lunedì 5 novembre 2012

Fermare Grillo (2)



Siamo alla caccia alle streghe, all'untore grillino. Come i medici con la peste del '600, politici e commentatori collegati ai partiti, non riescono a capire il fenomeno del M5s. Allora, invece di cercare le vere cause (cioè loro stessi), vanno alla ricerca di untori e agitatori.

E' quello che sta accadendo al blogger C. Messora (www.byoblu.com), il quale è più esposto di molte altre voci in rete, in quanto "scoperto" da G. Paragone che lo invita come ospite fisso alla sua trasmissione "l'Ultima parola". Il passaparola e il collegamento con il blog di Grillo l'hanno reso molto popolare e cliccato.

"Dieci influencer per Grillo posson bastare. C'è una sporca decina di aggregatori di consensi sui social network capaci di pilotare verso Beppe Grillo un milione di italiani evidentemente assai suggestionabili.

Ieri il Fatto Quotidiano ha azzardato l'elenco delle dieci sfumature di eminenze grigie, una lista che qualche perplessità la solleva, come vedremo tra un po'.
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tutto ruota attorno all'indice Klout, un algoritmo che ha 100 come punteggio massimo (ma avere 70 è già un bel colpo) e che misura le interazioni su Twitter, Facebook e sugli altri social network di ogni personaggio.
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Altri tre influencer sono emanazioni locali del M5S: le sezioni siciliana, fiorentina e romana, che peraltro hanno un impatto decisamente limitato, con pochi migliaia di «seguaci» che probabilmente si sovrappongono a quelli della sezione nazionale. Altro influenzatore collettivo è il sito cadoinpiedi.it, portale multimediale di approfondimento che effettivamente ha una bella potenza di fuoco: 76mila «mi piace» e 13.217 follower e un Klout di 62. Beppe Grillo è tra gli autori più attivi, con 65 articoli pubblicati, ma i collaboratori sono assai vari, a indicare un bacino d'utenza assai vario che rende più forte una possibile influenza subliminale.
Ci sono poi cinque influencer in carne e ossa. Uno è Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano reso famoso dal fuori onda televisivo in cui denunciava la scarsa democrazia del movimento: in quanto coscienza a suo modo critica tra i grillini, i suoi 7.255 follower e i 13.868 ammiratori (il suo Klout è 58) non necessariamente sono dei fedelissimi del comico ligure, ciò che però rende ancora più importante il suo compito di arruolatore di grillini. Un'altra figura istituzionale è quella del trantanovenne sindaco di Parma Federico Pizzarotti (che vanta 8.830 mi piace e 10.158 followers su twitter, indice Klout 57), che ha un rapporto molto stretto con i suoi «amici» in rete: proprio ieri in un post annunciava l'intenzione di mettersi alla pari nel rispondere a mail e messaggi Facebook(«me ne mancano 1.500!»). C'è poi Mattia Calise, ventiduenne riccioluto consigliere comunale grillino a Milano, che «sposta» 10.324 mi piace e 4.341 follower e ha un codice Klout di 54, decisamente migliorabile. Si risale decisamente con Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della Regione Sicilia che ha trascinato il M5S a diventare il primo partito isolano. Del costruttore di consenso subliminale ha sia il physique, con quel pizzetto un po' mefistofelico, sia i numeri: 15.798 pollici all'insù su Facebook, 6.232 follower cinguettanti e un indice Klout di 62. Il personaggio più misterioso è l'ultimo: Claudio Messora, un giornalista che si è inventato un seguitissimo videoblog (www.byoblu.com) sul quale tra l'altro espone «posizioni critiche sulle relazioni tra le grandi banche d'affari, la speculazione internazionale e le lobby». Effettivamente Messora un certo seguito ce l'ha, oltre a 27.250 «mi piace» e a 12.839 followersu Twitter. Il suo indice Klout è assai elevato, 72."

(www.ilgiornale.it)

Il "misterioso" Messora, è probabilmente la prova vivente della potenza della rete. Quanti voti sposti verso Grillo non è dato sapere da questa indagine de "Il Giornale", ma sicuramente il rapporto finanziamento/voti è decisamente a suo favore. Nel senso che il voto acquisito dal M5s attraverso il blog di Messora o i twitter degli altri esponenti è costato decisamente un'inezia rispetto alla mole di finanziamenti (pubblici e privati) che piovono su carta stampata e televisioni.

