lunedì 2 febbraio 2015

Il ricatto di Tsipras forse funzionerà



Malgrado in Italia si continui a parlottare di gossip presidenziale, la notizia più importante è la guerra di nervi tra Grecia ed Europa (cioè Germania). La seconda notizia importante non sono le riforme di Renzi o le sue baruffe da innamorati con Berlusconi, ma l'andamento della guerra ucraina.

Sulla prima questione Tsipras trova un inatteso alleato in America:

"Obama si schiera con Tsipras: «Non si può continuare a spremere Paesi in profonda depressione». Merkel per ora non vuole incontrarlo

«Ad un certo punto deve esserci una strategia di crescita, per permettere loro di rimborsare i debiti ed eliminare parte dei loro deficit» ha continuato. Il presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto che la Grecia aveva «disperato bisogno» di riforme, ma che «è molto difficile avviare questi cambiamenti, se il tenore di vita della gente è sceso del 25 per cento. Alla lunga il sistema politico, la società non possono sopportarlo». Obama ha detto di auspicare che la Grecia resti nella zona euro, ma che ci vorrebbe un «compromesso da tutte le parti»."

(www.ilsole24ore.com)

Non è una novità che gli USA critichino anche pesantemente le politiche di austerità tedesche. E quindi a Washington non si è perso tempo per rifilare una stilettata alla Germania. Anzi le si sta intimando di cercare il compromesso. Germania che invece ora pensava di usare l'arma del ricatto bancario.

"La leva decisiva per far pressioni sul nuovo governo è in Grecia, così come già nel 2013 a Cipro, il sistema bancario completamente sfinito. Il sistema bancario è attaccato alla flebo della BCE e dipende continuamente dall’afflusso di nuovo denaro. “Come nel caso di Cipro, la BCE potrebbe porre un chiaro ultimatum anche ad Atene: o il governo si unisce con i creditori, o il Paese si vedrà chiudere il rubinetto dei finanziamenti della BCE.”

Considerata la difficile situazione, lo ZEW ha già preparato un piano d’emergenza. Questo prevede che la vigilanza bancaria europea debba mettere in piedi un immediato “stress test sulla Grecia”, il quale simuli una perdita sui titoli di stato greci e un fallimento delle banche del paese.
...
se uno Stato chiaramente e persistentemente contravviene al programma di riforme unito al pacchetto di aiuti, i pagamenti dello scudo di salvataggio europeo dovrebbero essere regolati di conseguenza. “In questo caso non è da escludere, ma solo come ultima ratio, che il rifiuto delle riforme e la sospensione degli aiuti monetari conducano all’uscita del Paese dall’eurozona”, scrivono gli economisti dell’ IW, con sorprendente chiarezza."

Ma anche questa è un arma da usare cautamente, perché portata fino in fondo implicherebbe la fuoriuscita della Grecia dall'euro. Forse anche dall'Europa verso altri lidi. Per esempio la Russia. Cosa che farebbe arrabbiare ancora di più gli USA.

Insomma i Greci stanno usando l'arma di ricatto "muoia Sansone con tutti i Filistei"... Con la fine della Grecia in Europa non finirebbero solo loro sotto le macerie. E i tedeschi ci stanno già cascando in parte:

"... i politici tedeschi conservatori hanno da tempo iniziato a parlare apertamente della possibilità di un “Grexit”, come viene spesso definita l’uscita della Grecia dalla zona euro. “Gli effetti dell’uscita del paese sarebbero probabilmente meno problematici per l’euro rispetto a un alleggerimento dei criteri per tutti”, dice il ministro delle Finanze bavarese Markus Söder"

(vocidallestero.it)

In Germania c'è effettivamente un partito trasversale e popolare che tifa per il Grexit. Ma le élite tedesche sanno bene che far uscire un solo paese vorrebbe dire compromettere l'euro e dare l'inizio ad un pericoloso precedente. Per la Germania l'euro è molto portante, è l'unica nazione europea ad averne avuto un vantaggio economico. Per come è strutturata la società tedesca, senza l'euro la Germania tornerebbe ad arrancare con crescite deboli e mezze recessioni.

