mercoledì 14 marzo 2012

Primavera politica italiana



C’è qualcosa di nuovo nell’aria asfittica della politica italiana. C’è voglia di rottamare il governo Monti sentito come estraneo a certe culture che, in alcuni casi, avrebbero dovuto sostenerlo.

C’è un insieme di partiti e movimenti extraparlamentari che non sopporta troppo le idee di Monti, Passera, Fornero e compagnia cantante. Dai No Tav alla Fiom fino ai movimenti più radical chic.

Questi protagonisti sono in generale appartenenti alla sinistra più a sinistra e hanno poco a che fare con l’esigua opposizione parlamentare leghista e anche dipietrista.
Alcuni di questi protagonisti stanno forse trovando appoggio nel partito virtuale di “Repubblica” e del suo editore De Benedetti, riuniti nel contenitore “Giustizia e Libertà”.

Sostiene Sallusti che le ragioni di contrapposizione di De Benedetti a Monti sono o ignote o velleitarie:

Un trappolone per Mario Monti (via Passera)...

“Per diciott’anni il nemico è stato Berlusconi, ora nel mirino ci sono Mario Monti e il suo governo. Parliamo della lobby di La Repubblica
...
De Benedetti si sta accorgendo di aver perso un’altra volta. Quella delle dimissioni di Berlusconi è stata per lui una vittoria di Pirro, il Paese non è finito nelle mani di quel clubbino di intellettuali anziani e tristi che dalle colonne del quotidiano tromboneggiano sulle cose da fare. E non solo. Si comincia a delineare chiaro che anche il dopo Monti non sarà targato La Repubblica
...
Siamo curiosi di vedere che trappola si inventeranno per fermare sul bagnasciuga il duo Monti Passera. Proveranno forse a convincere qualcuno a farli cadere prima del fine mandato? È un’ipotesi all’ordine del giorno.”

Secondo Foa invece De Benedetti sarebbe collaterale a Monti, ma contrapposto ai partiti esistenti:

E DOPO MONTI...DE BENEDETTI !

“Sia Monti che De Benedetti sanno che i due grandi partiti Pd e Pdl, sono logori, come erano logori Psi, DC e Pci ai tempi della Prima Repubblica. De Benedetti non vuole rompere con Monti, bensì cerca di garantirne la continuità ovvero a posizionare in un futuro non lontano un nuovo movimento politico, alternativo al Pd.
...
La mossa è strategica e tutt’altro che infondata, con un grande limite: quel movimento, come tutte le cose generate dall’universo snob di Repubblica, è troppo radical-chic per sedurre davvero le folle.

Però l’analisi di fondo resta valida: come all’inizio degli anni Novanta esiste lo spazio per nuove forze politiche grazie all’evidente erosione – a mio giudizio irreversibile – dei partiti che hanno tenuto la scena negli ultimi vent’anni.”

A me pare che fra i due centri meglio l’obiettivo Foa. De Benedetti fiutando la deriva centrista del Pd o addirittura un’eventuale decadenza del medesimo, stia tentando di costruire un nuovo partito di sinistra. Ormai il Pd non è più visto come tale, semmai come una sorta di comitato d’affari per cooperative.

Il nuovo partito debenedettiano mira a “decontaminarsi da autoreferenzialità e corruzione” tipiche della vita politica italiana.
Riunisce chi è riconoscente al governo Monti, per i suoi risultati (consiglierei più prudenza…) e soprattutto per aver sostituito Berlusconi, ma evidentemente non condivide pienamente le scelte politiche di fondo.

Il movimento fonda la sua ragion d’essere nel contrasto alla corruzione ed alle mafie, ma lo fa con i soliti appelli a leggi immaginifiche senza scendere nel concreto. I sostenitori debenedettiani non si scagliano a priori contro il governo Monti, ma affermano che qualora facesse scelte sbagliate sarebbero da addebitarsi al ricatto dei berlusconiani che lo sostengono. Quindi il giudizio sul prof. Monti rimane sospeso.

De Benedetti dice: “Nel 2013 speriamo ritorni la politica, i partiti e la democrazia che è stata messa di lato per l'emergenza” e poi si augura che il governo possa arrivare al 2013, ma si ha l’impressione che affermi una cosa e pensi il contrario.

Chi invece mostra la faccia più cattiva e non condivide per nulla le scelte montiane è il Movimento 5 Stelle di Grillo. Si può definire come il movimento capofila di tutti i movimenti antagonisti duri e puri.
Mentre “Giustizia e Libertà” si riuniva chiamando a se i suoi sostenitori più rappresentativi, ma in parte già contaminati dalla politica “decadente” (Saviano, Eco, C. De Gregorio, Zagrebelsky, Pisapia ecc.) Grillo rilasciava sul suo blog un combattivo “Comunicato Politico”:

Comunicato politico numero quarantanove

“Il destino del Paese è segnato. Il fallimento economico, nascosto sotto il tappeto della diminuzione dello spread, è inevitabile.
Le imprese chiudono o fuggono all'estero. Le tasse sui redditi di impresa si stanno prosciugando. La moltitudine di nuovi disoccupati non paga più l'Irpef. La bolla italiana si alimenta di Grandi Opere attraverso il trucco contabile del project financing che crea lavoro fittizio finanziato dallo Stato.
...
E' necessario pensare al dopo Monti che sarà anche il dopo partiti e il dopo seconda Repubblica. The future is unwritten, il futuro si può ancora scrivere. Il M5S proverà a scrivere nuove pagine per la ricostruzione dell'Italia. Forse non ci riusciremo, forse falliremo alcuni obiettivi, ma nessuno potrà accusarci di non aver tentato.”

Grillo si prepara alle prossime elezioni locali (5-6 e 20/05/2012) essendo ben cosciente delle potenzialità del suo movimento. Che sta crescendo velocemente più per meriti altrui che del suo storico fondatore. Il quale detta regole ferree per evitare che il movimento si trasformi in partito o che qualcuno tenti di scalzarlo dal suo trono. L’unico punto debole del M5S è proprio il clima dispotico interno. Nello stesso “non statuto” dei grillini è scritto che il contrassegno con le 5 stelle appartiene a Grillo e basta. Per il resto credo che in futuro avrà ottimi successi elettorali a causa della sfiducia che investe i partiti politici tradizionali.

Le prossime elezioni amministrative saranno proprio un test empirico per capire fino a che punto i partiti attorno a Monti e il suo governo godono dell’assenso degli elettori. Per il centro destra si profila una disfatta, per il centro sinistra una tenuta poco rassicurante. Se i risultati dovessero essere preoccupanti per il tris di partiti che sostiene Monti, sicuramente continueranno a sostenerlo fino al 2013 e probabilmente anche oltre.

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