Scrive infatti Messora:

"Sodi non ne vedo: sfido chiunque a trovare un centesimo piovuto nelle mie tasche dal "fortino Casaleggio"
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firmai un contratto per realizzare 50 video a soggetto libero (a mio insindacabile giudizio) da pubblicare sul sito di Italia Dei Valori (allora gestito da Casaleggio), specialmente sull'ambiente e sul nucleare. Ogni video prevedeva qualcosa come 150€ di corrispettivo, tutto compreso
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mi costarono più di quello che guadagnai, ma piantai lì il lavoro a metà perché nel frattempo ci fu il terremoto a L'Aquila, e io sentivo di dover dare il mio contributo da quelle parti
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Un giorno di sempre tanti anni fa, poi, c'era una diretta da moderare a Roma ... Mi chiamarono al volo e mi proposero circa 400€ di compenso (credo al giorno, sempre tutto compreso).
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E se non sono soldi, dunque ... cos'altro? Ma certo, come non pensarci prima! Punto a diventare onorevole.
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un momento: come mai Grillo ha appena emanato regole severe in forza delle quali non potrei candidarmi neppure se lo volessi?
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che uno sia seguito perché si vede che quantomeno è onesto intellettualmente (poi magari dice un sacco di stupidate), questo è ovviamente talmente lontano da un certo modo di intendere l'informazione che nessuno riesce neppure a immaginarlo. E allora si fa comprensibilmente "misterioso".
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Ultima rivelazione scottante: (in merito a "l'Ultima parola" ndr)
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La redazione lo chiamò tre anni fa (Wil alias twitter.com/nonleggerlo ndr) e gli chiese un nome per l'anteprima web. Wil, che è meno misterioso di me ma vuole rimanere anonimo, gli diede il mio. Così iniziai a dire la mia online, per un anno intero, poi mi feci un altro anno tra il pubblico, e poi, siccome evidentemente il mio lavoro - anche e specialmente sul web - deve essere stato valutato positivamente, mi è stato chiesto di partecipare con un ruolo più significativo, con un modicissimo rimborso spese. Ma, come si diceva più su, chi fa le cose per passione non si cura dei soldi."

(www.byoblu.com)

Se Messora è un agitatore di professione, è veramente molto conveniente. Dovrebbe aggiornare il suo tariffario, soprattutto se confrontato con quello dei procacciatori di voti della concorrenza.

Prima della riforma di giugno sul finanziamento pubblico dei giornali, che di fatto è stato limitato, questi ottenevano complessivamente quasi un miliardo di euro all'anno.
I partiti incamerano dopo le elezioni del 2008 (it.wikipedia.org) circa 500 milioni di euro all'anno complessivamente.
La raccolta pubblicitaria televisiva, assomma a circa 7 miliardi di euro all'anno, di cui una parte è sicuramente utilizzata per creare consenso politico.

Insomma, a livello dei media sussidiati e collegati al sistema politico, nonché direttamente ai partiti stessi, sono stati erogati milioni di euro, che ad oggi riescono a malapena a difendere la tenuta dei partiti tradizionali, i quali raggiungono con i nuovi tra il 50 e il 70% dei consensi degli aventi diritto al voto.
Se si considera che sono stati spesi 2 miliardi di euro (stimati: sui giornali e in Tv non si parla solo di politica) per fidelizzare gli elettori a qualche partito tradizionale (di maggioranza o ex minoranza) e si spalmano su una media del 45% di elettori che ancora li votano (60% media - 15% del M5s), il loro voto è costato la bellezza di circa 100 euro a testa all'anno (il 45% di 47 milioni di potenziali votanti).

Quindi, buttandola sul venale e sul volgare mercimonio, probabilmente il M5s ha acquisito lo stesso voto a un centesimo o meno di quanto sia costato in termini reali agli altri partiti.
Anche per questo è giusto che gli altri partiti vengano puniti e scompaiano: se li consideriamo come qualsiasi altra attività, dal punto di vista della gestione aziendale, sono dei fallimenti totali. Se un partito come il Südtiroler Volkspartei incassa circa 2-3 milioni di euro, anche partendo da una formazione microscopica, con i giusti investimenti, si può riuscire a incrementare in pochi anni gli introiti e i voti: quanti volantini, manifesti, convegni, incontri, pubblicazioni, giornali ecc. si possono finanziare con cifre del genere?

Certo che se poi mancano le idee, se invece di lavorare alla comunicazione per convincere gli elettori, si spende in diamanti, immobili, feste e festini, vacanze di lusso ecc. allora è normale che si perdono voti. Non ci sarebbe alcun bisogno di rinunciare al finanziamento pubblico di partiti e giornali, se questi soldi venissero spesi poi in modo onesto, per le campagne politiche e per vere inchieste giornalistiche. E soprattutto se i bilanci e i rendiconti fossero pubblici e trasparenti.

Ormai dunque, siamo alla magia, alla superstizione. Non si riesce a fermare il M5s con le calunnie e nemmeno con il denaro. Non rimane che lo spauracchio dell'untore di manzoniana memoria (come dicono quelli acculturati).

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