giovedì 6 dicembre 2012

E se fosse la Francia a far saltare l'Europa?



I cugini francesi hanno avuto la fortuna, per manipolazioni e speculazioni delle banche svizzere, di non subire gli attacchi sullo spread dei loro titoli. Ma le conseguenze sull'economia reale, sono le stesse, se non peggiori, di quelle subite in quest'anno di governo Monti. Anzi, il deterioramento dell'economia francese sembra addirittura più rapido:

"Mentre la Grecia continua a distrarre i mercati la Francia, l’altro paese leader dell'Unione europea assieme alla Germania, sta vivendo una contrazione dell'economia pari a quella del 2008-2009.
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La lettura delle PMI del paese è tornata ai livelli di aprile 2009. Anche la Banca Centrale francese ha annunciato che il paese potrebbe ri-entrare in recessione prima della fine dell'anno.
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In un'intervista pubblicata il 14 novembre sulla rivista L'Express, Amministratore Delegato Henri de Castries dei servizi finanziari del gruppo Axa ha un giudizio severo sulla politica economica di François Hollande, avverte che il recente piano per la competitività ammorbidisce il dolore e segna l’incapacità francese ad entrare nel XXI secolo. Per Castries la Francia sta rapidamente perdendo terreno, non solo contro la Germania ma contro quasi tutti i suoi vicini europei. "C'è un forte rischio che, nel 2013 e nel 2014, si finisca dietro economie come Spagna, Italia e Gran Bretagna".

Dice pure che ”la crescita del settore produttivo è soffocata da un eccesso di spesa pubblica”.

E poco prima, alla fine di ottobre, un gruppo di 98 CEO del Paese, hanno pubblicato una lettera aperta a Hollande scrivendo che la spesa del settore pubblico, che al 56 per cento del prodotto interno lordo è la più alta d'Europa, "non è più sostenibile.""

(www.finanzaelambrusco.it)

"In Francia le immatricolazioni di nuove auto sono scese del 19,2% a novembre, attestandosi a 144.694 unità. A parità di numero di giorni lavorati, il calo è del 23%. E' quanto reso noto dal comitato di costruttori francesi di automobili (Ccfa), avvertendo che il 2012 potrebbe essere l'anno peggiore per il settore dal 1998. Psa Peugeot Citroen e Renault hanno mostrato cali rispettivamente del 22,9% e del 33,5%. Più contenuto il ribasso del gruppo Fiat (-10,6%). Sugli 11 mesi, le immatricolazioni francesi sono diminuite del 13,8%: se la tendenza continuerà a dicembre, "il 2012 sarà il peggior anno dal 1998", ha detto il portavoce di Ccfa."

"le nubi sulla Francia si fanno sempre più nere e minacciose.

Francia, situazione economica gravissima, Parisot (industriali)
La presidente degli industriali francesi (Medef), Laurence Parisot, ha lanciato oggi un grido d'allarme sulla situazione economica della Francia, da lei definita "gravissima"...............La Parisot prevede un "uragano" sul Paese e le sue imprese.

La Parisot ha definito fra l'altro "scandalosa" "l'ignoranza economica nella quale sono stati mantenuti i francesi per anni", e ha chiesto uno "choc di competitività" in due-tre anni.

"Alcuni imprenditori - ha dichiarato la Parisot - sono ormai in uno stato quasi di panico".
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il PIL della Francia ormai dovrebbe essere già in CONTRAZIONE.
L'Economia francese ha iniziato ad implodere.
Il PMI servizi è crollato come non accadeva da ottobre 2011.
Il Composite PMI calcolato da Markit (manifatturiero+servizi) è crollato ad un ritmo che non si vedeva dagli Abissi della Grande Crisi-fase-1 ovvero dal ferale Marzo 2009,
mentre la perdita di posti di lavoro ha accelerato come non accadeva da 33 mesi
e l'output è crollato come non accadeva da 42 mesi...
Final Markit France Services Activity Index at 45.0 (49.2 in August), 11-month low.
Final Markit France Composite Output Index at 43.2 (48.0 in August), 42-month low........MANIFATTURIERO "A LIVELLI ELLENICI": il Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI) della Francia crolla a 42.7 in settembre, il dato più basso da aprile 2009, solo la Grecia fa peggio..................
(ndr gli indici sono negativi sotto 50 (contrazione) e positivi sopra 50 (espansione))"

(www.ilgrandebluff.info)

I francesi non vogliono rinunciare al loro statalismo, che al contrario di quello italiano è di alto livello, cioè li l'amministrazione pubblica è efficiente. La Francia non intende sottomettersi alle politiche di austerità della Germania. Ma purtroppo la difesa dell'ottima tradizione di amministrazione pubblica francese, che affonda le sue radici nel bonapartismo, sta affossando l'economia reale.

