martedì 24 febbraio 2015

La telenovela sull'Acropoli è solo all'inizio



La nuova crisi greca non è risolta per niente. Le riforme promesse da Tsipras e Varoufakis alla ex troika sono aria fritta. Roba già masticata e rimasticata in Italia, tipo la "patrimoniale per i ricchi" e la "lotta all'evasione". Sembra che il compromesso tra Europa e Grecia sia stato raggiunto al ribasso.

L'Europa fa finta di non aver concesso nulla, la Grecia fa finta di proseguire sulla strada del governo precedente promettendo qualche generico impegno di risanamento.

"il neo premier potrà rivendicare un attacco su tutti i fronti all’infedeltà fiscale e alle grandi ricchezze. Il piatto forte del piano di riforme che troika, comunque la si chiami, dovrà approvare pena il blocco della proroga di quattro mesi del programma di assistenza finanziaria in scadenza il 28 febbraio, è costituito da una patrimoniale da 2,5 miliardi di euro che colpirà soprattutto armatori e oligarchi
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poi un inasprimento della lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e al contrabbando di sigarette e benzina. Stando a quanto anticipato dal quotidiano tedesco Bild, l’esecutivo conta di ricavare dal combinato disposto un totale di 7,3 miliardi. Via libera poi a controlli a tutto campo dell’ispettorato del lavoro per far emergere il nero e l’evasione contributiva.
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compaiono anche la riforma della pubblica amministrazione e l’impegno a non bloccare le privatizzazioni."

( www.ilfattoquotidiano.it)

Necessariamente il programma sociale di Syriza va in soffitta anticipatamente. Ma si tratta comunque di impegni vaghi, quelli presi con le istituzioni europee, se è vero che nel documento stilato dal governo greco non appaiono cifre certe. Si tratta di un elenco di "buone intenzioni", che lasciano prevedere ulteriori scontri con l'Europa nei prossimi mesi. La stessa cosa l'hanno fatta spesso i governi italiani: per esempio la lotta all'evasione si è quasi sempre trasformata in nuove tasse sugli onesti...

Un elenco di facezie, quello stilato da Tsipras e Varoufakis, che ogni governo italiano ha messo in bilancio o in preventivo, ma che poi non sono realmente quantificabili o poco rilevanti. La lotta all'evasione e corruzione sono più che altro mitologia per telegiornali, le cifre che le riguardano sono per lo più campate in aria. Le patrimoniali che fanno piangere i ricchi di solito si trasformano in Imu, perché malgrado la demagogia corrente con i soli ricchi non si fa bottino.

La commissione europea comunque esprime parere positivo, forse più per il timore di innescare una nuova crisi europea, che per convinzione.

"I ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Eurozona hanno esaminato la lettera di impegni inviata lunedì notte a Bruxelles dal governo di Alexis Tsipras e hanno deciso di dare il via libera all’estensione fino a giugno del piano di sostegno finanziario per la Grecia, che sarebbe altrimenti scaduto sabato 28. “La lista, sufficientemente completa, è un buon punto di partenza per completare la revisione e quindi diamo il via libera alle procedure nazionali per raggiungere una decisione finale sull’estensione di 4 mesi dell’attuale accordo”, si legge nella nota diffusa dall’Eurogruppo."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Probabilmente alla Bce e all'Fmi (le altre due componenti dell'ex troika) hanno subodorato la fregatura, ma per ora lasceranno correre anch'esse. Lo scontro ulteriore è solo rimandato.

"Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi scrive al presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che la lettera “è un valido punto di partenza”, ma dato “il tempo molto limitato disponibile” non è stato possibile ad Atene “elaborare proposte concrete e impegni” su crescita, finanza pubblica e stabilità finanziaria. Insomma, ci sono diverse lacune. Non solo: “Notiamo che gli impegni delineati dalle istituzioni differiscono con gli impegni dell’esistente programma in un certo numero di settori”. Ancora più netta Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, secondo la quale “in vari settori”, tra cui “alcuni tra i più importanti”, la lista di misure inviata da Atene “non dà una piena rassicurazione” sul fatto che l’esecutivo Tsipras intenda proseguire nelle riforme indicate dal memorandum. “Notiamo in particolare che non ci sono impegni per disegnare e implementare una modifica complessiva del sistema delle pensioni e dell’Iva, oltre che le già concordate politiche per aprire alle liberalizzazioni, le riforme amministrative, le privatizzazioni o la riforma del mercato del lavoro“. Impegni che l’istituzione di Washington, ricorda la Lagarde, “considera fondamentali perché la Grecia possa rispettare gli obiettivi di base del programma” di aiuti."

Quello con la Grecia appare un compromesso scritto sull'acqua. Tsipras non ha vinto, ma nello stesso tempo non ha fornito nessuna rassicurazione ai falchi dell'austerità. Si tratta di un altro calcio al barattolo, della durata di quattro mesi. Poi lo scontro riprenderà.

"La prima domanda è: che succederà se, in questo o in quel punto, nei prossimi mesi Atene non sarà in grado di rispettare le clausole dei patti sottoscritti? Il diavolo, come sempre, si nasconde nei dettagli. L'accordo infatti, è per ora è solo teorico, dovrà essere messo in pratica, e in questo passaggio si nascondono diverse insidie.
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Ma ce n'è una seconda: che accadrà ad agosto se la Grecia, nonostante abbia fatto diligentemente i "compiti a casa", scoprisse di non avere ottenuto la piena fiducia dei "mercati" e si trovasse ancora sull'orlo del default? A quel punto la terapia imposta dal sinedrio eurocratico avrebbe fatto nuovamente fiasco e saremmo da capo a quindici. Davvero si pensa che a quel punto Tsipras tornerà dai tedeschi col cappello in mano per chiedere, a condizioni ancor più dure, il rinnovo della "assistenza" europea? O non sarà vero piuttosto il contrario? Che Atene, guadagnato tempo, tirerà fuori un "piano B"?
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qual è l'eventuale "Piano B" di Tsipras e Varoufakys?

Azzardo un'ipotesi: davanti all'impossibilità conclamata di onorare il debito e di restare nell'eurozona, tenteranno di salvare capra e cavoli, proponendo a Berlino ed al sinedrio eurista la possibilità di una separazione consensuale: un'uscita che sia al contempo la meno dolorosa possibile per il popolo greco e la meno distruttiva per l'Unione europea. "

(sollevazione.blogspot.it)

Io invece credo più realisticamente che il nuovo governo greco non ne avrà il coraggio. Come non avrà il coraggio di farlo qualsiasi governo europeo, malgrado ormai sia evidente che l'euro è un problema. Succederà invece che l'Europa andrà piano piano nella confusione più completa, e si proporranno correzioni e compromessi al ribasso che non serviranno a nulla, se non a rimandare la fatale decisione. Non solo per la Grecia. Probabilmente a fine anno anche la Spagna si ritroverà sulle stesse barricate greche.

L'agonia europea proseguirà ed intaccherà anche la solida Germania, fino a quando un nuovo evento drammatico esterno all'Ue metterà in pericolo di sopravvivenza il sistema euro facendolo deflagrare.

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