martedì 4 dicembre 2012

Impressioni di anti montismo nel Pd




Più il Pd si rafforza, e più si allontana dall'agenda Monti. Anche i bersaniani, più accorti nel non urtare troppo il premier con dichiarazioni forti, cominciano a riconoscere che l'anno di Monti è stato un anno perso, non solo, anche un anno controproducente. Un anno che ha aggravato, invece di risolverli, i problemi dell'Italia.
Come del resto il mondo dell'informazione alternativa (ai media sussidiati) ha continuamente fatto rilevare.

Ma la realtà è più forte di qualsiasi convinzione ideologica, e la realtà è quella dello tabella sopra. L'austerità non è servita a nulla, anzi è stata un grosso danno per l'economia nazionale.
Già Fassina era una voce fuori dal coro, che molti esponenti del Pd cercavano di tacitare o ignorare per non mettere in dubbio il sostegno a Monti. Ma ora queste voci discordanti andranno aumentando, perché siamo già in campagna elettorale. Che potrebbe essere abbreviata dal Pdl e Lega per andare a votare a febbraio 2013.

E il Pd si rende sempre più conto che continuare nelle politiche di Monti è impossibile per un partito che vuole ancora essere di sinistra. Il Pd è tentato dall'autosufficienza, o perlomeno di governare con il solo Sel. Lasciando ai centristi il sostegno ad un governo Monti. Che diventerà sempre più una bandiera improponibile, visto il continuo calo di consensi del premier.
Intanto il centro è ancora qualcosa di indefinito, in cui sembra confluiranno l'Udc, i seguaci di Fini e Rutelli, il movimento di Montezemolo. Un qualcosa di poco appetibile che probabilmente non sfonderà presso il grande pubblico. E' comprensibile che Fermare il Declino di Giannino, sia titubante ad associarsi a un pastrocchio simile.

Anche all'interno del Pd, potrebbero esserci delle resistenze. Renzi ha chiaramente palesato il suo dissenso, soprattutto se questo significa traghettare nel governo anche Fini.
Il Pd ora può vantare un 30% di consensi, e spera di crescere ancora per poter governare facendo a meno di Monti. Lo spera fortemente, perché comincia a diventare difficile anche per questo partito, più fedele del Pdl al montismo, l'appoggio a politiche deleterie e inconcludenti.

Temo però che il limite del Pd sia quasi raggiunto, e arriverà forse al 35% al massimo. Se l'attuale legge elettorale non verrà modificata, e potrebbe accadere se il Pdl farà cadere il governo, il Pd potrà comunque ottenere la maggioranza e governare. Probabilmente ha buone possibilità anche al Senato, vista l'inconsistenza del centro destra.

Ci sono però alcune variabili da considerare. Gli italiani sono ormai al limite di sopportazione, e piuttosto che votare un Pd tenuemente anti Monti, anti austerità senza chiarezza per non urtare i poteri forti, potrebbero riversarsi sul voto di protesta grillino.

Poi c'è l'incognita Pdl e astenuti. Si tratta di un binomio molto stretto: c'è una quota di elettori del centro destra in freezer, che non attende altro che un cenno del Cavaliere o di Alfano, per sostenere politiche contrarie a Monti in modo molto deciso, senza ambiguità. Sono elettori arrabbiati che non voteranno mai per Grillo.
Ma voteranno chiunque, dalla loro parte, gli prometterà la cancellazione dell'Imu, forse anche una revisione delle pensioni, sicuramente dei provvedimenti di intervento statale a favore delle imprese.
Cioè la restaurazione ante Monti. Se il Pdl riconquistasse voti nel bacino degli astenuti, rosicchierebbe una quota al Pd, pur non vincendo ugualmente. Rendendo però la governabilità più complicata.
Ma per ora il Pdl è un rebus irrisolvibile.

In pratica, sia per motivi elettoralistici, sia per l'evidenza dei fatti, sempre più i politici commissariati (da destra a sinistra), si rendono conto che devono scappare il più lontano possibile dall'agenda Monti.

Ma così facendo, cioè schierandosi tutti più o meno apertamente e sinceramente contro l'agenda Monti, il quadro politico potrebbe complicarsi invece di semplificarsi. A un Pd già forte, si affiancherebbe un'antipolitica in continua ascesa, e un probabile Pdl o coalizione di centro destra in rimonta.
Alla fine il centinaio di parlamentari grillini, potrebbero rendere impossibile la formazione di maggioranze al Senato, o costringerebbero il Pd ad unirsi con i centristi convintamente montiani. Una convivenza al governo tra Sel e Udc, potrebbe diventare molo complicata.

Non prevedo un facile governo per il 2013. Che la crisi europea possa attenuarsi a metà del prossimo anno come dice Monti, non ci crede nessuno. Credo nemmeno Bersani quando afferma che il tempo delle favole è finito. Ma la sinistra si appresta a governare proprio nel momento più sbagliato, con un'alleanza che non si prospetta delle più solide e con un Parlamento ripieno di guerriglieri grillini pronti a dare battaglia.

L'impressione è che la prossima legislazione non sia delle più solide.

Poi magari mi sbaglio e avverrà l'opposto. Infatti in questa legislatura il centro destra aveva una maggioranza blindata, eppure è caduto ugualmente, e la legislatura si è dimostrata inconcludente e fragile.


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