venerdì 8 maggio 2015

Considerazioni sul buco di bilancio delle pensioni



"...il governo Renzi pensava di fare il furbo.

“Tanto nessuno vorrà accollarsi le spese legali per un ricorso, soltanto per recuperare un migliaio di euro”. Con questa considerazione in mente, il governo Renzi pensava di non rimborsare tutte le pensioni decurtate dal blocco dell’indicizzazione (il contenuto della norma Fornero bocciato dalla Consulta).

Quelle del governo Renzi erano speranze vane: un’altra novità, come una doccia gelata, arriva dalla Corte Costituzionale. Secondo le ultime notizie sulle pensioni, rimborsi sono automatici, non servono quindi ricorsi. E la sentenza è applicativa da subito."
(www.newspedia.it)

"secondo Il Messaggero si pensa non solo di rivalutare solo parzialmente gli assegni più alti, ma anche di restituire gli arretrati in titoli di Stato. Come accaduto vent’anni fa, quando il governo Dini dovette far fronte a due sentenze che imponevano di riconoscere somme aggiuntive ai titolari di assegni di reversibilità e integrati al minimo.
...
Intanto il Tesoro, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, ha quantificato l’impatto sui conti pubblici. E la stima va oltre le peggiori previsioni: secondo i tecnici si tratta di oltre 17 miliardi lordi, di cui 8,7 per 2012, 2013 e 2014, 1,9 miliardi per l’anno in corso e 3,5 per il prossimo biennio. Cifre che si riducono se si tiene conto che sui rimborsi si pagheranno naturalmente le tasse. Inevitabile, in ogni caso, che una parte dell’intervento reso necessario dalla sentenza venga coperto aumentando il deficit. Bruxelles permettendo."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Alcune considerazioni sulla notizia del buco nel bilancio dello Stato provocato dalla Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco dell'adeguamento delle pensioni.
Innanzi tutto, la considerazione più ovvia. Si tratta di una botta piuttosto pesante per l'esecutivo che stava valutando come evitare di rendere effettive le clausole di salvaguardia e si ritrova con un buco di una quindicina di miliardi. Altro che tesoretto inatteso. Non ci sarà nessun tesoretto e quindi enssuna regalia elettorale per le regionali.

Renzi è riuscito a far approvare l'Italicum. Ma la nuova legge elettorale entrerà in vigore solo a luglio 2016. Ce a farà l'esecutivo a trascinarsi fino a quella data? O la maggioranza già molto provata politicamente, si troverà ancora più annicchilita dai dati economici e dal peso di manovre pesantissime? Tutto può accadere da qui ad un anno.

La seconda considerazione è di ordine più generale. Da dove arriva parte o tutta la crisi economica italiana? Da misure come quelle decise dal governo Monti/Fornero sulle pensioni. In pratica è come se fossero stati sottratti all'economia reale, al Pil nazionale quei 17 miliardi che ora il governo dovrebbe riuscire a restituire. In pratica la mancata ripresa di questi anni è dovuta anche alla sottrazione di grandi somme di denaro pubblico dall'economia privata. Le pensioni sono solo uno dei tasselli. Poi c'è il blocco ormai pluriennale del contratto degli statali. La mancata stabilizzazione degli insegnati. Il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, ormai costituito da forza lavoro sempre più anziana. Il blocco di spese ed investimenti pubblici causati dal patto di stabilità. Tutto il Pil che manca, o gran parte di esso, è quello che lo Stato ha incamerato, o bloccato tagliando le spese. Cioè i tagli prodotti dalle politiche di austerità iniziate proprio da Monti.

Contraddicendo le speranze e le certezze dei liberisti, il taglio della spesa pubblica non ha liberato forze in ambito privato. Anche perché nel contempo lo Stato si è fatto burocraticamente invasivo. Rendendo costoso e quindi poco conveniente investire per intraprendere. E' stata messa in atto una politica contradditoria: mentre da un lato si ridotto il peso dell'intervento pubblico, dall'altra, invece di rendere più facili gli investimenti privati, in questi anni si è fatto il contrario. Rendendo sempre più dure e asfissianti le normative, e sempre più pesante la tassazione sulle imprese. 

La linea seguita è stata del tutto incomprensibile: se si voleva più liberismo, perché si è andati nella direzione completamente opposta? Non amo le ricette liberiste, ma ancor peggio detesto chi non è coerente con i propri assunti.

L'ultima considerazione sulla vicenda pensioni, riguarda il modo che il "Messaggero" ventila come possibilità di rimborso. Cioè attraverso la corrisponsione di titoli di Stato.
Che cosa sarebbe questo, se non una "stampa di denaro dal nulla" o quasi? Sarebbe l'anticipo di quello che molto probabilmente accadrà fra qualche anno. Potrà essere ricordata come la stampa delle prime "nuove lire" per pagare un debito verso i suoi cittadini, che lo Stato non è in grado di onorare utilizzando solo la normale fiscalità. Come del resto è prevedibile avvenga, visto che l'Italia non è più in grado di produrre sufficiente ricchezza per ripagare i propri debiti e fra poco (come in Grecia) nemmeno le spese correnti.

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