giovedì 13 dicembre 2012

Formula tele-politica



Esiste un rapporto tra esposizione mediatica dei partiti in tv e gradimento degli stessi nei sondaggi elettorali?

Secondo M. Staderini esiste ed è traducibile in una formula matematica:

"Dati, analisi e riflessioni su quello che ancora oggi è il medium attraverso cui la maggioranza degli italiani decide le proprie scelte di voto, sebbene negli ultimi anni sia cresciuto il ruolo della Rete e dei social network.

Il 98,8% degli italiani guarda la televisione, l’84% ascolta la radio, il 62% usa Internet, il 45,5% legge i quotidiani. Questa la fotografia del Paese, naturalmente con differenze notevoli tra fasce di età (consumo maggiore di internet e minore di quotidiani per i giovani), di scolarizzazione e di residenza.

Il 70% degli italiani forma le sue scelte politiche principalmente in base a quello che guarda in televisione, con una ripartizione che vede i telegiornali prevalere tra i meno scolarizzati, i pensionati e gli abitanti della provincia mentre i talk show influiscono sui più istruiti e sui residenti nelle città sopra ai 100 mila abitanti.

Il tutto con i conflitti di interessi e le lottizzazioni che son sempre lì.

Ma vediamo ora cosa è successo in occasione delle Primarie organizzate da Pd-Sel-Psi.

Secondo i dati forniti dal Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva diretto da Gianni Betto, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2012 il Partito democratico ha totalizzato il 16,5% degli ascolti che i telegiornali di Rai, Mediaset e La7 hanno riservato alla politica e il 21,4% degli ascolti dei talk show delle medesime emittenti. Tra il 1 settembre e il 30 novembre 2012, invece, lo spazio del Partito Democratico è stato del 21,3% sui tg e del 26,2% nei talk show: un aumento del 5% in entrambi i casi, con una concentrazione particolare nel mese di novembre e su RaiTre e La7.

Facciamo ora un passo indietro e uno di lato.

A giugno 2012, i sondaggi davano il Pd al 25,5% (Ipsos) o al 26,5% (Ipr marketing).

Secondo voi è possibile indovinare il dato del consenso elettorale del Pd dopo le Primarie in base all’esposizione mediatica? Proviamoci con una proporzione matematica, del tipo a : b = y : x.

Le percentuali tv gennaio/giugno sono “a”; i sondaggi di giugno sono “b”; le percentuali tv di settembre/novembre sono “y”; il consenso elettorale dopo le primarie è “x”.

Se prendiamo come riferimento gli ascolti del Pd nei telegiornali e i sondaggi di Ipr marketing la proporzione viene così [16,5 : 25,5 = 21,3 : x]. Dunque, x (ovvero il consenso elettorale del Pd dopo l’esposizione mediatica delle primarie) dovrebbe essere pari al 34,2%. Se applichiamo la stessa regola ai dati relativi ai talk show, x risulta uguale al 32,4%. Facendo la media tra i due dati, x è uguale al 33,3%.

Ebbene, sapete qual è il dato di consenso del Pd secondo il sondaggio Ipr Marketing del 27 novembre scorso? Esattamente il 33%, ovvero quanto avevamo previsto con la nostra proporzione.

Morale 1: tra presenze televisive e consenso elettorale c’è un rapporto direttamente proporzionale.

Morale 2: se il prodotto che vendi è avariato, puoi stare in tv quanto vuoi ma non serve a molto (lo confermano i sondaggi del Pdl che rimangono bassi nonostante la sovra rappresentazione televisiva). Le primarie, invece, sono state un’iniziativa che si è dimostrata un buon prodotto per rispondere alla domanda di politica.

Morale 3: se non proseguirà la sovraesposizione, il Pd inizierà a calare nei sondaggi

Morale 4: il caso del M5S, come i successi nei primi anni ’90 della Lega, meritano una spiegazione a parte.

Recentemente Ilvio Diamanti ha giustamente osservato come le primarie abbiano scosso l’intero sistema politico italiano, con effetti sul centrodestra e sul governo Monti.

Se rimaniamo nel campo televisivo, conseguenza diretta dell’aver “pompato” le primarie è aver regalato un “bonus” a Berlusconi. In una informazione che non rispetta le leggi, infatti, l’unica regola è il baratto: un po’ troppo a ciascuno conviene a tutti e due.

In questo caso il Berlusca dirà: per mesi avete occupato telegiornali e talk show con la storia delle primarie, vi hanno perfino creato uno speciale in prima serata con un format ad hoc che non è permesso a nessun altro, beh ora tocca a me. Consapevole di questo tesoretto è tornato in pista (e chissà se ci rimarrà). Speriamo prevalga la logica del prodotto avariato."

