venerdì 14 dicembre 2012

Dazed and Confused



Il Cavaliere "stordito e confuso" non è un baro, ma uno che gioca con tutte le carte in mano. Candida a premier contemporaneamente se stesso, Monti e Alfano.

"Come è evidente, è quasi impossibile trovare una logica in quell'alveare impazzito che è ormai la presenza pubblica di Silvio Berlusconi.
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Ed è un punto politico non secondario: Berlusconi si sta ritirando, lascia il campo. Non sarà lui il candidato del Pdl, tanto meno il candidato di un'intesa con la Lega fallita in nuce per il «no» di Maroni. 
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Questa è dunque la vera notizia: Berlusconi sta alzando bandiera bianca perché la realtà dell'Italia alla fine del 2012 è più forte delle sue illusioni; 
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Tanto più che i sondaggi non sono buoni e gli italiani (oltre il 70 per cento) sono contrari al vecchio padre-padrone e seguono con sgomento l'epilogo di questa brutta commedia all'italiana. 
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di sicuro non ha alcun senso che sia Berlusconi a proporre Monti come leader dell'area moderata pochi giorni dopo averlo indotto alle dimissioni e averlo accusato fra le righe di essere il proconsole in Italia dello strapotere tedesco. 

La mossa, è appena il caso di sottolinearlo, è troppo strumentale, al limite grottesca, per essere presa sul serio. 
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Questa volta il tentativo di coinvolgere Monti è anche mal costruito, lascia intravedere la trama di una strategia ripetitiva, sì, ma anche confusa. 
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non c'è dubbio che il ritiro di Berlusconi allargherebbe in modo notevole, almeno sulla carta, i margini della manovra montiana. Ma solo se l'attuale premier riuscirà a muoversi in vera autonomia, senza mai cedere al tramonto finale del mondo berlusconiano.
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Ma anche il capo del Pd è rimasto colpito dal ritiro del vecchio avversario: un conto è avere di fronte Berlusconi, un conto è vedersela con un personaggio dal misterioso identikit. O magari con Mario Monti nella formula "uno contro uno"."
(www.ilsole24ore.com)

Forse è impazzito, o forse butta sul tavolo tutte le strategie disponibili, per tenere uniti partito e alleati, o attende che qualcuno abbocchi, o perché non vuole scontentare nessuno: dagli antieuro ai montiani convinti.

Intanto è riuscito a trasformarsi da populista anti Germania, ad europeista convinto in poche ore, giusto per non farsi buttare fuori dal Ppe. Ma non appena cambierà il suo pubblico o il suo interlocutore modificherà ancora registro.

Si fermerà, o continuerà cambiando ogni giorno strategia. E' difficile comprendere cosa pensi veramente quest'uomo che fa delle diagnosi sull'euro anche giuste:

"Berlusconi inoltre ha ribadito la sua idea sull'Euro spiegando che "potrebbe avere davanti a sé solo altri tre anni di vita, prima che i singoli Stati tornino alle rispettive monete". L'ex premier ha rivendicato di aver "posto la questione in termini scientifici" al summit dei leader Ppe aggiungendo che se non si corre ai ripari, cioè se la Bce non comincia a stampare moneta per abbassare il costo del denaro e ridurre gli squilibri tra Stati membri, l’esito è uno solo: "Nel giro di tre anni si arriverebbe alla necessità di tornare alla moneta nazionale per pagare meno il denaro, potendo tornare a stampare denaro".

Berlusconi ha fatto l'esempio del Giappone che "ha il 2° debito pubblico ma trova denaro all’uno per cento" e ha tenuto a precisare che "non è una cosa mia contro la Germania o l’Europa ma una preoccupazione perché ciò non accada". Secondo l'ex presidente del Consiglio, il punto è che "c’è un’unica moneta per i 17 Stati dell’Euro ma diversi di loro pagano il denaro con molti punti di differenza l’uno dall’altro: la Germania lo paga a uno, la Grecia il 10, noi il 5 o 6. È una situazione che non può continuare a lungo e quale è il rimedio? La Banca centrale europea, cui è stata data la facoltà di stampare moneta, lo faccia mentre si è voluto che la sua unica missione fosse contrastare l’inflazione".

Berlusconi infine ha dichiarato che "noi, con molti Premi Nobel, o come Soros e molti altri, pensiamo che per poter continuare a avere l’Euro a 17 questa distanza debba venire meno perché altrimenti la competizione tra aziende non può esistere: prendete un’azienda che fabbrica microfoni in Italia e una in Germania, a lungo andare, quella italiana fallisce perché paga il denaro cinque volte di più, e quella tedesca se la compra". "

(www.ilgiornale.it)

Una diagnosi condivisibile, non dissimile da quella di insigni economisti come Krugman, ma poi propone Monti a capo di una coalizione con la Lega Nord che non potrebbe mai seguire l'omonima agenda. Inoltre la politica di Monti è proprio l'opposto di questo ragionamento.

Se non è impazzito, allora la candidatura di Monti potrebbe essere solo un pretesto per poter affermare di aver fatto il possibile per sostenere le tesi dell'Europa (del nord). Per dimostrare di essere volenteroso e avere buona volontà nel seguire l'agenda austerica, come vogliono i poteri forti d'Europa e d'Italia. Per poi buttarsi in una politica "populista" con alla base il ragionamento su esposto, sostenendo che sono gli altri a non aver accettato i suoi buoni propositi.

Intanto continua ad essere nella top ten dei titoli cubitali dei giornali e dei tg. E lui sa che questo è importante (Il ritorno del Cavaliere oscura).

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