giovedì 22 marzo 2012

Dittatura mediatica


L'esecutivo sbaglia tutto ma è osannato da tutti i media principali, quelli che imboniscono l'80% degli italiani:

"Da Repubblica agli editorialisti del Corriere o dell’Unità, da Ilvo Diamanti a Francesco Giavazzi, dal Gad Lerner dell’Infedele, ma fedelissimo e scodinzolante davanti ai suoi datori di lavoro, al Fabio Fazio delle interviste benevole e pilotate a Monti e alla Fornero, vi è una sostanziale unità d’intenti nell’appoggiare il governo di occupazione del paese e le sue politiche neoliberiste estreme.

Tutto l’apparato, senza eccezioni, serve egregiamente i padroni che lo foraggiano e lo tengono in vita.
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L’apparente contraddizione fra la denuncia dei peggioramenti economico-sociali concreti e l’esaltazione dell’opera di un governo che “rende credibilità internazionale all’Italia” e riduce lo spead con il bund, sembra inevitabile, perché certe cose, che entrano nel vissuto quotidiano dei più e incidono nella carne viva della popolazione, non si possono più nascondere, e quindi devono essere trattate.

Allora si deve correre ai ripari confondendo le idee alla popolazione, denunciando i rapidi peggioramenti in termini di occupazione, reddito, consumi (l’Italia torna indietro di trenta anni buoni, crolla la spesa), ma, nel contempo, esaltando quello stesso esecutivo la cui azione fa crollare occupazione, redditi, consumi.
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Non si è nascosto che la maggioranza degli interpellati ha manifestato simpatia per le proteste scatenate dalle controriforme montiane (la Sicilia dei Foconi e di Forza d’Urto, ad esempio), oppure che non gradisce la riduzione secca dei diritti dei lavoratori, privati della difesa dell’art. 18 dello Statuto del 1970, ma, nel contempo, si esalta capziosamente la figura di Monti, attribuendole un vasto gradimento di massa, anzi, contribuendo in modo sostanziale a costruire intorno a lui un ampio consenso, artificiale, piuttosto confuso, per non dire furbescamente estorto.
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Perciò, è vero che c’è una crisi (destinata a diventare crisi senza precedenti) che riporta indietro gli orologi della storia, quanto a lavoro, diritti, produzione e consumi (tutte cose concrete), ma finalmente c’è un governo, definito autorevole, che consente di riacquisire “credibilità” a livello internazionale (niente più pagliacciate berlusconiane durante i summit fra governanti, niente cucù alla Merkel), di avere un buon potere contrattuale nei confronti degli altri paesi (nonostante il caso dei marò in India o il blitz degli inglesi in Nigeria), e di ridurre i differenziali finanziari con la Germania (cose non troppo concrete, arbitrarie quanto i mercati, fumose ma efficaci mistificazioni del potere). "

E l'errore di gestione economica del nostro Stato è macroscopico come una casa. E davanti agli occhi di chiunque voglia vedere ad eccezione degli intellettuali del Sole24ore o di Repubblica, e ad eccezione dei partiti che sostengono Monti.

"Nel secondo semestre 2011, Berlusconi prima e Monti poi hanno confezionato un aumento di 2,6 punti percentuali di pressione fiscale. C’era da salvare l’Italia, ma forse è più giusto dire che c’era da salvare l’Italia così come si trovava."

cioè l'Italia degli sprechi vari...

"Per salvare tutto questo, ma al contempo raggiungere il pareggio di bilancio, è stato inevitabile un salasso fiscale, gran parte del quale, peraltro, lo sentiremo concretamente solo a partire da giugno 2012: ebbene sì, il peggio deve ancora venire."

Prima i sacrifici certi e poi la promessa della crescita, alquanto ipotetica... La prima scadenza marzo 2012 (addizionali Irpef), poi giugno con la nuova Imu, poi ottobre con l'Iva al 23%. L'autunno non sarà caldo, sarà rovente!

"Si è partiti con le liberalizzazioni, ma poi, al netto di alcune incaute e trionfalistiche affermazioni iniziali del Governo, si è preso atto che le liberalizzazioni, da sole, non possono fare il miracolo: sono moltiplicatori, non fattori di crescita e, se il fattore di crescita sta a zero, zero per mille è comunque uguale a zero.

