi originariamente attribuiti alle singole circoscrizioni elettorali."
(it.wikipedia.org)

Se quindi si andasse a votare oggi, il centro sinistra non avrebbe problemi ne alla Camera, ne al Senato. Ma se il M5s dovesse continuare a crescere con il trend attuale, potrebbe avere qualche problema al Senato. Dove il calcolo su base regionale è complesso e potrebbe dare una maggioranza molto più ampia del 51%, (comunque non dilagante) ma potrebbe anche dare un risultato di poco inferiore al 50%. E' sul Senato che il centro sinistra sta facendo la scommessa più importante.

Se poi si facesse una riforma elettorale semi proporzionale, ma probabilmente a questo punto non interessa a nessuno, in primis al Pd, si avrebbe una situazione ancora peggiore. Con una assoluta certezza di dover formare un Monti bis nel 2013.

Per questo motivo, ritengo che i partiti, che si stanno ridestando dal "trauma tecnico" imposto da Napolitano, difficilmente vorranno suicidarsi con una legge elettorale che non indica un vincitore certo. Al limite si faranno correzioni minimali sul voto nominale.
Intanto il Presidente continua a richiedere una riforma elettorale, ma difficilmente verrà accontentato in toto. Si farà appunto una modifica minima del "Porcellum", anche perché altrimenti le primarie del centro sinistra e del centro destra non avrebbero senso. Il Presidente, chiaramente vorrebbe una riforma elettorale che impedisca una vittoria certa di una parte politica, per poter replicare l'esperienza Monti. Ma i partiti terrorizzati dagli ultimi risultati elettorali, cercheranno di evitare questa situazione come la peste.

Monti non ha portato nessun vantaggio a chi lo ha appoggiato. Anche il centro sinistra sta perdendo votanti che vanno ad ingrossare le file degli astenuti e dei grillini. I partiti stanno cominciando a prenderne coscienza e quindi si stanno allontanando dall'agenda Monti, a cominciare dai provvedimenti in Parlamento.
Non a caso, l'ultimo "successo" del governo, il taglio delle Province, è passato con Decreto Legge, e non è detto che poi il Parlamento modifichi ulteriormente il provvedimento.

(aggiornato ore 11:00 causa pubblicazione tabella errata)

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