giovedì 10 gennaio 2013

Alla ricerca d'energia



Le fonti d'energia tradizionali si stanno esaurendo, sporcano e inquinano l'atmosfera. Il mondo dipende ancora quasi totalmente dagli idrocarburi. Per quanto sia salito il prezzo del petrolio, questi prodotti fossili sono ancora quelli che permettono di produrre energia a buon mercato. Non è molto chiaro a che punto del "picco" degli idrocarburi ci troviamo oggi (Energia nova - Ogni petrolio ha il suo picco), cioè se i giacimenti hanno già raggiunto il massimo di produzione, ma è evidente che ogni goccia di petrolio estratta in più, ha un costo sempre più alto. Probabilmente il petrolio non si esaurirà, semplicemente diventerà troppo costoso da estrarre dal suolo.

Dalla Cina arriva una soluzione alternativa agli idrocarburi, che per la verità è anche un po' italiana:

"Con una startup che puo' contare su un budget iniziale di 350 milioni di dollari, il Principe Rosso Jiang Mianheng, figlio dell'ex leader Jiang Zemin, sta promuovendo un progetto per l'Accademia delle Scienze Nazionale cinese destinato a rivoluzionare per sempre il mondo energetico.

Se il progetto, che vede coinvolti 140 scienzati con un dottorato, avra' esito positivo, il torio diventera' la prima fonte di energetia pulita. Sicura, non inquinante e a basso costo.
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L'obiettivo e' liberarsi dagli arcaici reattori nucleari alimentati da uranio, disegnati negli Anni 50 per i sottomarini Usa. I reattori di nuova generazione alimentati dal torio consentirebbero invece di produrre meno rifiuti tossici ed evitare in futuro incidenti catastrofici come quello di Fukushima.
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I cinesi sono in prima fila, ma non sono certo soli. Anche Norvegia e Giappone seguono a stretto giro di posta. Lo scorso mese Oslo ha avviato un programma di test lungo quattro anni, mentre la giapponese Toshiba-Westinghouse vuole scoprire se il torio puo' essere usato per alimentare il reattore tradizionale di Halden, in Norvegia. Scommettendo nelle potenzialita' dell'energia nucleare, nel 2011 Toshiba e' salita all'87% del capitale di Westinghouse.

Da tempo il Giappione si e' interessato a questa tecnologia "completamente diversa" dalle altre. L'International Institute for Advanced Studies (IIAS) - capitanato da un promotore dell'utilizzo del torio, Takashi Kamei - sta cercando di sviluppare reattori di sale liquefatto in grado di utilizzare carborante liquido."

(www.wallstreetitalia.com)

Che cos'è il torio?

"Il torio è un metallo reperibile in natura, debolmente radioattivo. In natura si trova solo come Torio 232, il suo isotopo più stabile, che decade con α. Se puro e in forma metallica, è di colore bianco argenteo che si mantiene lucido per molti mesi; però se viene contaminato con il suo ossido si annerisce lentamente all'aria diventando prima grigio e poi nero.

Applicazioni del torio:
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Centrali nucleari di nuova generazione: produce scorie che durano solo poche decine di anni"

(it.wikipedia.org)

Ecco perché la tecnologia nucleare legata al torio, è anche un po' italiana:

"Mentre si attendono sviluppi dalla cosiddetta quarta generazione, il nucleare potrebbe conoscere una nuova strada in grado di produrre energia pulita, sicura e con ridotte quantità di scorie. Carlo Rubbia, scienziato italiano di spicco ed estremamente impegnato nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per l’ambiente, ha indicato il torio come nuovo materiale in grado di sostituire l’uranio, con tutti i vantaggi sopracitati. In una sua recente intervista, Rubbia, con la consueta chiarezza e semplicità esplicativa, descrive la nuova soluzione nucleare.

Le centrali al torio utilizzano l’identico processo adottato per l’uranio, l’energia viene prodotta attraverso fissione, atomi degli elementi pesanti vengono bombardati con neutroni. Questo processo, con l’uranio, tende a divenire esplosivo e necessita quindi di controllo e gestione costante. Con il torio la fissione andrebbe continuamente stimolata e può essere interrotta in qualsiasi momento, è quindi impossibile scatenare un incidente nucleare.

Le centrali al torio costerebbero molto meno in quanto non necessitano di particolari sistemi di sicurezza, il torio è tre volte più abbondante dell’uranio e con un rendimento energetico superiore, produce molte meno scorie e con decadimento radioattivo di molto inferiore. Inoltre le scorie generate dalla fissione del torio non presentano plutonio, se non in quantità minime, indispensabile alla costruzione di bombe atomiche.

La possibilità di sfruttare il torio nella fissione nucleare era noto già da molto tempo ma difficoltà tecniche, oggi facilmente superabili, e resistenze politiche provenienti dalla strategia della tensione tipica della guerra fredda ne hanno bloccato lo sviluppo e la diffusione. La costruzione o la conversione di una centrale nucleare al torio richiede almeno 15 anni di progettazione ma dei passi avanti sono stati fatti anche in questa direzione.
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...in Italia il torio è presente in discrete quantità (Lazio settentrionale, Mont Mort, Etna) e potrebbe essere una concreta soluzione per raggiungere l’indipendenza energetica che occorre al nostro paese."


