venerdì 16 dicembre 2011

Nostalgie...

... varie di sistemi che vanno scomparendo o sono già scomparsi.



Le dichiarazioni dell’ex premier sono state in gran parte inopportune. Io gli consiglierei la strategia adottata fino a ieri: tacere e occuparsi di qualsiasi cosa che non sia la politica. Soprattutto sono irritanti le dichiarazioni sulle liberalizzazioni:
«i taxi e le farmacie non penso siano un ostacolo allo sviluppo - ha detto l'ex premier -, non mi piace la moda di queste liberalizzazioni»
Sono tesi che mi suonano strane dalla bocca di un imprenditore e soprattutto del fondatore di un partito che si definisce “delle libertà”. Ha perso un’altra occasione per tacere.
E poi dichiarare che sta trovando conforto nella lettura delle lettere di Mussolini denota poca sensibilità verso la traballante democrazia italiana, anche se sotto commissariamento europeo.

Però su una cosa probabilmente ha ragione quando afferma: «Anche Monti, disperato, ha capito che l'architettura dello Stato va cambiata - ha argomentato Berlusconi - se ne è accorto presentando un certo decreto legge che ha poi dovuto cambiare ma giustamente ha i giornali dalla sua parte che non lo hanno criticato» (fonte www.corriere.it). In effetti qualsiasi governo che cerca di introdurre riforme forti all’impostazione socio-economica di questo paese trova grandi difficoltà.

E’ veramente inaccettabile la resistenza che stanno facendo, proprio alle liberalizzazioni (l’unico intervento che condividerei di questo esecutivo), certe lobby monopoliste e certe categorie sociali. Questa concezione oscurantista di considerare l’economia come una terra di conquista di feudi inamovibili va superata. L’economia va lasciata crescere e sviluppare a briglie sciolte, non è più possibile usufruire di posizioni monopolistiche e rendite di posizione. A chiunque abbia i requisiti deve essere lasciata la possibilità di creare impresa o attività professionale, senza sottostare a restrizioni e controlli corporativi.

Mi ha lasciato perplesso il seguente post del blog “Borsa a occhi aperti”:

In mano alla massoneria l'Italia se ne va a.......

così riporta la dichiarazione di un imprenditore: “se non sei iscritto alla Massoneria ti devi fare un kulo come me per riuscire a portare la pagnotta a casa. Sappi che così è per altri settori, dagli avvocati ai magistrati, dai banchieri ai bancari etc etc. Se non sei iscritto sei un perdente, o più precisamente, dovrai faticare il doppio, come ho fatto io”

ma probabilmente c’è un fondo di verità. Ripensandoci è probabile che l’intreccio lobby, massonerie, favori, clientele, mafie produca esattamente quest’effetto. L’economia dell’Italia è in gran parte strutturata in questo modo. Questo sistema deve diventare solo più un brutto ricordo.

E la situazione si è aggravata con l’euro. Mi ha colpito il nostalgico post del blog “Trading no stop” dal titolo:

Euro: l’ illusione della moneta forte

Ci racconta della disillusione dell’euro, che sostituendo la lira, ha introdotto rincari, anche raddoppiati, di molti beni. E’ storia nota a tutti gli italiani, l’esempio più utilizzato è quello della ristorazione più popolare:
“Per non parlare poi delle pizzerie, a fine 2001, con 15.000 lire, ti gustavi un’ antipasto toscano, una pizza, un caffè con ammazza ( amaro, limoncello, grappa, per chi nn lo sapesse ), dopo appena 4 mesi tutte queste cose le pagai la bellezza di 22/23€, alla faccia della moneta forte!”
E via dicendo. L’articolo si conclude così:
“E adesso eccoci qua, quella moneta forte e meravigliosa si stà sgretolando, è probabilmente arrivata la sua ora, chissà quanti in Europa rimpiangono la loro vecchia valuta!!
Comunque sono pronto a rimboccarmi le maniche, l’ unica cosa che temo e non voglio, è che salvino pure noi come la Grecia, quei 2/3 anni in più di austerità, vorrei risparmiarmeli.”

Un auspicio al ritorno alla vecchia valuta. Ma la vecchia valuta probabilmente è irrimediabilmente persa, ed è perso il suo sistema di conto.
La nuova lira, qualora venisse reintrodotta avrebbe probabilmente questo valore:



alla data della simulazione della Banca Nomura, la nuova lira dovrebbe valere circa 0,97 dollari (con un cambio 1 euro = 1.34 dollari). Quindi la nuova lira avrebbe oggi il valore di circa 1 dollaro. Chi percepisce uno stipendio di 1.000 euro, lo percepirebbe di 1.000 nuove lire, e il conto della pizzeria rimarrebbe di 25 euro/nuove lire. Quindi non si ricupererebbe nulla del potere d’acquisto perso con il passaggio all’euro. Anzi, l’inflazione farebbe aumentare i prezzi. Di converso, però un’adeguata politica di adeguamento dei salari potrebbe riportarli a poco a poco a valori più consoni.

Spero comunque che con la lira o con l’euro, si possa presto tornare a “volare alto”.


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