mercoledì 13 maggio 2015

Cresciamo come un gatto morto che rimbalza



"L’Italia è fuori dalla recessione. Nel primo trimestre 2015 il prodotto interno lordo è tornato a crescere, con un aumento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014, mettendo fine alla fase di declino più lunga dal Dopoguerra. A comunicarlo è stato l’Istat nelle sue stime preliminari, confermando così quanto anticipato in audizione al Senato, lo scorso 21 aprile, dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il risultato, per quanto modesto, è superiore alle attese degli analisti e il più corposo da inizio 2011. Nei primi tre mesi di quell’anno, infatti, il pil era aumentato dello 0,4%. A dire il vero anche nel terzo trimestre del 2013 l’economia italiana era risultata in crescita, ma solo di un flebile +0,1%. E nei mesi successivi il dato era tornato negativo."(www.ilfattoquotidiano.it)

Scendiamo in strada a festeggiare con bandiere e coriandoli. Siamo fuori dalla recessione! Cresce anche l'occupazione, anche se ancora una volta bisogna fare la tara al lordo dell'Inps. Non erano 200.000 nuovi posti di lavoro, ma in realtà 40.000.

Il problema è che questo è un rimbalzino dovuto probabilmente a motivi esterni all'economia italiana, come era già prevedibile ad inizio anno (euro svalutato, prezzo basso del petrolio, quantitative easing della Bce).
E' auspicabile che si inverta la caduta del Pil italiano, ma senza una redistribuzione dei redditi rischiamo una crescita con impoveriento come sta avvenendo in Spagna. Dove la crescita è accompagnata da disoccupazione ancora elevata e salari schiacciati verso il basso. Li la svalutazione salariale è stata applicata in maniera esemplare. Non penso che gli spagnoli siano felici di questo tipo di crescita, che di fatto è monca, perchè deprime la domanda interna.

L'Italia comunque rimane lontana dalle sue potenzialità effettive. Tanto per essere brutali, l'ultima volta che c'è stata una crescita decente (ma non sufficiente) è stato nel 2011 sotto il governo Berlusconi. Poi sono arrivati i "salvatori della patria", primo fra tutti Monti, che ci hanno mazzulato senza pietà con una violenta stretta fiscale.
Il grafico ad inizio post evidenzia l'inversione di tendenza del primo trimestre 2015, rispetto agli anni precedenti. Si tratta di ben poca cosa.

"in FallitaGlia ci si fanno gran "masturbazioni virtuali" per uno 0,1% in più od in meno...
Questa volta è "andata bene": lo 0,1% è stato in più....
+0,3% di PIL rispetto alle attese per +0,2%...
...
E ricordarsi sempre che partiamo da circa -10% di PIL in pochi anni...

dunque fisiologicamente prima o poi rimbalzi per forza...
soprattutto con condizioni astrali eccezionalmente favorevoli
come euro svalutato del -25%, Petrolio a saldo e super-QE di Draghi....
...
Dunque...
la Germania avrebbe dovuto salire del +0,5% ed invece ha deluso arretrando al +0,3%
L'Italia doveva salire del +0,2% ed invece si è sparata un "mitico" +0,3%
Dunque la crescita Italiana sarebbe PARI a quella CRUCCA?
Ma cos'è? Una BATTUTA DI CROZZA...?
Ed è ancor più Cabaret puro
nonchè un "filino" irriverente rispetto ai milioni di persone in Crisi in FallitaGlia
se allarghiamo la Prospettiva oltre ai tre mesi
per meglio cogliere il Gap tra Germania ed Italia"
(www.ilgrandebluff.info)




Gioiamo quindi con moderazione, perché la ripresa potrebbe essere fragile, come dice solitamente Draghi. Perché è una ripresa con alta disoccupazione, come del resto aveva certificato lo stesso Istat qualche giorno fa. E potrebbe essere una ripresina dovuta a situazioni temporanee:

"Breaking News: PIL Italia +0,3% trimestrale, +0,0% annuo; Italia resta fanalino di coda sul dato annuo, ma il dato trimestrale e’ buono (tutti i dati)
da scenarieconomici.it

ITALIA: PIL Italia +0,3% trimestrale, +0,0% annuo
Dopo una recessione infinita lunga 13 trimestri, il dato della crescita annua passa a ZERO. Ancora non e’ “ripresa” ma almeno non si crolla piu’.
Il dato annuo resta negativo e segnala l’Italia quale fanalino di coda europea.
Il dato trimestrale e’ superiore alle aspettative, +0,3%.
La ragione la si capisce da alcune spiegazioni dell’ISTAT, quali:

La crescita congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dell’industria e di una sostanziale stazionarietà nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) maggiore dell’apporto negativo della domanda estera netta.