Naturalmente questa tecnologia, come tutte, ha vantaggi e svantaggi:

"Vediamo i vantaggi che deriverebbero dall’utilizzo del torio per gli impianti al posto dell’uranio:

- le reazioni che generano l’energia sono indotte, vanno continuamente stimolate rendendo così sostanzialmente impossibili le esplosioni;


- il precedente punto porta direttamente al secondo, ovvero che la relativa sicurezza garantirebbe tempi e costi minori di realizzazione;

- il torio è presente in molti paesi, Italia compresa, e anche nei paesi meno sviluppati. Si eviterebbe quella dipendenza dai paesi proprietari di giacimenti di uranio e il loro controllo dei prezzi del mercato;

- dal torio non è possibile estrarre plutonio ed è di conseguenza impossibile produrre ordigni nucleari;

- a parità di peso, la produzione energetica rispetto ad un impianto alimentato ad uranio sarebbe fino a 250 volte maggiore;

- la radioattività delle scorie di torio avrebbe un’emivita (una durata nel tempo) di gran lunga minore rispetto ai 24mila anni circa rispetto all’uranio.
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Citando i vantaggi però commetteremmo una mancanza se non citassimo anche i gli svantaggi collegati, che sono poi gli stessi collegati al “classico” nucleare:

-non esiste, a meno dell’auspicata fusione fredda, un nucleare totalmente pulito e sicuro. I rischi per l’ambiente, seppur attenuati, rimangono;

- la questione salute pubblica pensando agli alti tassi di tumori, leucemia e altre gravi malattie che si registrano nei pressi di impianti nucleari. Anche per questo secondo punto vale il discorso precedente, minori pericoli di radiazioni e quindi di complicazioni, ma rischi comunque non azzerati;

- necessità inevitabile di stoccare le scorie generate, che per quanto conservino la radioattività per un lasso di tempo minore (di cui non si hanno in effetti dati troppo precisi, si va dai 30 ai 500 anni a seconda della fonte informativa) richiedono comunque un’attenta gestione;

- anche il torio prima o poi finirà, e avremo soltanto perso tempo prezioso per arrivare ad ottenere lo stesso contributo energetico da fonti rinnovabili."

Ad ogni modo in India entro un anno apriranno una nuova centrale nucleare alimentata a torio e costruita seguendo direttamente le indicazioni di realizzazione espresse da Rubbia. Ne potremo valutare risultati, sicurezza e impatto sull’ambiente e sulla salute a fronte di dati certi e verificabili sui quali si potrà discutere."

(www.greenstyle.it)

L'articolo sopra riportato è del primo aprile 2011. Al momento non si hanno notizie dall'India. Che fosse un pesce d'aprile?

Ma a quanto pare, in Italia abbiamo anche altre inattese fonti d'energia naturali ed ecocompatibili. Non sto riproponendo le trivellazioni con la tecnica del fracking proposte dal ministro Passera, ma trivellazioni sottomarine ancora più sorprendenti:

"Sopra il vulcano Marsili sorgerà la prima centrale termica sottomarina del mondo. L’obiettivo è produrre energia elettrica sfruttando il campo geotermico formato dal più grande vulcano d’Europa e dando elettricità a tutta Italia.

Il vulcano Marsili, uno dei più estesi d’Europa, lungo 70 km e largo 30 km potrebbe dare elettricità a tutta Italia. Secondo il Marsili Project Eurobuilding, il vulcano ritenuto tra i più pericolosi del Tirreno, potrebbe diventare la prima fonte di approvvigionamento di energia geotermica off-shore per il Paese, aprendo la strada a una fonte energetica nuova, pulita e inesauribile.

Per ora sono iniziate le trivellazioni per esplorare la zona e poi creare energia. ”E’ un progetto unico al mondo e che punta a produrre entro il 2020 circa 200 MegaWatt di energia elettrica sfruttando il calore dell’acqua che circola all’interno della struttura sottomarina del vulcano Marsili”, ha spiegato uno dei responsabili, Diego Paltrinieri. La struttura, che si trova circa 140 chilometri a Nord della Sicilia, è considerata una delle zone più ricche di giacimenti di ‘calore fluido’ al mondo."

(www.blitzquotidiano.it)

In rete circolano storie fanta-complottiste in cui si narra di una alleanza tra i poteri forti internazionali (vari  Bindelberg e massonerie assortite) ed alcune razze aliene, che in questo modo terrebbero sotto controllo l'umanità. Secondo alcuni di questi ufologi gli extraterrestri avrebbero già una loro base sottomarina nei pressi del Marsili (immagine ad inizio post), proprio per sfruttarne l'energia termica. Gli strani fenomeni di Caronia sarebbero conseguenza del passaggio di Ufo tra aria e mare, secondo queste teorie. E anche il disastro di Ustica sarebbe stato provocato o da un inseguimento di Ufo da parte di caccia francesi o americani, o addirittura un errore durante manovre militari congiunte alieni-nato.

Forse prima di scendere nelle profondità del Marsili è meglio accertarsi che il posto non sia già occupato da qualcun altro...

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