lunedì 19 novembre 2012

La Francia resiste



Dopo il paranoico ministro tedesco Dr-Strangle-Schauble (“Default is non only possible... it is essental!”) che voleva scrivere la manovra della Francia, anche la “Perfida Albione” nei giorni scorsi ha messo in imbarazzo il Presidente ed il governo francese spiattellando su The Economist la “bomba francese” con tanto di baguette-tritolo pronte ad esplodere nel cuore dell'Europa.
Una Francia, che naturalmente come tutte le economie fortemente intrecciate d'Europa, risente negativamente della politica di austerità feroce nei paesi del sud.

Subito il governo francese ha replicato risentito alla ricerca di The Economist:

Il Ministero dell'Economia Pierre Moscovici ha espresso questa mattina su un altro istituto della stampa economica britannica, il Financial Times .
Il ministro risponde che "la Francia non è il malato d'Europa. La Francia è la quinta economia nel pieno possesso delle sue risorse, ma deve ritrovare la sua competitività ". Insolita ammissione, il ministro ha riconosciuto che "fino a 15 giorni fa, il discorso prevalente era che la Francia era il paese campione per le tasse. La gente ha detto che dobbiamo fuggire, via, via." Ma è meglio dire che "lo spirito è cambiato" dopo la presentazione del patto di competitività. "Ora lo spirito è più costruttivo, gli imprenditori dicono di voler investire e creare posti di lavoro" in Francia.

Pierre Moscovici ha detto che la Francia «non applica le stesse riforme della Spagna o dell'Italia perché non siamo nella stessa situazione, non abbiamo le stesse debolezze. Quindi dovremo riformare il paese alla “Francese” con le misure più ambiziose che nessun governo ha ancora applicato. " Il ministro insiste sul fatto che "la Francia ha un potenziale reale, non è un'economia indebolita e senza un soldo. La questione è se siamo in grado di mobilitare le nostre forze per riconquistare la nostra forza economica ".”

Nel video in alto la risposta dell'intellighenzia della sinistra francese (e forse dell'italiana censurata) su quali siano i pensieri che percorrono le teste pensanti dei vertici dello Stato francese.
L'idea dominante è quella di respingere la politica di austerità tedesca, e la politica di svalutazione competitiva interna (riduzioni dei salari) imposte all'Europa. Politiche sbagliate e nefaste. Su questi argomenti la Francia tenta una resistenza ad oltranza, che probabilmente la metterà sempre più in contrasto con la Germania.

Ma si riconosce anche una certa impossibilità e difficoltà a sfuggire da certi vincoli europei ereditati e dalla morsa della crisi, a cui la Francia reagisce con le stesse armi di Monti, cioè aumento della tassazione. Facendo rischiare anche alla Francia un pericoloso avvitamento in picchiata.
Insomma un bel inghippo da risolvere per Hollande, che proprio per queste contraddizioni e incapacità di trovare una vera strada alternativa, ha perso molto appeal sia dentro che fuori la Francia.

Ma la nostra speranza di italiani è anche riposta in una guerra economica franco-tedesca, che metta in tutta evidenza le contraddizioni ed i pericoli dell'austerità. Purtroppo non vedo in Hollande la forza necessaria per capeggiare un'alleanza di questo genere, a cui peraltro un governo Monti in perpetua adorazione della Germania, non aderirebbe mai. Monti non rinnega l'austerità, è solo alla ricerca di qualche modesta scappatoia che gli possa evitare la richiesta di aiuti e gli possa dare un minimo di crescita del Pil. 

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