domenica 18 novembre 2012

Israele prepara un casino mondiale


Non è tanto per gli attacchi su Gaza che può scatenare tutta una serie di prese di posizione in favore dei palestinesi, quanto per l'insieme del piano che credo stia attuando, in attesa del colpo grosso.

Credo che l'attacco a Gaza faccia parte del piano di intervento militare prossimo sull'Iran. Gli israeliani vogliono probabilmente essere certi di non avere armi iraniane puntate nel giardino di casa proprio mentre i loro caccia fanno migliaia di chilometri alla ricerca dell'atomica iraniana.

Non so se è veramente così, ma la sensazione e quella. Del resto Israele non aspettava altro che fossero chiuse le elezioni presidenziali americane, perché i loro maggiori protettori, gli avevano imposto di non compromettere la campagna con una guerra complicata in Medio Oriente.

"L'esercito israeliano si appresterebbe ad entrare a Gaza in questo fine settimana. Lo riporta il Times, citando alti ufficiali delle forze armate. Uno di questi - secondo il giornale - ha confermato l'ordine alle truppe di prepararsi «con il più alto grado di speditezza». Intanto nella notte sono proseguiti i bombardamenti al confine con la striscia di Gaza. In sei ore, «l'esercito israeliano ha colpito 85 nuovi siti terroristici»"
(www.corriere.it)

Così ora Israele bombarda le postazioni missilistiche della "Striscia di Gaza" e poi effettuerà anche un'occupazione temporanea dei territori palestinesi, per il tempo necessario a far volare i suoi caccia sulla Persia. Caccia che si sono già addestrati alcune settimane fa in Ciad del sud su batterie antimissile da quelle parti.

Quello che traspare fra le righe di un articolo del Telegraph inglese, non è del tutto chiaro. Da un lato si afferma che il regime iraniano ha utilizzato il combustibile nucleare per scopi civili, dall'altro che non tutto si sa dell'effettiva produzione d'uranio in Iran:

"L'Iran è pronto a espandere notevolmente il suo arricchimento di uranio in un impianto sotterraneo dopo aver installato tutte le centrifughe che il sito è in grado di contenere, secondo un nuovo rapporto degli osservatori nucleari delle Nazioni Unite.

Uno sviluppo che rischia di alimentare l'allarme occidentale su obiettivi nucleari di Teheran, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha detto che una serie completa di centrifughe in numero di quasi 2800 erano state installate a Fordow, sepolte in profondità all'interno di una montagna nei pressi della antica città di Qom.

Teheran potrebbe presto raddoppiare a 1.400 il numero di centrifughe in grado di produrre 
uranio arricchito al 20 per cento, che è prossimo al grado di raffinazione per armi nucleari.

Il rapporto dice che il regime islamico ha prodotto circa 233 kg di grado più elevato di uranio arricchito di Fordow dal 2010, appena meno della quantità necessaria per il nucleo di una testata nucleare.

Con l'installazione di tutte le centrifughe che possono stare a Fordow, gli iraniani hanno aumentato la loro capacità di correre verso il traguardo di costruire un'arma nucleare. Ha inoltre prodotto 43 kg di uranio arricchito al 20 per cento da agosto.

Ma Teheran non sembra anche aver deciso di fare il tratto finale per costruire una bomba, e sembra intenzionato a mandare segnali contrastanti sulle sue intenzioni.

Ha trasformato 96 kg di kg 233 in combustibile nucleare da utilizzare per un reattore di ricerca medica, aumentando considerevolmente il tempo che ci vuole per costruire una bomba.

Israele, pur riservandosi il diritto di fermare gli impianti nucleari iraniani, ha quindi messo in chiaro che un raid non è imminente, e Barack Obama, fresco di rielezione, questa settimana ha detto che crede ancora ci sia una "finestra di tempo" per trovare una soluzione pacifica al lungo braccio di ferro con l'Iran.

Il rapporto dell'AIEA ha evidenziato altre sfide però, dicendo che a causa delle "attività spot" in una base militare a Parchin, la "capacità di condurre una verifica efficace" 
dell'agenzia era stato "gravemente compromessa".

Teheran ha sempre insistito sul fatto che il suo programma nucleare ha solo scopi pacifici, anche se un punto di riferimento in una relazione 
AIEA di un anno fa, riferiva di elementi che avevano innegabilmente "dimensione militare", comprese le attività a Parchin."

Fordow o Parchin? credo che sui taccuini degli aviatori israeliani sia segnata la seconda località.

Quello che preoccupa di più è il silenzio assordante del regime iraniano. Cosa stanno preparando? E' impossibile che non reagiscano, anche se probabilmente non riusciranno a difendere pienamente le loro postazioni, centrali e basi atomiche. Ma anche questo non è nemmeno da escludersi, hanno avuto tutto il tempo per prepararsi all'eventualità. Ma la vera ritorsione potrebbe essere di tipo terroristico, e qui a farne le spese sarebbero cittadini americani, israeliani ed occidentali in genere sparsi in tutto il mondo.

Un prezzo in vite umane elevate che temo, sia già stato messo in conto dalle amministrazioni Usa e israeliane, pur di eliminare la minaccia nucleare in mano iraniana. Minaccia comunque ormai non più estirpabile, in quanto,  quando un paese ha raggiunto una certa tecnologia e l'ha sperimentata, anche se non la utilizzerà più, avrà sempre le capacità di riportarla in vita.

E' auspicabile che questa volta l'Italia se ne resti fuori da questo pantano mediorientale-statunitense.

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