lunedì 11 maggio 2015

South stream, Italia e gas di scisto americano


L'Italia è un paese strano. Sempre pronti a baciare la mano alla potenza di turno. In particolare negli ultimi 70 anni siamo atlantisti convinti fino al midollo. Questo non ci ha comunque impedito di fare fare affari con gli storici nemici degli Usa. Dall'Iran alla Libia, passando per la Russia.
In piena guerra fredda la Fiat era corsa in soccorso dell'industria sovietica costruendo stabilimenti di auto in Russia. A Saddam, prima di essere spazzato via dalle guerre del golfo, siamo riusciti a vendere il "super cannone" tanto per dire (che poi forse non ha mai funzionato...).

Le cose non sono cambiate oggi, così per far piacere alla superpotenza Usa, abbiamo aderito controvoglia alle sanzioni contro la Russia.
Ma mentre la Francia (anch'essa controvoglia) non consegnerà le navi da guerra promesse alla Russia, anzi si aprirà un contenzioso perché pare le voglia addirittura affondare (ma gli scafi non sono di fabbricazione francese), noi proseguiamo imperterriti con i nostri affari. E neppure quisquilie, ma affari strategici.

"Saipem, si sblocca il contratto per il gasdotto nel Mar Nero

Il comunicato, diffuso ieri sera da Saipem, è decisamente stringato: la società italiana riprenderà «le operazioni per la costruzione del gasdotto offshore nel Mar Nero», dopo aver «ricevuto notifica dal cliente South Stream Transport Bv della revoca della sospensione dei lavori».

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 l'incognita sulla sorte del contratto da 2,4 miliardi di dollari, “congelato” lo scorso dicembre dalla russa Gazprom, minacciava il bilancio, rischiando di sottrarre almeno un miliardo di euro ai ricavi di quest'anno, previsti a 12-13 miliardi.
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La notifica da parte di South Stream Transport Bv non deve trarre in inganno: la Russia non sta resuscitando il “vecchio” South Stream, gasdotto abbandonato in polemica con l'Unione europea, che non voleva concedere l'esenzione dal Terzo pacchetto energia, che impone di separare la proprietà dei gasdotti da quella dei giacimenti. Si tratta anzi, con tutta probabilità, di un'accelerazione da parte di Mosca del progetto Turkish Stream: pipeline alternativa al South Stream, che segue in gran parte il tracciato di quest'ultimo, ma per sfociare in Turchia anziché dirigersi verso l'Europa balcanica attraverso la Bulgaria
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ben 660 km del tracciato offshore dei due gasdotti coincidono e South Stream Transport Bv ormai è controllata al 100% da Gazprom. Lo scorso dicembre il colosso russo del gas aveva rilevato le partecipazioni dei soci del consorzio, che avrebbe dovuto occuparsi solo del segmento di South Stream nel Mar Nero, liquidando Eni (che ne possedeva il 20%), la francese Edf e la tedesca Wintershall (gruppo Basf), che avevano il 15% ciascuna."
(www.ilsole24ore.com)

In questo caso nessuno ha perso niente, Eni è stata rimborsata, Saipem eseguirà il lavoro. Rimangono in sospeso i costi della sospensione dei lavori, ma credo che si troverà un accordo con i russi.

Come informa www.rischiocalcolato.it , non appena ripartono i lavori del south... cioè del turk stream, come un orologio svizzero scoppia la primavera macedone

"Casualmente:

- A Scopje ci sono manifestazioni sempre più violente delle opposizioni supportate da intercettazioni telefoniche che non si capisce come arrivano alla stampa (ho detto per caso CIA?)


- A Kumanovo verso il confine Serbo, frontiera che alcuni miei contatti mi hanno detto essere temporaneamente chiusa, sono scoppiati scontri fra la Polizia e gruppi di “rivoluizionari” di etnia Albanese. La stampa serba parla anche di infiltrazioni dell’UCK Kosovaro. (ho detto per caso Cia?)

Ma tu guarda i casi della vita. (ehi, ma per caso mi è scappato di dire Cia?)
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Ah certo ma sono tutte coincidenze temporali con la possibilità che la grecia si accordi con Putin per far passare Turk Stream sul suo territorio…. ovviamente.

p.s. la geopolitica è ironica, fino a ieri quei coglioni dei Greci si incazzavano se chiamavi la Macedonia col il nome che i Macedoni si sono dati, tanto che alla frontiera greco-macedone dovevi dichiarare di andare a Scopje e non in Macedonia (come se Scopje fosse uno Stato) se no ti fermavano per perquisizioni lunghissime. Oggi la MACEDONIA (ingoiate idioti col sirtaki) diventa un possibile alleato, ah una bella dose di umiltà non fa male a nessuno."

( www.rischiocalcolato.it )

E si. A questo punto credo che i greci si faranno andare bene amicizie scomode come quelle macedoni e turche. Ma visto il trattamento ricevuto dall'"occidente", i greci sono pronti a ricevere a braccia aperte l'insperato aiuto russo.

Ma ritornando a noi italiani, c'è da dire che fra south e turk non ci cambia un gran che. Con il vecchio tracciato il tubo del gas arrivava in Friuli. Con il nuovo potrebbe arrivare in Puglia.Con il gran vantaggio (sempre per noi) che se l'Europa del nord vuole il gas del south stream, si deve attraversare tutta l'Italia, e ci pagano il pedaggio.

