sabato 9 maggio 2015

Forza lavoro Usa come nel 1977



Per continuare il post "Crollo lento o rapido, ma nessuna ripresa", si può affermare che traspare una certa volontà negli Usa di cambiare politica monetaria. Anche se la rotta al momento appare ancora confusa. Eppure secondo me la Fed guidata dalla Yellen vuole a tutti i costi aumentare i tassi di interesse e chiudere l'esperienza del Quantitative easing. Probabilmente le cose non avverranno in modo così lineare, ma le notizie di ieri mi spingono a pensare questo.

Ieri sono usciti dati sull'occupazione Usa molto confortanti, ma pienamente in contrasto con altri, come quelli sui consumi che dicono che gli americani stanno entrando in recessione.
Malgrado tale notizia positiva scrivevo:
"La ripresa mondiale che non si vede, anzi pare che gli Usa stiano per entrare in recessione (altro segnale qui, non fidatevi troppo delle statistiche manipolate sul lavoro)"
(Sta succedendo qualcosa di strano)

Ed infatti sono bastate poche ore per smascherare l'ennesimo inghippo, l'ennesima truffa sulle rilevazioni statistiche sul lavoro in Usa:

"Ieri era infatti il giorno della pubblicazione del dato sui nuovi occupati nel mese di aprile e il mercato ha brindato alle 223mila unità rese note dal Bls, più o meno in linea con le attese di 228mila. Peccato che, come ci mostra il primo grafico a fondo pagina, a rendere questo dato anemico un qualcosa da festeggiare ci ha pensato, tanto per cambiare, la revisione del dato di marzo al ribasso, solo 85mila, la lettura più debole dal giugno 2012!

In compenso, il tasso di disoccupazione generale è sceso dal 5,5% al 5,4%, ma anche qui occorre guardare il dato scomposto per vedere il trucco. Primo, in aprile c'è stato un aumento dei lavori part-time di 437mila unità, comunque la lettura peggiore dallo scorso giugno, mentre i lavori a tempo pieno sono crollati di 252mila unità, il peggior calo da un anno a questa parte. Direte voi, ma come fa a calare il tasso di disoccupazione? Semplice, si rivede il numero della base, visto che come ci mostra il secondo grafico, ad aprile gli americani fuori dalla forza lavoro sono stati 93.194.000, in aumento dal precedente dato di 93.175.000, livello che porta il tasso di partecipazione al 69.45, record in negativo toccato l'ultima volta nel 1977.

 
Ma c'è dell'altro, visto che un altro indicatore strettamente controllato dalla Fed in vista del rialzo dei tassi è quello delle dinamiche salariali: bene, la paga oraria ad aprile è salita solo dello 0,1% contro attese dello 0,2% e ancora più in basso dal dato pre-revisione di marzo che era allo 0,3%, mentre dopo l'aggiustatina è stato portato allo 0,2%. Ma va tutto bene, l'America sta economicamente uno splendore! Ormai sbugiardare i dati macro Usa è diventato troppo facile, fanno sempre le stesse cose: revisioni al ribasso e conteggi su basi alterate."

(www.ilsussidiario.net)

Quindi le borse europee sono salite su una notizia falsa? E quella americana? Per Bottarelli che ha smascherato i dati farlocchi sull'occupazione Usa, in realtà gli operatori borsistici vedono il risultato al contrario. Cioè comprendono che è falso e quindi che la politica monetaria della Fed continuerà ad essere espansionistica.

"Ma tant'è, ai mercati è bastato per guadagnare: d'altronde, sapete che la nuova regola è "bad news is a good news" e siccome chi investe i dati sa leggerli, quello di ieri è un'ulteriore prova del fatto che la Fed non alzerà affatto i tassi a settembre (sempre che non intenda distruggere il mondo), ma anzi si prepara ad ancora un po' di tassi a zero e denaro a pioggia."
(www.ilsussidiario.net)

Non condivido il ragionamento arzigogolato dell'autore, che forse cerca di trovare una logica in una situazione paradossale. Penso invece che questi dati vengano taroccati appositamente per poi seguire una determinata linea politico-monetaria. Anche se gli Usa entrano in recessione, si deve far credere il contrario per giustificare certe decisioni piuttosto pesanti.

Quindi la Yellen a giugno, o a settembre di quest'anno, farà quel che promette da mesi. Alzerà i tassi, magari di pochi decimali, e starà a vedere quel che succede. Se sarà un disastro come molti esperti affermano, probabilmente ritornerà sui suoi passi. Ma l'intenzione della Fed è di abbandonare le pazze politiche monetarie dei Qe e dei tassi a zero, per cercare di tornare alla normalità.

Con tassi normali, il capitale cercherà strade più remunerative e sicure nell'economia reale, abbandonando le pericolose speculazioni finanziarie perseguite in assenza di meglio. Credo sia questo il pensiero segreto dei funzionari della Fed. Ma per tornare alla normalità il vecchio edificio finanziario dovrà essere demolito. E questa demolizione potrebbe essere molto pericolosa e travolgere anche quel poco di economia industriale ancora superstite. La sfida è quasi mortale.

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