sabato 1 dicembre 2012

La strategia del Cavaliere



E' molto difficile da interpretare. A prima vista sembra una strategia priva di senso, o del tutto inesistente. Ma come ha affermato l'On. Santanchè è probabile che Berlusconi attenda l'esito delle primarie del centro sinistra, per capire come agire.

Per lui sarebbe più semplice se vincesse Bersani. In questo caso la differenza d'età fra il rappresentante del centro sinistra, e la sua possibile candidatura non sfigurerebbe troppo. Non si tratterebbe di una sfida nonno/nipote, ma comunque potrebbe essere quasi una sfida padre/figlio (Bersani è del '51, Berlusconi del '36). Ed inoltre, Berlusconi potrebbe persino pensare di corteggiare Renzi. In fondo ci ha già provato prima delle primarie, ed inoltre un "suo" uomo, Gori, è al fianco del piccolo berlusconino di sinistra.

Se vincesse Renzi, non potrebbe fare altro che una campagna elettorale completamente in difesa. Ma potrebbe addirittura recuperare un Casini lasciato in disparte da Renzi, che non sopporta i giochi democristiani del campione del centro.

"La verità è che Berlusconi non ha ancora bene chiara la sua strategia. L’unica cosa è che ha deciso, dopo mesi di incertezza - culminati nel doppio annuncio dell’uscita di scena e del ritorno in campo di un mese fa - è di riprendere pienamente in mano il controllo del partito. Di qui il «serrate le file» che ha convinto anche Alfano a rinunciare alle primarie e che vedrà nel prossimo ufficio di presidenza il ritorno del Pdl ... alla piena unità attorno al Fondatore, mentre La Russa e i suoi si preparano a calare in acqua la scialuppa con cui dovranno navigare da soli fino al voto.
Dai sondaggi che riceve quotidianamente, il Cavaliere ha ricavato l’indicazione che una versione moderata del Pdl, con un nuovo nome e con alleanze più centriste (Casini e Montezemolo) potrebbe puntare a un’area di oltre un terzo dell’elettorato e competere così con il Pd, che nei sondaggi risulta primo partito con percentuali che oscillano attorno al 30%. Tutto ciò a patto, beninteso, di presentarsi senza Berlusconi, ciò che appunto il leader del centrodestra non può accettare.

C’è però un’altra indicazione che viene dai sondaggi: una larga parte dell’elettorato di centrodestra non ne può più di rigore, ritiene che l’Italia stia peggio di un anno fa e vorrebbe tornare al «meno tasse per tutti» che segnò la discesa in campo del primo Berlusconi vittorioso. Ed anche se questa linea oggi è fuori dalla realtà, di fronte alle dimensioni della crisi dell’area euro"

(www.lastampa.it)

Credo che M. Sorgi, autore del pezzo per La Stampa, veda più un Berlusconi arruffa popolo del secondo tipo. Allineato cioè alle tesi della Santanchè e di Brunetta.

Il problema della formazione del primo tipo con dentro tutti i moderati, è che ci sono dei veti incrociati fra i possibili componenti. Tra Casini e Berlusconi (ma forse anche tra Casini e Alfano), tra Montezemolo e Casini, tra Montezemolo e Berlusconi ecc. In pratica ci sono troppi galli nel pollaio ed ognuno vorrebbe essere il leader di questa fazione. Casini, si è visto, non sopporta nemmeno una alleanza con un Pdl guidato da Alfano. Probabilmente vorrebbe inglobare il Pdl nell'Udc. Un'idea puramente fantascientifica.

Montezemolo si prospetta sulla scena politica come il "nuovo" che avanza. Per cui non sopporta di essere accostato ai nomi della vecchia ed usurata politica del centro destra.
Tutte queste formazioni democristiane, liberiste, reazionarie ecc. che si presentano sulla scena, formate poi da partiti personalistici, non riusciranno ad amalgamarsi per un bel po' di tempo. Almeno finché sarà in vita Berlusconi.

Per questo la scelta della strategia populista, alla fine sarà obbligata per il Cavaliere. Questa scelta gli farà perdere per strada alcuni compagni di viaggio, e molti voti. Nel contempo riacquisterà i voti degli affezionati al "meno tasse per tutti", della Lega, e degli arrabbiati alla Grillo, che però non voterebbero mai un movimento come quello del comico, che vedono troppo orientato a sinistra.
Difficile capire quale sarà il risultato finale: mal che vada mantiene l'attuale 15% di consensi, se dovesse andare bene, potrebbe riprendersi una bella fetta di quell'elettorato che non intende andare a votare, che rappresenta tra il 30 e il 50% degli aventi diritto.

Quella di Berlusconi, potrebbe essere una scommessa che mette in forte imbarazzo i così detti poteri forti: sia quelli italiani (che vedono Monti come rappresentante), sia quelli esteri europei che di fatto ci hanno commissariato. Perché un partito del genere, populista ed anti austerità, non potrà che essere anche un partito anti euro ed Europa.

Pertanto, se andasse a finire così, il prossimo Parlamento potrebbe addirittura rischiare di avere una maggioranza anti-europea. O almeno che non accetta l'attuale assetto dell'Europa germanocentrica.
Va detto che sarebbe una maggioranza impossibile da mettere assieme, formata da grillini e berlusconiani. Ma una maggioranza che potrebbe condizionare fortemente le scelte filo europee, o magari ritrovarsi a condividere determinate politiche, come il referendum sull'euro.

Il Cavaliere ci regalerà ancora emozioni forti?

Nessun commento:

Posta un commento