Il governo francese, come quello italiano, è obbligato ad aumentare la tassazione per continuare a sostenere la spesa pubblica, non potendo aumentare il deficit pubblico, già più alto del nostro. Inoltre, anche se non viene espresso, anche la Francia avrebbe bisogno di un nuovo franco svalutato per esportare i suoi prodotti, su cui grava un alto costo del lavoro.

E comunque, probabilmente non sarebbe sufficiente. Io insisto con il sostenere che senza un importante mercato interno, è impensabile avere la crescita. La teoria mercantilista tedesca delle esportazioni non può funzionare per tutti. E' necessario tutelare ed incentivare il lavoro e migliorare il livello salariale interno se si vuole avere sviluppo. Ma l'Europa sta andando nel verso opposto.

E la Germania è abbastanza preoccupata della ribellione di Hollande. Tanto che il ministro Schauble aveva proposto la scrittura di una manovra per la Francia.
(vedi: Le debolezze economiche tedesche)
Ma la realtà è che la zona euro non sta funzionando. Ognuno dovrebbe ritrovare la propria sovranità nazionale, oppure la politica monetaria europea dovrebbe essere espansionistica. Ma non quella di Draghi a favore delle banche (tedesche e francesi), ma dell'economia reale. Lo Stato europeo (esistesse...), dovrebbe sostenere direttamente l'economia continentale, con opportuni incentivi o finanziamenti, soprattutto ora che siamo in crisi.

Intanto la Francia si oppone alle richieste teutoniche e risponde orgogliosamente e spavaldamente alle accuse e agli allarmi internazionali in questo modo:

"Lato francia, se ne fregano delle critiche dell’Economist e dicono che la vera bomba in Europa è la Germania.

Jacques Attali, saggista e scrittore francese, che in tempi non (ancora del tutto) sospetti, ha presieduto su incarico di Sarkozy la Commissione per il rilancio della crescita, oggi sta lavorando per Hollande a un rapporto sull'«Economia positiva e responsabile».

La Francia non è una bomba a scoppio ritardato in Europa, come ha annunciato l'Economist in copertina?

«La vera bomba a scoppio ritardato in Europa è la Germania, perché il paese è in difficoltà a causa della sua demografia e del suo catastrofico sistema bancario. La Francia ha invece un sistema bancario eccellente e una demografia forte. L'azione del governo francese finirà per ottenere risultati. A lungo termine, la Germania si troverà in una situazione più difficile della Francia. I media anglosassoni lanciano attacchi scandalosi per distogliere l'attenzione dai loro problemi. La realtà è che il mondo anglosassone, l'economia americana e quella britannica, sono in fallimento»."

(www.finanzaelambrusco.it)

Se continueranno a negare l'evidenza, cioè che la crisi non è superabile con politiche e manovre economiche interne, e nello stesso tempo a rifiutarsi di seguire il dettato tedesco, provocheranno una crisi molto importante nel cuore d'Europa. E questo potrebbe essere finalmente il punto di non ritorno della crisi europea. Il punto in cui si dovrà decidere o di archiviare le scelte sballate imposte dalla Germania, per giungere ad una nuova politica economica e monetaria europea, o il punto di rottura della zona euro.

C'è da sperare che il prossimo anno l'Italia sia dotata di un governo sufficientemente autorevole, per poter prendere decisioni sul futuro dell'Europa assieme agli altri partners, o dell'Italia se salta tutto. Sarebbe una incredibile circostanza, se l'Italia entrata nell'euro con il centro sinistra, fosse costretta a guidare il ritorno alla lira, con un governo dello stesso colore. Un segno del destino.

Se dovesse esserci ancora un governo Monti, reggicoda della Germania, invece sarebbe una sciagura. Si finirebbe in una spirale attendista e depressionista, aspettando che i tedeschi si schiariscano le idee. E intanto l'Italia affonderebbe ancora di più.

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