sabato 14 febbraio 2015

Un anno da vivere pericolosamente



Il 2015 appare sempre più l'anno dei fatti. Un anno di cambiamenti. Un anno da vivere anche pericolosamente. In ogni ambito. Da quello sociale a quello economico, passando per la politica.

Già con la vittoria di Syriza in Grecia è cambiato tutto in Europa. Non c'è più la stessa musica suonata da nord a sud del continente: le voci di verità di Tsipras e del suo ministro Vaurofakis stonano la melodia fin qui ascoltata. La vittoria di un partito che tiene testa ai propaganda tori di austerità è una vera novità dopo le false promesse di Hollander e Renzi.

Uno scossone alle certezze sbagliate degli ultra liberisti che si sono impossessato delle istituzioni europee. La politica sta di nuovo faticosamente cercando di imporsi sulla finanza. E se accadrà la stessa cosa successa in Grecia anche in Spagna con Podemos, questo sarà l'ultimo anno dell'Europa così come la conosciamo oggi. Dalla Grecia e dalla Spagna potrebbe diffondersi un irresistibile virus di liberazione da questa Unione Europea Sovietica.

"Il 20 Dicembre 2015 si vota in Spagna, e a quanto pare Podemos (l’M5S Spagnolo) prenderà il potere:

Vi ricordo che il sistema elettorale spagnolo è solo formalmente proporzionale, a causa di collegi piccolissimi esso si sostanzia in un sistema di fatto maggioritario a turno unico e dunque il 27,7% di Podemos potrebbe essere sufficiente per avere la maggioranza dei seggi in parlamento (o quasi)

Podemos ha un programma che è radicalmente incompatibile con l’attuale architettura europea.

In particolare fra i punti qualificanti del Programma di Podemos c’è il controllo Statale della Banca Centrale di Spagna e la sostanziale nazionalizzazione del sistema bancario (tutto). Ovvero il vero anticristo per l’Europa e il sistema Euro.

Non ha alcuna importanza il fatto che Podemos è formalmente favorevole all’Euro
...
Il tipo di Europa e di Euro che vuole Podemos ... sono in radicale contrasto con quella voluta dal Nord Europa, dunque una separazione è nelle cose, anche perché a stretto giro si voterà in Francia e probabilmente anche in Inghilterra sul referendum sulla permanenza degli inglesi in Europa."

(www.rischiocalcolato.it)

Ma questo anno di svolta potrebbe interessare anche il nostro paese, ed anche in modo piuttosto brutale. Una svolta non buona. Non mi riferisco tanto alle riforme autoritarie di Renzi, che comunque sono state accettate da una larga maggioranza partitica. Anche da Forza Italia che oggi le disconosce.

Mi riferisco ai venti di guerra che si levano dalla Libia. Sento dire in giro con molta disinvoltura, da politici e intellettuali, che ora è necessario un intervento armato in Libia. Ci stanno avvisando. Probabilmente l'Italia sarà chiamata a qualcosa di più che ad una semplice fornitura di basi e logistica.

"La radio ufficiale dello Stato islamico, al-Bayan, ha citato per la prima volta l'Italia, riportando le dichiarazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sulla Libia e definendolo "il ministro degli Esteri dell'Italia crociata".
...
In un'intervista a SkyTg24, Gentiloni ha detto ieri che l'Italia è pronta a "combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale", sottolineando che "l'Italia è minacciata da quello che sta accedendo in Libia. Non possiamo accettare l'idea che a poche miglia di navigazione ci sia una minaccia terroristica". Tesi rafforzata poi dal premier Matteo Renzi: "Italia pronta a fare la propria parte nell'ambito di una missione Onu".
  (www.repubblica.it)
 
Temo che si prepari un intervento di terra con la nostra partecipazione diretta. Del resto è un po' di tempo che la nostra difesa è oggetto di nuovi finanziamenti (malgrado la grave crisi) per riarmarsi ed aggiornarsi. Con mire a dir poco esagerate, come raggiungere la forza aerea del Regno Unito, o realizzare la più grande marina militare del Mediterraneo (vedi: "Pronti alla guerra?" in cui ci sono dichiarazioni di Gentiloni del 2014 di identico tenore sulla Libia).

Ci sono progetti per trasformare l'Italia in una media potenza militare nella regione mediterranea? Ci sono avvisaglie di un imminente scontro tra Africa ed Europa?

Non lo so, ma è evidente che si vuole trasformare il nostro paese in una nazione autoritaria, insensibile ai cittadini più svantaggiati, e probabilmente intrisa di retorica patriottico e militarista. Il nuovo modello di riferimento non è più la democratica Atene, ma la rude Sparta.

Non so si riuscirà a portare a termine il disegno, proprio ora che gli altri paesi del sud Europa stanno cercando di fuggirlo. Ma noi in effetti siamo diversi. Mentre in Spagna cresce il consenso per Podemos, qui da noi cresce quello di Renzi e cala quello del M5s sulle stesse corde di Podemos. Gli italiani potrebbero dare nuovo consenso al ducetto guerrafondaio di Firenze come novant'anni fa lo diedero a Mussolini. Ci sono sempre piaciuti gli statisti da operetta, quelli che promettono imperi di cartone e fanno girare i carri armati attorno al Colosseo.

Però quest'anno promette anche tanti cambiamenti esterni che potrebbero innescare spiacevoli crisi in grado di vanificare le mire smisurate dei nostri renzoidi.

La Fed potrebbe decidere di alzare i tassi, spaventati come sono dagli eccessi dei quantitative easing degli anni precedenti. Si assisterebbe ad una fuga dei capitali dai paesi in via di sviluppo verso il dollaro forte. E ad un deterioramento dei loro debiti in dollari. Ci sarebbero altri possibili casi di destabilizzazione finanziarie di intere nazioni. Anche la Cina potrebbe andarci di mezzo.

Le crisi nate in questi paesi si trasferirebbero velocemente anche in USA ed Europa. Dove accelererebbero il disfacimento dell'euro ormai avviato.

Questo è proprio un anno cruciale. Da vivere intensamente, ma purtroppo anche pericolosamente.

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