sabato 24 gennaio 2015

Suicidio politico dei renziani?



Come si sta osservando in questi giorni il Pd si sta spaccando, ma Renzi può continuare ad ostentare uno sfacciato ottimismo, un'arrogante sicurezza, perché la sinistra Pd non ha la forza di condizionarlo e fermarlo. Nel caso dovesse averne bisogno, Renzi può contare sulla cavalleria dei cosacchi di Forza Italia. La sinistra Pd può al massimo sperare in un aiuto dei grillini, ma è molto improbabile.

E' evidente tutta la rabbia impotente della sinistra Pd, che cerca di riunirsi e contarsi per farsi coraggio e per minacciare scissioni. Ma in questo Parlameno renzuschiano, non può nulla.

""Dare del parassita a Corsini, Gotor, Mucchetti, è pericoloso. E' gente perbene che non chiede niente e va trattata con rispetto. Se viene meno il rispetto è finita". Così Bersani, arrivando alla riunione della minoranza del Pd sulle riforme, circa 140 i presenti, sull'epiteto usato dal senatore Esposito contro i 'dissidenti' del partito. La spaccatura sulla legge elettorale? "Renzi lo sa benissimo:c'era una possibile mediazione sull'Italicum,non hanno voluto mediare. Ora spetta a lui dire se si può partire dall'unità del Pd".
(www.rainews.it)

Il renzismo alleato del berlusconismo non ha rivali. Renzi a questo punto porterà a termine alcune riforme a cui tiene, a meno che Berlusconi non lo tradisca, e poi andrà ad elezioni con la nuova legge elettorale nel 2016. E qui però potrebbe arrivare il bello...

"Tra Forza Italia e Partito democratico che si spaccano sulla legge elettorale, il terzo gode. Il Senato ha quasi approvato la nuova versione dell’Italicum che, come la maggioranza ripete da mesi, “dà un vincitore la sera delle elezioni”, ma forse non tutti hanno pensato che quel vincitore potrebbe non essere Matteo Renzi. E neppure Silvio Berlusconi. “Io fossi stato nei grillini”, dice il senatore democratico Claudio Micheloni, “avrei sostenuto a spada tratta questo provvedimento. Così si rischia di dare loro una chance di vittoria”. Il premio di maggioranza alla lista e il ballottaggio tra chi ha preso più preferenze: sondaggi alla mano, se si andasse al voto oggi ad avere un’opportunità sarebbe proprio il Movimento 5 stelle."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Il nuovo trend elettorale del Pd è la discesa nei sondaggi. Solo dall'inizio dell'anno sembra che il Pd abbia perso 6 punti percentuali di gradimento. Se poi si dovesse scindere in due entità, il 20% fisso da tempo del M5s potrebbe diventare una percentuale irraggiungibile per gli altri partiti... E nessuno già oggi giungerebbe il fatidico 40% che consente il premio di maggioranza automatico. Si andrebbe al ballottaggio.

Quindi il M5s potrebbe all'improvviso trovarsi circondato da nani politici, e ritrovarsi a sostenere il ballottaggio con il primo o secondo classificato, che potrebbe essere il Pd, o anche una coalizione di centro destra se il Pd si spaccasse malamente. I ballottaggi sono pericolosi per i renziani, perchè per esempio se il M5s dovesse arrivare secondo, su di lui potrebbero convergere i voti di elettori del centro destra e/o della sinistra radicale antirenziana. E quindi il M5s come afferma Micheloni potrebbe trarre un vantaggio enorme da questa folle e complessa legge elettorale che è l'Italicum.

