martedì 6 dicembre 2011

Ma anche no




Il blogger Beato Trader (S. Bassi) sostiene che S&P è si forse, probabilmente il braccio armato della finanza statunitense, ma in realtà se l'agenzia di rating se la prende con l'Europa è colpa nostra:


Tutti contro S&P, "braccio armato" degli USA etc etc

www.ilgrandebluff.info

"Ed anche Phastidio la pensa esattamente come me:
i principali colpevoli del disastro dell'eurozona siamo noi stessi,
con buona pace dei capri espiatori e dei nemici esterni
che possono anche avere ruolo ma che sono infinitamente meno rilevanti di quanto i nazional-populisti-complottisti vogliano farvi credere."

invece il blog iceberfinanza è del parere opposto. C'è un complotto ai nostri danni, siamo in guerra, e le corazzate del dollaro sparano bordate sui poveri vascelli dell'euro:

S&P: EURO CRASH…RATING SHOW!

icebergfinanza.finanza.com

"Per ribadire se mai ve ne fosse bisogno chi comanda in questa crisi, chi è in grado di influenzare i fragili sistemi nervosi dell’Europa e degli Stati sovrani … L’agenzia internazionale Standard & Poor’s mette sotto osservazione i rating di 15 Paesi di Eurolandia. A rischio downgrade anche le triple A di Germania e Francia, oltre a quelle di Olanda, Lussemburgo, Austria e Finlandia (in sostanza tutte le 6 triple A dell’area euro). Il rating dell’Italia è di nuovo nel mirino dell’agenzia americana e anche il giudizio sul Belgio potrebbe subire un taglio di un gradino. S&P’s cita cinque fattori di rischio tra cui quello di «recessione economica» nel 2012 e conclude che l’esame verrà concluso «il prima possibile», dopo il summit europeo dell’8-9 dicembre. La mossa era nell’aria, almeno per alcuni di questi Paesi, Francia in testa (lo scorso 10 novembre dall’agenzia di rating era uscito un comunicato in cui si annunciava il downgrade della Francia. Un testo diffuso per errore – si era affrettata a chiarire la società – che però svelava le reali intenzioni). Sorprende, comunque, che S&P abbia scelto un momento così delicato per diffondere la sua decisione (dal Sole 24 Ore)"

Direi in risposta a entrambi: ma anche no.

In effetti non sorprende che S&P si attivi in modo così incarognito alla vigilia di un importante incontro europeo.

Intanto però S&P ha dei motivi validi per avere e destare preoccupazioni: contro i numeri e la matematica c'è poco da fare. Monti sta facendo l'impossibile, per cercare di spostare l'attenzione da 1900 miliardi di debito, al buon funzionamento della macchina dello Stato. Ma il debito è sempre li incombente e rischia di franare ad ogni istante. Intanto oltre l'Adriatico:

Il fallimento di Atene non si può più rinviare

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