mercoledì 4 febbraio 2015

La Grecia se la canta e se la ride



"Il neo ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha presentato un piano per porre fine all'impasse sul debito greco.
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non chiederà più una svalutazione del debito estero, per 315 miliardi di euro ma, piuttosto, un "menu di swap sul debito", che include due tipi di nuovo bond.

Il primo tipo di bond, indicizzato alla crescita economica nominale, andrebbe a sostituire i prestiti europei erogati nell'ambito dell'operazione di salvataggio; i secondi, che sono stati battezzati "bond perpetui", sostituirebbero i bond greci detenuti dalla Bce.

Varoufakis (leggi Identikit di WSI) ha precisato che la sua proposta di scambio di debiti sarebbe di fatto una operazione di "piccola ingegneria sui debiti", che eviterebbe il bisogno di utilizzare termini come svalutazione o "taglio" del debito
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"Quello che dirò ai nostri partner è che stiamo creando una combinazione di surplus primario di budget e di agenda di riforme - ha detto il ministro delle finanze greco - Dirò: 'Aiutateci a riformare il nostro paese e dateci un po' di margine fiscale per farlo, altrimenti continueremo a soffocare e a diventare una Grecia deformata invece di una Grecia riformata"."

(www.wallstreetitalia.com)

Quindi la Grecia pensa di sottrarre il suo vecchio debito ai suoi creditori e soprattutto alle regole del mercato a cui oggi sottostà.

Da quel che capisco, il primo tipo di bond proposto, legato alla crescita è un modo gentile per mettere alla porta l'austerità. Il discorso dei greci è molto chiaro: se volete avere degli interessi decenti dovete permetterci di crescere. E chiaramente, continuando ad applicare i criteri dell'austerità, la crescita non arriverà mai.

E questo vale anche per l'Italia, dove Renzi tenta di fare dei make-up fiscali keynesiani, come quello degli 80 euro, ma nello stesso tempo inasprisce con inaudita ferocia la tassazione. E mantiente caparbiamente il limite di deficit/Pil al 3% (riuscendoci però anche male...). Evidentemente dalla recessione non usciremo mai. La proposta greca è quindi molto subdola, perché legare i bond alla crescita vuol dire fare politiche economiche opposte a quelle imposte dalla troika (e dalla Germania) fino a ieri.

Il secondo tipo di bond proposto, definito come perpetuo, credo venga inteso come un titolo di Stato a lunghissima o infinita decorrenza. Quindi con un tasso di interesse irrisorio pagato dallo Stato greco.

La Grecia tenta la carta della furbuzia. Ora però bisogna vedere se la Merkel ci starà.

"La Germania non farà sconti. Le trattative sul debito greco si prolungheranno per ancora almeno tre mesi, secondo la Cancelliera tedesca, che ha intenzione di temporeggiare e non assecondare immediatamente la strategia del compromesso adottata dal nuovo governo greco.
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Tra quattro settimane la Grecia non avrà più accesso a finanziamenti esterni, ma non farà subito crac sul debito, perché ha ancora risorse a cui attingere per poter restare a galla e fornire servizi fino ad aprile-maggio. A quel punto la Germania sarà in una posizione di forza."

(www.wallstreetitalia.com)

Ad ogni modo, grandi stravolgimenti politici ed economici sono alle porte dell'Europa. Quest'anno ci saranno anche le elezioni in Spagna, ed il primo partito nei sondaggi sembra essere l'antagonista Podemos (qui il discorso del suo leader a Madrid nella recente mega manifestazione).

Fra qualche mese il nostro caro leader Renzi apparirà vecchio ed inservibile come i notabili della seconda repubblica che ha rottamato un anno fa. Non è nemmeno da escludere che i successi di Syriza e Podemos (se ci sarà) vadano ad influire sul sentiment degli elettori italiani, rinvigorendo il nostro movimento populista per eccellenza: il Movimento 5 stelle. Che comunque mantiene il suo zoccolo duro del 20%. E provocando quel cambiamento violento, che il partito del Nazareno (Pd+Fi) tenta di evitare a tutti i costi.

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