Ma non finiscono qui i vantaggi energetici per noi. Ricordiamoci sempre che l'Italia è bifronte, e si stanno aprendo inaspettati scenari a occidente. Sta iniziando la guerra dei produttori di gas fra Usa e Russia.

Molti commentatori ritenevano che con il crollo del prezzo del petrolio imposto dall'Opec, l'industria dello shale oil e gas sarebbe fallita miseramente. In effetti qualcosa è successo, le trivellazioni sono diminuite bruscamente. Ma la realtà è che non si fa mai del tutto i conti con la tecnologia.
Lo shale gas in particolare forse non è in crisi come si pensava a causa della caduta dei prezzi energetici

"Il prossimo anno gli Stati Uniti saranno pronti ad inondare i mercati mondiali con quantità una volta impensabili di “gas naturale liquefatto” [GNL], modificando profondamente la geopolitica dell'energia e portando una grave minaccia al dominio del gas russo in Europa.
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Il Sig. Moniz ha detto che sono in costruzione quattro terminali di esportazione per il GNL.
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"Ci sono certamente delle buone possibilità per diventare, entro questo decennio, degli esportatori di GNL di dimensioni pari a quelle del Qatar, che oggi è il più grande esportatore di GNL", egli ha sostenuto
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Il Sig. Moniz ha dichiarato che l'aumento della produzione statunitense di idrocarburi generata dal “fracking” degli scisti ha già trasformato il mercato globale: "Avremmo già dovuto importare un sacco di GNL. Queste quantità, invece, sono andate altrove e hanno avuto un impatto significativo sul mercato europeo".
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Il giacimento “Marcellus” – profondo di un miglio, si estende dal West Virginia e arriva, attraverso la Pennsylvania, allo Stato di New York – sta guidando questa crescita esplosiva. La “interlocking fracture” [tecnica di fatturazione] della roccia rende possibile l’estrazione di molto più gas di quanto fosse ritenuto possibile solo cinque anni fa.
Già ritenuto in declino il “Marcellus”, da solo, produce 113 BCM l’anno. Questa quantità equivale, più o meno, alle esportazioni dalla Russia verso l'Europa fatte attraverso i gasdotti North Stream, Yamal, e Brotherhood.
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"L’efficienza delle trivellazioni è stata assolutamente piatta per trent’anni, ma oggi l’abbiamo migliorata di ben cinque volte. Abbiamo messo in moto qualcosa di irresistibile che, a questo punto, non può più essere negato", egli ha detto.
E ha continuato dicendo che, nel 2007, la sua azienda impiegava 17 giorni per realizzare un pozzo di 2.600 piedi.

Adesso, invece, ha appena realizzato un pozzo di 5.400 piedi in soli 6 giorni: "La nuova tecnologia è incredibile. Abbiamo una punta da trapano con all’interno un chip che gestisce da solo i cambiamenti di cui necessita".
Il Sig. Mueller continua ad investire pesantemente nel settore e spera d’incrementare la produzione fino al 10% l’anno per i prossimi tre anni, nonostante il calo a circa 2,60 dollari per BTU [milione di unità termiche britanniche] dei prezzi del gas. "Se resta a circa 3 dollari tutto andrà bene", egli ha concluso.
La EIA [US Energy Information Administration] prevede che i prezzi del gas saliranno, in termini reali, fino a 4,88 dollari [per BTU] entro il 2020 – e fino a 7,85 dollari [per BTU] entro il 2040.
E’ notevole il fatto che, oggi, i trivellatori degli Stati Uniti, con solo 280 impianti, siano in grado di produrre un terzo in più di gas naturale rispetto a quanto potevano fare nel 2009, con ben 1.200 impianti. La produzione totale di “shale gas” è salita a più di 350 BCM [miliardi di mc], partendo dal quasi nulla di una decina di anni fa. Ora rappresenta più della metà della produzione di gas degli Stati Uniti."
( www.comedonchisciotte.org)

Mancano ancora i terminali per stoccaggio e rigasificazione. Costruirli in Italia sarà molto complicato, ma alla fine si realizzeranno. Se non saranno in Italia saranno comunque in altri paesi europei, e l'Italia potrà comunque usufruire dell'approvigionamento anche dagli Usa.

Il clima di tensione fra Russia ed America, se non sfocierà in violenze belliche, sarà favorevole all'Europa e quindi all'Italia. Gli europei si troveranno al centro di una feroce guerra commerciale per le forniture energetiche e non potranno far altro che approfittarne per stracciare il prezzo migliore.

La situazione assurda, è che dopo averci angosciato con la fine del petrolio e delle altre fonti energetiche, forse con il solo scopo di aumentarne i prezzi, ci si ritroverà in un'era di basso costo dell'energia. Ma la cosa ancora più assurda, che quest'epoca favorevole non non migliorerà la qualità della vita di milioni di europei. Ci avviamo in un'epoca di debiti crescenti, di Stati voraci a causa della loro situazione finanziaria disastrosa, di banche sempre meno impegnate negli investimenti nell'economia reale e sempre più interessate all'ingegneria finanziaria fine a se stessa, e non ultimo, ci si avvia ad una crisi demografica pericolosa, che vedrà le nostre società sempre più dominate dai vecchi, con i giovani senza prospettive future. Quindi l'energia a buon mercato, che in un altro periodo avrebbe significato crescita poderosa, potrebbe diventare in futuro un fattore ininfluente.


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