giovedì 13 febbraio 2014

Scontro atlantico: quando i servi cambiano padrone

Gli alleati sbarcano nuovamente in Italia? (sbarco di Anzio)

Leggendo qua e la, ognuno propina la propria tesi circa l'improvvisa virata del Corriere contro la politica decisionista del Presidente Napolitano dal 2011 ad oggi. Quasi tutti avvertono però un sentiment diverso all'interno dei così detti poteri forti. Squinzi che si scontra frontalmente con Letta, è un altro segno inequivocabile del cambiamento in atto a certi livelli.

Ma Squinzi è capo della Confindustria, quella ufficiale, che è una organizzazione multiforme e nebulosa come il Parlamento italiano. Esiste una Confindustria non ufficiale, forse molto più potente e con un indirizzo politico molto più chiaro. E' una Confindustria transnazionale, con un piede in Italia ed uno negli Usa. A capo di questa Confindustria non dichiarata c'è la nuova Fiat di Marchionne, che non a caso si è tirata fuori dalla Confindustria italiana.

Secondo il Sussidiario.net, sono questi poteri forti, che fanno capo a lobby anglosassoni ed hanno grandi influenze sul Corriere, i portabandiera della nuova fazione anti Napolitano. Sono poteri che dopo aver servito gli interessi della Germania, improvvisamente si sono risvegliati da un lungo sonno e si sono resi conto che non coincidevano con i loro. Ora si sarebbero ridisposti al servizio dei vecchi famigliari poteri atlantici, cambiando padrone di riferimento, visto che quello nuovo teutonico non sta dando le sperate soddisfazioni.

Secondo il Sussidiario.net anche l'iniziativa incalzante di Matteo Renzi e la sua pressione per una svolta nell'azione di governo, potrebbe essere la ripercussione di uno scenario più ampio che riguarda la situazione italiana, la politica europea e i rapporti tra l'Unione europea, a trazione tedesca, e l'altra parte dell'Atlantico, cioè gli Usa.

Sono mesi in effetti che si parla di un contrasto evidente tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sulle scelte di politica economica. Agli Usa, che "stampano moneta" con i quantitative easing, si contrappone sempre di più, l'austerità imposta dalla Germania di A. Merkel a tutta l'Europa e che ha ripercussioni negative anche nel resto del mondo. Su questo punto, afferma l'articolista, spesso si sorvola. I media non insistono molto ma è evidente il fastidio con cui l'amministrazione Obama guarda a ciò che accade in Europa.

Sarà sempre una strana coincidenza, continua il Sussidiario.net, ma proprio mentre si consuma questo contrasto transatlantico, in uno degli "anelli deboli" dell'Europa come l'Italia, viene rimessa in discussione la politica dell'austerità in modo ufficiale, non più solo da analisti, da docenti universitari e da alcuni esponenti accademici. Ma in modo del tutto incongruente con le sue scelte precedenti, è lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che va al Parlamento europeo di Strasburgo, ad affermare che non si può più continuare con la sola politica di austerity . Di fatto è il netto e palese rovesciamento di una linea politica economica che è durata tre anni. Una dichiarazione che ha fatto scalpore aggiungerei, e che ha fatto fare a Napolitano la successiva strana dichiarazione di non essere responsabile della nomina di Monti nel 2011.

Condivido l'opinione dell'articolista per cui ci troviamo in una situazione concitata dove è difficile trovare il bandolo della matassa. Diventa difficile, spesso per gli stessi protagonisti, capire chi sta con chi e chi sta contro chi.

Ma dobbiamo renderci conto che siamo ormai a una sorta di resa dei conti, a una specie di "ultima spiaggia". Aggiungerei l'ennesima ultima spiaggia di questi anni. Il tutto, all'ombra di un "contenzioso transatlantico" che rischia di travolgere l'Italia come un vaso di coccio tra vasi di ferro. Se la situazione è questa, e ci sono buoni motivi per ritenerlo, allora la storia si sta ripetendo.

Come quando l'Italia era terra di conquista straniera, divisa in staterelli assegnati ad uno o all'altra potenza straniera. E dove invece di cercare di recuperare l'indipendenza, vigeva il detto: "Francia o Spagna purché se magna". Basta sostituire le due ex potenze in disgrazia, con le nuove Germania e Usa. La situazione è la medesima di allora.

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