sabato 24 marzo 2012

Effetti immediati modifiche art. 18



L'applicazione delle facilitazioni sui licenziamenti introdotte nel nuovo ordinamento sul lavoro, cioè l'abrogazione del vecchio art. 18, potrebbe avere delle conseguenze economiche quasi immediate. Infatti le aziende che si trovano già oggi in difficoltà, ormai tantissime, potrebbero essere tentate di adottare i nuovi provvedimenti sul lavoro entro il 2013.

Questo perché il governo Monti scade come uno yogurt nel 2013, e vista l’incertezza sulla tenuta del quadro politico, gli italiani potrebbero anche avere la malsana idea di votare un Parlamento pronto a tornare indietro sul provvedimento in questione. Anche se ora il governo pare voler lasciare un pò di spazio ai partiti per ulteriori modifiche al provvedimento.
Quindi, se fossi un industriale con qualche problemino di esuberi, mi affretterei ad usufruire del licenziamento con indennizzo per difficoltà economiche.

A questo punto l’Italia si ritroverebbe con un’ulteriore zavorra sulla strada della ripresa, che ci trascinerebbe ancora più a fondo nella recessione. Dopo una tassazione esagerata ed impropria, imposta sulla piccola proprietà, e non sui consumi di beni di lusso (che potrebbe essere un modo per riprendersi una parte di evasione), ci ritroveremo con un’ulteriore riduzione dei redditi famigliari.

Una nazione zavorrata da burocrazia (con finte semplificazioni che semplificano iter di scarsa importanza), dal carico fiscale e scarsi scambi commerciali per mancanza di domanda, è destinata a fallire in fretta. Se a questo si aggiunge l’onere degli interessi sul debito pubblico, il risultato è scontato. Non abbiamo la possibilità di uscire da un tale circolo mortale insistendo con questa politica economica deleteria.

Anche i 1.000 miliardi della Ltro della Bce stando così le cose, saranno serviti a poco. Se il loro scopo era stato quello di acquistare un po’ di tempo prima del collasso, questo tempo è costato carissimo, ed è già quasi finito. Ed inoltre servirà un altro carico da 1000 per mantenere in piedi le economie traballanti dei paesi periferici (PIIGS).

Come suggerisce l’ecologista e meteorologo Mercalli in “Prepariamoci”,  a questo punto non ci resta che comprare vanga e zappa perché potrà continuare a mangiare solo chi si coltiva un orto.
La situazione si fa sempre più critica. Prima o poi la rassegnazione della gente comune si trasformerà in risentimento. Sarà sufficiente un detonatore qualsiasi, un evento o un personaggio carismatico che sappia indirizzare le masse verso un obiettivo condiviso.

Politici e tecnici governanti, come scrivevo nel post “Ecco chi sono”, si comportano come i nobili dell’ancian regime, che non erano in grado di comprendere le esigenze elementari del popolo. Stanno facendo di tutto per difendere le loro posizioni privilegiate, ma stanno rischiando di perdere il controllo sul popolo che vorrebbero guidare come un gregge muto.

Già qualcuno gira con scritte sulle magliette abbastanza eloquenti. Anche il primo blog d’Italia (www.beppegrillo.it) ha messo il premier in una bara. Minaccia o profezia? Di sicuro l’atteggiamento del governo tecnico incentiva certi comportamenti e certi retropensieri. Come si evolverà la situazione politica? È proprio il caso di affermare: “chi vivrà, vedrà!”.

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