Per il partito della Merkel si tratterebbe di perdere la maggioranza relativa ed il sostegno sociale avuto fino ad ora. Per questo dovrà contro propri principi cercate di accontentare il nuovo governo greco. Visti anche i "consigli" non voluti da oltre oceano.

Ma anche qui si aprirebbe un capitolo difficile ed infinito di deroghe che farebbe saltare la politica di austerità. Se si abbuona il debito alla Grecia, perché non quello di altri paesi. Vedendo l'andamento della borsa di Madrid di oggi, mi viene da pensare che anche li i mercati temono una vittoria di Podemos. Un partito pronto a seguire le orme di Atene ed andare in contrasto alla politica economica tedesca.

Le scelte per la Germania si stanno facendo difficili. Sempre più i tedeschi dovranno scegliere fra il male minore: ma sempre male per loro sarà. Si sta aprendo il vaso di Pandora in Europa. Era inevitabile che accadesse prima o poi. Fra poco per la Germania e i falchi del nord diventerà sempre più difficile controllare i nuovi venti nazionalistici e libertari, che vedono nell'Europa del nord un fattore oppressivo.

La seconda notizia importante si intreccia con la prima in qualche maniera. E' evidente che l'esercito ucraino sta di nuovo perdendo terreno rispetto ai ribelli. E' un esercito svogliato, che non riconosce nemmeno del tutto le ragiono per cui combatte se è vero che sono in corso defezioni verso le truppe dei ribelli.

Il fatto che stia perdendo è chiaro dalla notizia che gli USA intendono appoggiare attivamente l'esercito ucraino.

"... il «New York Times» rivela che l’amministrazione Obama sta prendendo in considerazione l’ipotesi di armare direttamente il governo di Kiev nello scontro con i separatisti affiancati dalle truppe di Mosca. Il presidente americano non ha ancora deciso, ma diverse considerazioni lo spingono in questo senso: l’inferiorità strategica delle truppe ucraine nei confronti di un nemico che può contare sul sostegno attivo della macchina militare del Cremlino e l’inefficacia della strategia delle sanzioni economiche seguita finora, che ha finito per esacerbare la spinta nazionalista di Vladimir Putin."
(www.corriere.it)

Ed i separatisti tentano il colpo di grazia:

"Mobilitazione generale di “circa 100mila persone”. La ordinerà entro 11 giorni l’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.
...
Zakharchenko ha ribadito che non ci saranno negoziati di pace con Kiev fino a quando l’Ucraina non avrà designato un rappresentante ufficiale per i colloqui e ha indicato che l’esercito congiunto della Repubblica di Donetsk e di quella di Lugansk deve essere composto da 100mila soldati. “La mobilitazione – ha dichiarato – è la prima tappa. Prima i volontari, poi vedremo”. Sulla situazione al fronte il leader separatista ha spiegato che le truppe ucraine stanno provando a uscire da Debaltseve, città strategica a metà tra Donetsk e Lugansk. “Il nemico concentra le sue forze nel sud per un contrattacco”"
(www.ilfattoquotidiano.it)

Anche in questo caso la Germania non ha perso tempo nel dimostrare agli USA di essere un alleato poco affidabile, annunciando che non fornirà armi agli ucraini, in quanto crede sia importante continuare sulla strada del dialogo.

Al di la del fatto che in questo caso sto con i tedeschi, è evidente che la Germania si stia sempre più mettendo in cattiva luce con gli americani. Vedo per l'avvenire una Germania sempre più sotto pressione esterna. Da qualche parte dovrà cedere.

Penso che altrimenti gli Usa prima o poi gliela faranno pagare salata. Speriamo che quando accadrà noi italiani sapremo schivare il colpo appena in tempo. Del resto nel cambio istantaneo di alleanze e strategie siamo esperti...

Nessun commento:

Posta un commento