Ma anche Berlusconi potrebbe alla fine fregare Renzi con il doppio gioco. Infatti lo stretto abbraccio di Forza Italia al Pd attraverso il patto del Nazareno, potrebbe avere proprio l'obiettivo di spaccare il Pd. Una volta provocata la rottura, Berlusconi come ha dimostrato di saper fare più volte, potrebbe rinnegare ogni alleanza con Renzi e ricostruire un centro destra con una coalizione forte capace di sconfiggere una sinistra divisa.
Rimarrebbe per lui solo il dubbio di riuscire ad accappararsi il premio di lista, evitando che glielo scippi la Lega di Salvini all'interno della coalizione. Ma il Cavaliere ci ha abituati a rimonte elettorali incredibili. Sarebbe uno dei più riusciti trappoloni della storia politica... Una vendetta da consumarsi freddamente per il Cavaliere disarcionato nel 2011.

Quindi Renzi spero (per lui) si sia fatto bene i suoi conti, perché da quel che si preannuncia dalle fasi politiche di questi giorni, non pare proprio. Ad ogni modo la discesa del governo Renzi iniziata a metà 2014, rispetto alla sua popolarità ed al suo gradimento parlamentare, sta giungendo all'epilogo tipico italiano. Ci si avvicina al "governicchio" di coalizione con Forza Italia, se è vero che ormai il dialogo dei renziani con una parte del partito si è interrotto. Anzi ora comincia già ad incarognirsi.

"... alla domanda del fattoquotidiano.it se questa polemica, si ripercuoterà sull’elezione del prossimo Capo dello Stato, risponde accusando direttamente il segretario: “A differenza di quelli che oggi chiedono disciplina e hanno capeggiato i centouno due anni fa, noi siamo persone serie e le battaglie le facciamo alla luce del sole, quindi nessuno deve temere da noi i franchi tiratori”. Sta dicendo che Matteo Renzi è il capo dei franchi tiratori che impallinarono Romano Prodi? “Non è un segreto”"
(tv.ilfattoquotidiano.it)

Se persino Fassina prende un tale coraggio, vuol dire che siamo ormai alla frutta, alla resa dei conti nel Pd. E persino il suo quasi omonimo Fassino, prende coraggio avendo l'ardire di affermare che:

"“Abbiamo commesso un errore a convincere e a convincerci che le Province fossero enti inutili”. Un autodafé in piena regola quello pronunciato oggi da Piero Fassino alla direzione regionale del Pd. Un errore che potrebbe costare caro, dacché gli enti di secondo livello appena istituiti che dal 1° gennaio 2015 ne prenderanno il posto “rischiano di nascere monchi”. Troppe incognite sulle risorse"
(www.lospiffero.com)

Nel Pd tutto si sta di nuovo muovendo. Gli equilibri si stanno nuovamente alterando e probabilmente coloro che credono o sanno di essere nelle liste dei rottamati, potrebbero essere tentati di lasciare il partito per fondarne un altro.

"“La sinistra Pd si limita a essere anti-renziana così come era stata anti-berlusconiana in passato. Ma sui grandi temi che interessano il Paese non è in grado di fare proposte politiche di spessore: la sua è solo una lotta per la sopravvivenza”. Lo afferma Ernesto Galli della Loggia
...
L’argomentazione della sinistra Pd contro i capilista bloccati si rifà al principio della democrazia rappresentativa, ma la ragione principale è di natura politica. L’obiettivo è contrastare una legge elettorale che dà a chi comanda nel partito la sicurezza di eleggere un gruppo parlamentare che gli sia fedele, e quindi non eleggere molti degli infedeli, quelli cioè che si oppongono a Renzi."
(www.ilsussidiario.net)

Quindi è probabile che alle prossime elezioni Renzi sarà ancora a capo del Pd, ma sarà un partito ridimensionato in concorrenza con un partito di rottamati alla sua sinistra. Il 40% delle europee sarà un lontano ricordo, e forse persino il 25% di Bersani. La rifondazione-Pd a sinistra del Pd probabilmente si attesterebbe a non più del 10%, ma sufficiente a rendere inoffensivo il renzismo e far diventare dei giganti i grillini e/o un centro destra in crisi di senilità.


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