sabato 8 dicembre 2012

Finalmente dalla Germania un'analisi condivisibile



E' interessante notare che con l'avanzare della crisi verso il centro d'Europa, si cominci a fare valutazioni più corrette sulla crisi anche da li, che non sia il solito scaricare di colpe sui Piigs bancarottieri, incapaci, nullafacenti e indebitati.

E' già un qualcosa che potrebbe essere utile per iniziare almeno ad avere delle analisi condivise con gli studiosi indipendenti e con le quelle che ormai provengono anche da grandi enti come l'Fmi critici verso l'austerità.

"Nel suo outlook 2013, dal titolo significativo In Authorities We (have to) Trust, il credit strategist di Deutsche Bank Jim Reid mette in luce un problema insito in questa interpretazione: la crisi della crescita e la crisi del mercato sono indissolubilmente legate, e la BCE in realtà ha fatto poco per cambiare la situazione.

In realtà, Reid sostiene che sono stati i dati economici deludenti - l'unica cosa apparentemente al di fuori del controllo della BCE - che hanno spinto gli ultimi due principali sell-off nei mercati europei.

Gli ultimi due grandi catalizzatori del rischio sovrano europeo sono stati proprio le delusioni sulla crescita.


Nel mese di luglio 2011, la svendita selvaggia dei titoli Italiani è culminata con le dimissioni di Berlusconi, l'ascesa di un governo tecnocrate, e un paio di mesi dopo il primo dei due massicci LTRO della BCE. E' poi seguito un periodo di calma di 3-6 mesi in cui i mercati aspettavano pazientemente (ma aspettavano) una ripresa della crescita effettiva dopo il ritorno alla stabilità.

La crescita non si è concretizzata, ci siamo mossi verso il Q2 2012 e il sell-off è tornato a vendicarsi sui titoli italiani e spagnoli, a corsi così bassi come non si vedevano da oltre un decennio. I rendimenti dei titoli a 10 anni nei due paesi hanno superato il 6,5% e il 7,5% rispettivamente. La BCE è infine arrivata in soccorso con la promessa del suo programma OMT, innescando il rally sui periferici a rischio e sui mercati globali in generale.

Quindi, quali sono i catalizzatori per un ritorno delle turbolenze nei mercati finanziari in Europa nel 2013?

Reid mette in evidenza tre questioni principali.

Per iniziare, i titoli azionari europei - e i titoli azionari nei mercati di tutto il mondo, del resto - sono notevolmente sopravvalutati e hanno un sacco di spazio per scendere al ribasso.

Il secondo problema è l'austerità. La maggior parte dei commentatori scontano che le misure di austerità pesino sulla crescita economica nel breve periodo, e i governi della zona euro stanno procedendo comunque con i piani di risanamento fiscale.

A peggiorare le cose, però, il FMI ha recentemente concluso che "il moltiplicatore fiscale", ossia di quanto si contrae la crescita economica per ogni dollaro di aumenti delle tasse e tagli alla spesa attuati dal governo, è molto più elevato rispetto a quanto stimato in passato.

La rivelazione del FMI aiuta a spiegare il terzo problema: vale a dire, che i governi hanno formulato delle previsioni economiche troppo elevate e quindi non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, e più si va indietro negli anni, meno tali previsioni si sono rivelate fondate."


Reid dice, al primo punto, quello che avevo già intuito anche qui. Le borse mondiali sono in bolla (La borsa Usa è in bolla), continuano a crescere senza un motivo apparentemente logico.

In pratica J. Reid ci dice che l'arrivo di Monti in Italia è stato solo un tampone e forse non ha nemmeno funzionato molto, visto che poi i problemi dell'area euro li ha risolti veramente solo Draghi. La prima volta a inizio anno. Ma poi i dati economici dei Piigs sono peggiorati a causa dell'austerità (una cura che allo stesso tempo è un veleno) e la Bce ha dovuto intervenire nuovamente.
Credo che su quanto sia accaduto in Europa i maggiori osservatori indipendenti siano tutti in accordo. Solo in Italia certa stampa e televisione continuano a dipingere Monti come un "salvatore", quando in reatà al suo posto poteva esserci anche una scimmia e le cose sarebbero andate allo stesso modo.

J. Reid mette quindi in guardia tutto il mondo dei cultori dell'austerità di origine teutonica, che tale pratica non funziona. Anzi è un danno per l'economia. Forse perché i governi si sono basati su "moltiplicatori fiscali" errati. Qui l'analisi di Reid è flebile, ma bisogna capirlo, lavorando per Deutsche Bank non può essere più incisivo.