Traducendo: c'è stata una crescita trimestrale legata al solo settore industriale (infatti i servizi segnano crescita ZERO), e simultaneamente, nonostante svalutazione dell’EURO la componente estera ha dato apporto negativo (ergo le importazioni sono cresciute in volume, cosa che su questo sito vi avevamo detto). Quindi?
Semplicemente sia “Industrie nazionali” che “Importatori” hanno prodotto ed importato di più’, al fine di “ricostituire le “scorte di magazzino” che erano a livelli molto bassi. Attenzione però, che se non ripartono i “consumi” ed il settore dei “servizi”, questo effetto potrebbe venir perso rapidamente.
L’effetto non e’ quindi legato ad un effettivo e sostenuto aumento della domanda, ma ad un’aspettativa di ripresa della domanda imminente."
(www.ilgrandebluff.info)
 
Ed inoltre ci sono fattori esterni che potrebbero già quest'anno destabilizzare i conti dello Stato, facendo aumentare ancora se possibile la stretta fiscale. Non c'è solo la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni da rivalutare, ma anche il clima strano che si è generato sui mercati obbligazionari. Sembra che i tassi ufficiali d'interesse stiano di nuovo salendo. Non sarebbe però in questo caso una crsi dello spread come nel 2011, ma un aumento generalizzato in tutto il mondo. Anche i tassi dei bund tedeschi aumentano.

"Vi Rendete Conto che Solo un RIDICOLO 4% Vi Porterebbe in Rovina?

I Titoli di Stato “occidentali” sono sotto pressione da 3 settimane, ovvero stiamo assistendo ad un aumento rapidissimo dei rendimenti (che “forse” erano scesi un pochino troppo… giusto un zin zin). Non è un fatto italiano per ora ma globale, a partire dal mitico Bund a 10 anni che è passato da 0.1% a 0.7% in un amen (+700% oh yeah)

Per ora il costo del debito pubblico italiano è tutto sommato eccezionalmente basso pur essendo salito anch’esso da 1.10% a circa 1.90% sul decennale. Dunque nessun allarme.

Ma c’è un fatto: ci rendiamo conto che i tassi di interesse non potranno salire in maniera consistenete MAI più senza passare da una bancarotta?

Diciamo un 4% sul decennale, nulla di trascendentale, un tasso normale anzi naturale a confronto con le follie a cui assistiamo nel nuovo normale post Lehman. Ecco 4% è inconcepibile, 4% non è più gestibile se non con un simpatico default.

Senza contare i miliardi di euro di perdite nei bilanci delle banche nel caso in cui ci fosse una forte discesa dei corsi delle obbligazioni.

Questa è la sottile lama su cui ci stiamo muovendo."

(www.rischiocalcolato.it)

Già oggi il costo del debito incide per una percentuale enorme sul bilancio dello Stato. Si tratta di circa 85 miliardi all'anno su entrate fiscali complessive di circa 400. In Giappone, dove il debito è prossimo al rapporto del 250% debito/Pil, il suo costo assorbe più del 40% del bilancio statale. Li l'interesse sul debito è ridicolo, prossimo allo zero. Nel caso dovesse raggiungere il valore "folle" del 2% come in Italia, il Giappone sarebbe costretto al fallimento.

E' bello tornare a crescere, ma con uno 0,3% è meglio essere cauti. Ci sono ancora troppi "cigni neri" in agguato, la situazione non è per niente rosea. Inoltre fuori dall'Italia molti paesi forti stanno cominciando a rallentare. La Germania, come su indicato, ma anche Usa e Cina stanno dando molte preoccupazioni. Se non c'è crescita fuori dall'Italia, difficilmente la nostra economia ormai basata sull'export, potrà continuare a migliorare.


Nessun commento:

Posta un commento