martedì 27 novembre 2012

L'immagine della politica





Due immagini in particolare della giornata di domenica mi sembrano paradigmatiche della situazione politica italiana:

1) Matteo Renzi che ringrazia dal palco i suoi sostenitori del comitato elettorale in visibilio per il risultato delle primarie, come un laburista o democratico anglosassone;

2) Emilio Fede che presenta il suo partito personale ad un teatro vuoto, nemmeno i parenti a sostenerlo.

Queste due immagini sono estremamente rappresentative del quadro politico italiano.

Comincio da quella più patetica:
nel pomeriggio un anziano giornalista, quasi rovinato dal vizio del gioco, grande amico e sostenitore di Berlusconi, si inventa fuori tempo massimo il suo partito "del predellino", emulo del Cavaliere. Un fallimento già alla presentazione. Un piccolo fallimento che dovrebbe fare riflettere Berlusconi, l'eterno rifondatore di partiti.

Berlusconi che privo di idee, si appresta ad affondare quel poco che rimane del centro destra, per andare verso una nuova avventura senza speranza. Per fare poi le stesse cose che vogliono Casini, Montezemolo e quasi tutto il Pdl: cioè sostenere il Monti bis. A che pro affannarsi tanto?

L'immagine di Renzi festante sul palco, attorniato da molto entusiasmo, ha molti significati. Anche se come euro-scettico non condivido le idee di Renzi (un blairiano con vent'anni di ritardo), mi pare che i sentimenti che gravitano attorno al sindaco fiorentino, siano opposti a quelli plumbei e confusi che permeano l'altra parte politica. Si tratta di sentimenti positivi, si tratta dell'energia che sostiene e pervade quella parte d'Italia che si sta allontanando dalla vecchia politica. Perché Renzi che fa le primarie del Pd, senza nemmeno un accenno ai colori e il simbolo del Pd, appartiene alla nuova politica, al confine dell'antipolitica.

Il primo significato dell'immagine di Renzi sicuro e felice sul palco, è certamente quello della rottamazione del vecchio Pd degli ex comunisti. Il suo programma di rottamazione, indubbiamente sta avendo successo, anche se non vincerà le primarie. Più di un terzo di simpatizzanti di centro sinistra condivide la sua istanza di rinnovamento. E questo è un campanello d'allarme per Bersani e soci. E' un grimaldello conficcato nella pancia del vecchio partito di derivazione comunista.

E' sintomatico che dopo Letta che parlava per tutto il Pd, con un discorso breve e poco coinvolgente, sia apparso Renzi che con grande intelligenza strategica è salito sul palco facendo un discorso appassionante e ringraziando tutti, anche gli avversari.
Letta invece era "freddamente" felice per la grande partecipazione. Ma sorrideva a denti stretti. Era sufficiente vedere il volto contrito, e sentire le giravolte intellettuali della Bindi su Rai 3 per capire lo spavento che sta prendendo il gruppo dirigente piddino.

L'altro significato manifestato dall'entusiasmo che attorniava Renzi è più generale e riguarda tutta la politica italiana. Gli italiani sono pronti a tornare al voto, a ridare fiducia alla politica, solo a patto che questa si rinnovi radicalmente. E radicalmente significa, in profondità mai sondate prima. Non basta più cambiare nomi e colori dei simboli dei partiti. L'entusiasmo per la politica ritorna solo se questa verrà rappresentata dai Renzi, forse dai formattatori del Pdl, ma sicuramente da Grillo e dal M5s.

E' un chiaro messaggio ai Bersani, D'Alema, Bindi, Finocchiaro ecc., ma indirettamente anche ai Berlusconi, Fini, Casini, Rutelli ecc.
Il Cavaliere attendeva il risultato delle primarie per capire cosa fare con la sua ridiscesa in campo: devo dire che questo risultato non lo aiuta per niente. Bersani ha vinto, ma non nettamente, non convintamente. Ha vinto anche la voglia di rinnovamento, la voglia degli italiani di facce e idee nuove. E da qui alle elezioni questo sentimento sarà sempre più forte.
E' meglio se il Cavaliere ci ripensa e si ritira definitivamente dalla politica attiva.

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