Il terzo problema è fortemente legato al secondo. Nell'articolo non pare che Reid reputi necessario uno stimolo statale alla crescita, ma si limita ad evidenziare le analisi troppo ottimistiche di crescita dei governi. Ovviamente però senza una guida autorevole, quindi dello Stato, non si vede come l'economia europea possa da sola crescere di più. Quindi se è vero che l'austerità non ha funzionato, e ha provocato una stagnazione, deve essere altrettanto vero che il contrario, cioè uno Stato meno esoso e più generoso dovrebbe stimolare la crescita.

Probabilmente non si dovrebbe parlare di austerità, che si traduce in definitiva in aumento di pressione fiscale e tagli ai servizi. Si dovrebbe ricercare invece una profonda riorganizzazione dello Stato, che potrebbe anche essere accompagnata da un maggiore prelievo fiscale, ma che poi dovrebbe essere reimmesso nell'economia reale n qualche modo per stimolare la crescita.

La crescita rimane fondamentale per Reid. Del resto se cresce il Pil, crescono automaticamente le entrate fiscali senza bisogno di modificare le aliquote, si riduce automaticamente il rapporto debito/Pil.
Monti in Italia ha mancato soprattutto questo obiettivo. Tutto ciò che ha fatto è andato esattamente all'opposto ed è stato un danno per la nostra economia. 

Ora sarebbe interessante che qualcuno spiegasse dove sono finiti tutti i soldi che gli italiani hanno sborsato con le tasse:
dei 50-80 miliardi recuperati con varie manovre Tremonti-Monti che cosa ne è stato fatto? Sono serviti per la crescita? direi di no. Sono serviti per riassorbire il debito pubblico? Il debito pare sia aumentato di altri 100 miliardi. Sono serviti per l'aumento delle spese dello Stato? non mi pare, visto che sono stati ridotti i trasferimenti agli enti locali, tanto che la metà rischia il default.

Ho paura che la risposta sia da ricercare nell'ambiente bancario da cui proviene Monti. Se fosse avvenuto questo, cioè che abbiamo sostenuto il sistema bancario, allora mi dovrei ricredere su Monti: non è vero che è un incapace, anzi, direi che ha svolto benissimo il lavoro, che non era di salvare l'Italia, ma salvare le grandi banche internazionali.

Tornando a Reid, sulla base delle sue analisi, non prevede nulla di buono per il 2013, se non ci sarà un intervento sulla crescita economica. Per Reid, l'OMT della Bce, il programma di salvataggio dei Piigs, funziona solo se:

"...nel medio termine, deve essere provato che nei paesi più vulnerabili la crescita può stabilizzarsi e quindi mostrare segni di ripresa.

Se vedremo qualche segno di questo nel 2013, allora la crisi europea continuerà a restare in sospeso. Tuttavia, la nostra paura è che se gli economisti di nuovo sotto-stimeranno le conseguenze negative sulla crescita di questa crisi e dell'austerità nei paesi più vulnerabili, allora è possibile che si possano riaffermare le preoccupazioni sulla solvibilità anche in presenza di un programma di liquidità operativo.
...
il programma è uno schema di liquidità condizionale e se i termini non sono rispettati (per qualsiasi ragione) o ci sono dubbi nel 2013 sulla solvibilità di un qualsiasi paese europeo a causa della sua debole crescita, è improbabile che sia sufficiente per prevenire una svendita dei titoli periferici a più lunga scadenza e una generale avversione al rischio che potrebbe richiedere livelli di intervento ancora più straordinari da parte della banca centrale per evitare l'impensabile.
...
Le valutazioni degli spread sono ancora ragionevoli se le aspettative di default rimangono basse come sembra probabile, ma c'è da attendersi un sell-off entro la metà dell'anno se la crescita ristagna, come noi ci aspettiamo.
...
In breve, Deutsche Bank ritiene che la crisi sia tutt'altro che finita, e l'Europa è probabile che attraverserà nel 2013 una fase di molto peggiore che nel 2012."


Nessuna luce in fondo al tunnel. Se c'è, è un autotreno che ci viene addosso!
Reid non dice come si possa giungere alla crescita e questo è un peccato. Credo comunque non ci siano molte altre possibilità al di fuori degli stimoli statali. Questi potranno essere interventi diretti o incentivi di vario genere (fiscali, burocratici ecc.) ma saranno comunque un costo per l'amministrazione pubblica.

Quindi nel 2013, se altre analisi convergeranno sulle tesi di Reid (e credo che non possa essere altrimenti), in Europa non si litigherà più tanto sui salvataggi, ma su come raggiungere l'agognata crescita, e conciliarla con il debito pubblico.

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