Si è quindi passati alla riforma del mercato del lavoro, ma anche qui, con la quadratura del cerchio ancora tutta da trovare, il Governo già comincia a mettere le mani avanti: questa riforma, di per se stessa, non può certo garantire il rilancio dell’occupazione. A breve toccherà alla riforma del sistema fiscale, la cui bozza di delega è in discussione in Consiglio dei Ministri in questi giorni (si veda “Pronta una nuova delega per la riforma fiscale” di ieri).

Una bozza che non prevede alcun tipo di riduzione delle imposte (nemmeno l’IRAP), semmai ne prevede di nuove (imposte ambientali per favorire la green economy) e per il resto formula vaghe promesse di restituzione dei maggiori introiti derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, tema su cui la bozza si concentra in larga parte."

Insomma Mago Monti lavora per la casta, non certo per salvare l'Italia della gente comune. I nostri governanti, vecchi e nuovi, non sanno nemmeno come vive la gente comune.

"Non vi è da stupirsi che, per quanto accaduto sino ad oggi, il Governo tecnico abbia il pieno sostegno dei partiti, delle istituzioni e, in senso più ampio, dell’establishment. Vi sarà da stupirsi se, in assenza di questo auspicabile cambiamento di rotta, il Governo tecnico avrà domani il sostegno della gente."

Io mi auspico, e anzi prevedo, che questo sostegno non c'è già da oggi. E che ormai molti pensano quello che in pochi osano affermare:

"...consapevolezza che manca ora e che ci sta trascinando verso una dittatura di fatto. Siamo stati governati da un Parlamento di nominati dal 2006, prima di essere oggi governati dal Nominato Unico, Rigor Montis, primo caso nella storia delle democrazie di un tizio divenuto senatore a vita e candidato premier in una notte. Di fronte alla scelta "Mercato o democrazia?" abbiamo optato per il Mercato. L'emergenza pretende scelte forti e condivise per il bene della nazione insieme a cittadini disinformati. E noi, che, seppur con qualche aiuto esterno, ci siamo liberati del fascismo, abbiamo abdicato alla nostra libertà per paura dello spread.

Barattare la democrazia per lo spread è qualcosa in cui si perde la ragione umana. Eppure ci siamo riusciti e ne siamo pure fieri. E' l'Italia dei nuovi cortigiani delle corti di Parigi e di Berlino, del Vaticano e del Quirinale.
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Rigor Montis è diventato dittatore suo malgrado, è un dittatore inconsapevole. Un tecnico venuto dallo spazio profondo della Goldman Sachs che opera scelte politiche epocali come la revisione dell'articolo 18 aprendo di fatto la possibilità di licenziare nel settore pubblico e per le grandi imprese. E tutto va bene madama la marchesa. Ci stiamo vendendo l'anima del nostro Stato (che altro è infatti la democrazia?) per non fallire. Così almeno ci raccontano mentre falliamo. Hanno creato la Grande Emergenza per attuare la Dittattura Diretta senza referendum, leggi popolari e rappresentanti scelti dai cittadini. Gli spazi di democrazia sono azzerati. Senza un nuovo Risorgimento ci aspetta un Nuovo Fascismo (o forse c'è già?)"

Aggiornamento ore 15:30

Bravi quelli de Linkiesta.it, anche loro cominciano a disilludersi sul montismo. Non fanno parte della cricca mediatica che continua ad osannare il mago bocconiano.


Monti ha salvato l’Italia ma non la farà ripartire
(www.linkiesta.it)


L'equazione "Monti ha cacciato il Bandana, quindi Monti è il meglio" è stata solo una fugace speranza, scomparsa in pochi mesi. Per me in pochi giorni, dal momento che sono state palesate le prime decisioni amministrative. La realtà è che questo governo è ancora più deleterio del precedente, anche se la cosa può apparire impossibile ai più.
L'articolista de Linkiesta.it ad un certo punto scrive:

"Siamo stanchi e rassegnati. Inizio a comprendere chi invoca il default: economicamente è un'assurdità, ma come facciamo a sopportare questo tipo di politiche per altri quarant'anni, finché (forse) il debito non sarà stato ripagato?"

Che le cose stavano così, molti l'hanno capito dall'inizio. La matematica non è un'opinione. E' impossibile sopportare una politica di questo genere per 40 anni, significa tornare al medioevo. Ed è quasi impossibile ripagare il debito accumulato dall'Italia, non solo con una politica recessiva come quella di Monti, ma persino con una ipotetica politica economica espansiva. Con una economia in crescita il debito diventa sopportabile, è sufficiente che la crescita del Pil superi l'interesse negativo sul debito. Non è detto che si riesca a ridurlo.

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