domenica 22 febbraio 2015

Ex troika



Tsipras ha vinto: prima c'era la troika, ora non c'è più. Ci sono la Bce, l'Fmi e l'Ue. Cioè l'ex troika.

"Sarà esteso per un massimo di quattro mesi e non sei come chiesto da Atene nella lettera inviata giovedì all’Eurogruppo il programma europeo di sostegno finanziario della Grecia.
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il governo di Alexis Tsipras potrà contare solo su circa 11 miliardi di euro di fondi da utilizzare però esclusivamente per stabilizzare e ricapitalizzare le banche. Soldi che, peraltro, verranno spostati dai forzieri della National bank of Greece a quelli del fondo europeo salva Stati (Efsf) e potranno essere prelevati solo con l’ok della Bce.
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Tsipras per parte sua gioisce: “Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra. Le vere difficoltà sono davanti a noi”. Così il premier greco: “Ieri abbiamo fatto un passo decisivo, lasciando l’austerità, i piani di salvataggio e la troika”
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Eppure lunedì la Grecia è chiamata a presentare una lista di riforme e misure concrete. Che di fatto, a dispetto delle strenue resistenze opposte da Tsipras, dovranno essere quelle previste dal memorandum sottoscritto tra i precedenti governi greci e la ormai ormai ex troika formata da Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. A quel punto, ha spiegato Dijsselbloem, le “istituzioni” (nuova definizione politicamente corretta della troika) “daranno una loro opinione sul fatto se sia un buon punto di partenza per poter arrivare a una conclusione positiva della revisione”
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il divario di posizioni emerso nei giorni scorsi sembra in gran parte colmato grazie a quello che appare come un mezzo dietrofront di Atene. Che, si legge nel comunicato finale, per ottenere ossigeno fino a giugno “si impegna a onorare completamente e tempestivamente tutte le sue obbligazioni nei confronti dei creditori e astenersi dal ritirare qualunque misura o da modifiche unilaterali delle politiche e delle riforme strutturali che possano avere un impatto negativo sugli obiettivi di bilancio, la ripresa o la stabilità, come valutato dalle istituzioni”

(www.ilfattoquotidiano.it)

Purtroppo ha ragione Barnard:

"Da Zero Hedge, credo il commento più giusto di questa farsa greca
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“Ecco cosa voleva dire il Ministro delle Finanze tedesco Schauble quando ha detto ‘Non sarà facile per il governo greco spiegare ai loro elettori questo accordo’. Rimanendo sotto il totale potere della Troika di approvare o meno, il governo Tsipras deve ora rinnegare praticamente tutte le promesse fatte al suo popolo, cioè circa 20 miliardi di euro che voleva spendere per loro, altrimenti la Troika gli fotte l’accordo da sotto il sedere e li cacciano dall’Eurozona. E tutto ciò è il motivo per cui Schauble era in brodo di giuggiole alla fine dell’accordo, cioè la Germania ha dato al governo greco abbastanza corda con cui impiccarsi…”

Poi Tsipras ha ottenuto in cambio 4 miserabili mesi di estensione di debiti da pagare con altri debiti, da ripagare con altri debiti per i debiti precedenti… Pur di stare con l’euro.

Sono anni che lo dico, ANNI CHE LO DICO!, il Vero Potere ha pensato a tutto 70 anni prima di noi, i Trattati europei sono delle belve giuridiche da cui si esce solo STRACCIANDOLI. NON NEGOZIANDO."
( www.comedonchisciotte.org )

E' la contraddizione insanabile del governo greco: dire no all'austerità e dire si all'euro. E' una contraddizione insormontabile, poiché l'euro per i paesi deboli come la Grecia, o la Spagna, o l'Italia è di per se l'austerità. Per prendere a prestito una moneta che non ci appartiene siamo costretti a sacrificare il welfare, e nonostante ciò i debiti pubblici sono in costante e preoccupante aumento. Varoufakis ha ragione: il debito greco (e italiano) non potrà mai essere pagato. Ma restando nell'euro le cose peggioreranno ancora. E' matematico.

"Purtroppo tutte le considerazioni svolte negli ultimi due anni su questo blog hanno trovato la loro dimostrazione: non c’è alcuna possibilità di cambiare politica finché si rimane nell’area euro che non è solo una moneta, ma espressione ideologico contabile del liberismo selvaggio. Così chi come Tsipras, al seguito di molta parte delle cosiddette sinistre europee, mai come ora cosiddette, intende salvare salvare capra e cavoli è destinato a fallire. Sia in termini di analisi della realtà perché moneta unica e solidarietà sociale sono in antitesi,
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Fortunosamente è riuscito a strappare 4 mesi di tempo che gli permetteranno di giocarsi qualcosa sul piano mediatico, tanto più che le contrattazioni sulle riforme andranno avanti  fino a giugno, ma in pratica non ha ottenuto alcuna concessione che gli consenta di realizzare anche in minima parte il programma con cui è stato eletto, se si esclude il fatto che la troika non si chiamerà più così, ma in altro modo
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Ora che se ne farà Tsipras di quattro mesi di tempo per decidere definitivamente se arrendersi o essere estromesso dalla moneta unica in una situazione né concordata, né pensata, ma improvvisata e dunque drammatica, visto che all’Europa non dispiacerebbe colpirne uno per educare gli altri 18?  Quattro mesi sono troppo pochi per sperare di ricevere aiuto da un’eventuale vittoria di Podemos in Spagna perché l’appuntamento con le urne è a dicembre"
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Si è vero Merkel e Schauble forse hanno vinto. Ma è una pericolosa vittoria di Pirro. Le cose non miglioreranno. La faccenda graca ed europea non è risolta, è rimandata di quattro mesi. Questa non è la fine dei problemi, ma l'inizio di una telenovela con sullo sfondo l'Acropoli.

"C’è poi un’altra verità. La Grecia non è solo isolata ma è fortemente indebitata con l’estero. Non bisogna dimenticare che circa 2/3 dei titoli di Stato greci sono detenuti da diversi soggetti sovranazionali “pubblici”: il Fondo di salvataggio europeo, Esm, ( 142 miliardi di euro), i Paesi della zona euro ( 53 miliardi), il Fondo monetario internazionale (€ 34 miliardi) e la Bce ( 20 miliardi).

A ciò si aggiunge che le banche sono a corto di liquidi
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Considerato tutto ciò, c’è da chiedersi se il terzo salvataggio della Grecia che potrebbe essere concordato nei prossimi giorni servirà difatti a qualcosa. In questo giorni circola su Internet un grafico (rilanciato inizialmente dal sito zerohedge.com) da cui emerge che meno del 20% degli “aiuti” va ad alimentare politiche fiscali (spesa per cittadini e domanda interna).
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L’alambicco degli aiuti alla Grecia viene quindi fortemente filtrato per tutelare gli interessi dei creditori stessi (gli stessi che decidono se aiutare o no e a che condizioni) mentre solo una parte residuale è destinata al rilancio economico, a far invertire la rotta pesantissima (-25 punti di Pil reale dal 2008). Di questo passo non c’è salvataggio che tenga. Anzi, probabilmente non sarebbe neanche il caso di considerarlo, ponendosi nei panni di un cittadino greco, un salvataggio."
(vitolops.blog.ilsole24ore.com)

 Non è Tsipras che ha ottenuto quattro mesi di ossigeno. Ma è la Germania di Merkel e Schauble.

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