(www.ilfattoquotidiano.it)

La ricerca di Staderini da ragione ai miei sospetti puramente intuitivi. Quelli per cui scrivevo (vedi post precedente) che la sovraesposizione mediatica di Berlusconi gli gioverà, malgrado le intenzioni dei servizi tv e degli articoli che lo denigrano siano opposte. Probabilmente anche il governo tedesco lavora inconsapevolmente per il successo di Berlusconi.

Di quanto gli gioverà è difficile da calcolare in quanto è vero che quello berlusconiano è un "prodotto avariato". Ma va ricordato che le risorse del Caimano delle nostrane paludi politiche sono imprevedibili. E se per alcuni la sua è "merce avariata" per altri potrebbe essere "oro colato". Non è detto che il nuovo filone nazionalista ed antieuropeo sia impraticabile e poco proficuo.

A proposito di "prodotto avariato" va detto che nella politica italiana, oggi questo appellativo può essere attribuito a due fronti.

"L'Antiberlusconismo è merce diffusa, tornata in auge dopo l'affondo di Berlusconi-Alfano. Però nella campagna elettorale circolerà ampiamente la nuova moneta dell'Antimontismo. La spendevano già la Lega, Grillo e Vendola; adesso fornirà buone rendite anche a Berlusconi, che può gridare che la fine del tunnel è lontanissima, il lavoro è sempre meno, la tasse sempre di più. E lo Stato aumenta le proprie entrate proprio quando i cittadini vedono calare le proprie."

L'antimontismo è sicuramente meno esteso dell'antiberlusconismo, per lo meno in tv. Qui nessuno si sognerebbe di mandare a quel paese Monti come ha fatto la Litizzetto con il Cavaliere. L'antimontismo sembra più un fenomeno di nicchia e carbonaro, molto diffuso in rete, ma è probabile anche abbastanza diffuso nella società.
Quindi anche il "partito di Monti", come il centro destra screditato, viaggia controcorrente. Ma in modo diverso: il centro destra soffre per le promesse non mantenute, il montismo per quelle promesse (alla Merkel) purtroppo mantenute.

Fra tutti per ora ci ha guadagnato il centro sinistra e in particolare il Pd. Che in questi primi giorni di campagna elettorale sembrava subire l'esposizione mediatica di Berlusconi e Monti. Quindi rischiava di vedere eroso il consenso nei sondaggi a causa della crescita dei concorrenti.
Secondo i sondaggi del tg de La7 questo fenomeno pareva iniziato: il Pd perdeva due punti percentuali e il Pdl ne guadagnava uno. In verità un effetto ancora del tutto trascurabile.

Ma nel Pd hanno capito benissimo il giochetto, e per continuare ad avere una certa esposizione mediatica in tv, hanno deciso di fare le primarie dei candidati nei vari collegi elettorali. In pratica le parlamentarie di Grillo.

Secondo Staderini il Movimento 5 stelle rappresenta un fenomeno a se, come quello più antico della Lega Nord. Probabilmente è un misto fra l'uomo qualunque di Giannini e Lega. Però mi pare abbia dei vantaggi in più. Utilizza un supporto mediatico poco costoso ed in grado di diffondere il verbo grillino molto velocemente. Non ha il limite territoriale leghista, non ha il limite della pura critica senza proposte dei qualunquisti. Può volendo ancora crescere se conserverà in futuro la purezza degli inizi e se riuscirà a fare valere le competenze dei suoi parlamentari.

Certo però l'atteggiamento dei suoi fondatori, così duro ed intransigente verso chi contesta le loro scelte, non aiuta. Potrebbe fare aumentare i dubbi in chi è ancora indeciso ma condivide il programma grillesco. La mancanza di democrazia interna potrebbe diventare un problema più per Grillo che per gli altri partiti che non ce l'hanno mai avuta. Proprio per le aspettative idealiste dei simpatizzanti del movimento.

Quindi in conclusione, vedremo fra qualche settimana se la formula di Staderini funziona veramente. Si potrà inoltre appurare quanto sono avariate le varie proposte politiche presentate. Il bacino di indecisi da cui pescare è piuttosto rilevante (fra il 30 e il 50% degli elettori). Se quindi la televisione sarà in grado di spostare fette di opinione pubblica, si potranno anche riscontrare grandi sommovimenti nei sondaggi politici. Le sorprese potrebbero essere sia una forte ripresa del centro destra, che l'improvviso manifestarsi di un partito montiano al centro. In ogni caso chi ha da perderci è il centro sinistra che oltre il 35-40% difficilmente potrà andare. Dovrà pertanto difendere il più possibile il risultato raggiunto. E credo valga quasi lo stesso per il M5s che cresce ma meno di qualche settimana fa. Forse sta raggiungendo il suo limite massimo attuale.

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