venerdì 28 dicembre 2012

Bolla immobiliare e debito pubblico


La garanzia del pagamento del debito italiano, si dice spesso che è data dall'enorme ricchezza degli italiani. Ma è una ricchezza vera? O una stima da rettificare a causa della crisi?

"La Banca d'Italia nel suo ultimo bollettino statistico sulla ricchezza delle famiglie italiane, stima a fine del 2011 una ricchezza netta pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia. Un cifra davvero ragguardevole e che spesso è da molti enfatizzata come la vera ed unica tutela per il nostro paese dalla speculazione internazionale e da quell'enorme massa di debito pubblico che ha da poco superato i 2.000 miliardi e che ognuno di noi ha sulle spalle per un importo pro capite superiore a 33.000 euro.

Un vero e più interessante cambiamento non appare dunque nella distribuzione di chi detiene la ricchezza, bensì sul come sia così crescita, passando da poco più di 4.000 miliardi ad oltre 8.600 nel giro di 15 anni. Com'è stato possibile con l'anemico PIL italiano e la non eclatante cresciuta del reddito? Dall'analisi emerge che tra il 1995 ed il 2011 il risparmio delle famiglie ha contribuito a calmierare fortemente la diminuzione di ricchezza generata dal 2000 in seguito alle perdite in attività finanziarie ma questo non è stato sufficiente ad innalzare in modo così sensibile la ricchezza totale, in quanto è costante la flessione della capacità di risparmio, passata da poco meno del 2% della ricchezza totale a fine anni '90, a poco più dello 0,5% attuale.
...
se le attività finanziarie hanno negli ultimi 10 anni deluso i risparmiatori ed il valore di Borsa italiana è li a testimoniarlo, allora non resta altro che la "plusvalenza" nel settore reale e prevalentemente immobiliare. Infatti, alla fine del 2011, la ricchezza in attività reali (abitazioni, fabbricati, terreni ecc.) ha raggiunto quasi 6.000 miliardi, poco meno del 70% della ricchezza totale stimata e di questi ben l'84% è riconducibile alle abitazioni." 

(www.finanzaelambrusco.it)

Secondo R. Ligabue, quindi di questa immensa ricchezza, quella che rappresenta un valore quasi certo, spendile, è in realtà quasi pari al debito stesso. Cioè 8600 miliardi meno 6000 miliardi di euro: quindi 2600 miliardi in risparmi ed attività diverse dall'immobiliare.

Dei 6000 miliardi dell'immobiliare, in realtà potrebbe esserci rimasto molto meno, a causa della bolla immobiliare già esplosa (dal -10% al -40%) e di quella che potrebbe ancora esplodere.


Se il valore immobiliare dovesse seguire in modo lineare, l'aumento dei metri quadri disponibili, dal 1995 dovrebbe crescere al massimo del 150%, cioè il 30% in meno. Tutto torna.

"BOLLA IMMOBILIARE
I capital gains sulle abitazioni (a prezzi costanti), sono risultati i veri driver della ricchezza nazionale "presunta", in quanto sono sempre stati in crescita tra il 2000 ed il 2007 grazie a bassi tassi d'interesse conseguenti all’avvio dell’Unione Economica e Monetaria, mentre ad oggi non sono ancora sostanzialmente scesi e questo ha finora mantenuto inalterata la ricchezza netta totale. E' da notare come la crescita della superficie abitativa effettiva non sia così esplosa come la crescita al metro quadrato delle abitazioni.

RICCHEZZA PRESUNTA
L'evidente "doping" immobiliare rispecchia fedelmente la definizione di bolla speculativa, ovvero di una particolare fase in cui un mercato è caratterizzato da un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi di uno o più beni, a causa di una repentina crescita della domanda in un lasso di tempo limitato. Se tale affermazione è condivisa, allora la conseguenza logica è che la tanto decantata ricchezza delle famiglie italiane non sia proprio così "certa" e nel momento in cui la bolla esplodesse sarebbe drasticamente ridimensionata, motivo per cui speriamo che la proverbiale capacità di risparmio sia in grado come nel 2000 di calmierare la probabile perdita."

(www.finanzaelambrusco.it)

Rifacendo i conti si avrebbe che:
- secondo le stime di Banca d'Italia gli italiani possiederebbero una ricchezza pro capite media in immobile di circa 100.000 euro (6.000 miliardi di euro totali in immobili);
- se dovesse esplodere la bolla immobiliare con una caduto dei valori del 30%, gli italiani possiederebbero una ricchezza pro capite media in immobile di circa 70.000 euro, e su un totale degli immobili di 4.200 miliardi di euro;

In definitiva lo scoppio della bolla immobiliare brucerebbe una ricchezza (1.800 mld) quasi pari al nostro debito pubblico, e di poco superiore al nostro Pil annuale.

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