mercoledì 7 marzo 2012

Il mondo farà crack



Ci sono tutti i presupposti. Molte cose non funzionano nel mondo dell’economia e della finanza internazionale. Come faceva notare il blog www.ilgrandebluff.info tutti gli indici sono in salita. Sono salite le borse, sale il prezzo dell’oro, sale costantemente il prezzo del petrolio e delle materie prime, i mercati finanziari sono inondati di liquidità dalle Banche Centrali, salgono i debiti e cresce l’incertezza internazionale. Ovviamente tutti questi indici non possono essere indicativi della vera situazione internazionale e soprattutto dell’occidente. Quando salgono le borse di solito scendono i prezzi dei beni rifugio (oro, petrolio ecc.) e viceversa. Le cose sono sempre andate così.

Ma probabilmente siamo all’epilogo della finzione. Come spiega www.cobraf.com (www.cobraf.com/blog) in “Perchè il petrolio è ai massimi e perchè franerà”, è la speculazione finanziaria, sono i meccanismi generati dai derivati che provocano rialzi falsi, anche quando la domanda di petrolio e materie prime si arresta.

Oggi anche le borse arrestano la loro folle corse rialzista senza motivo.

Borse in forte ribasso, Milano chiude a -3,4%. Sui listini pesano Grecia e crisi Iran

"Chiusura in caduta libera per i listini europei per i timori legatio alla Grecia e alle tensioni Israele-Iran: Piazza Affari il Ftse-Mib ha lasciato sul terreno il 3,39%. I creditori privati hanno tempo fino all'8 marzo per accettare il piano di swap del debito proposto da Atene.

L'adesione attesa è molto alta ma il governo ellenico ha minacciato di varare provvedimenti per costringere anche i creditori contrari ad aderire alla ristrutturazione. Ciò rischia di far scattare il pagamento dei credit default swap ed è probabile che sia esattamente questo l'obiettivo degli hedge fund che ancora si oppongono al piano.

Ai timori per l'economia si aggiungono le preoccupazioni sulle crescenti tensioni geopolitiche tra Israele e Iran, sul controverso programma nucleare di Teheran."

Ma la Grecia non era stata salvata? Forse qualcuno dei creditori che dovevano volontariamente offrirsi per un “haircut” ci sta ripensando. Anche perché molti creditori, ma anche molti soggetti speculativi hanno acquistato i famigerati CDS e vorrebbero tanto veder fallire la Grecia.

Ecco come funzionano:
“Il sottoscrittore di obbligazioni per 10 milioni di euro, con durata di 5 anni, emessa dalla Società Rischiosa, copre il rischio di insolvenza del debitore acquistando un CDS dalla Banca Derivati per un importo nominale di 10 milioni di euro, pagando ad esempio il 2% dei 10 milioni garantiti.
Se la Società Rischiosa è insolvente 3 anni dopo la sottoscrizione del CDS, il pagamento del premio è interrotto e la Banca Derivati rimborsa al sottoscrittore la perdita di 10 milioni di euro subita. Qualora il merito di credito della Società Rischiosa migliorasse significativamente o fosse acquisita da una Società più solida dopo 3 anni, il sottoscrittore delle obbligazioni potrebbe eliminare o ridurre la sua posizione nel CDS vendendo sul mercato i rimanenti due anni di copertura.”

Il problema che di queste “assicurazioni sul debito” non si sono avvantaggiati i soli creditori effettivi (gli acquirenti della “Società Rischiosa”) ma anche terzi che non hanno mai acquistato obbligazioni o titoli di stato. Le banche emettenti CDS pare abbiano emesso questi strumenti per 10 volte i crediti effettivi da rimborsare nel mondo!
Quindi se la Grecia fallisse per 150 miliardi di euro, si profilerebbe un “rimborso” effettivo di 1.500 miliardi da CDS! Una follia e probabilmente anche una truffa. Io credo che molte banche non saranno in grado di far fronte alle loro promesse. Si rischia un crack da CDS.

E intanto l’economia reale arranca strozzata sempre più dai giochi di potere delle grandi banche e dai giochetti finanziari senza capo ne coda che violano tutte le leggi della fisica, facendo salire ciò che cade e scendere ciò che dovrebbe salire:

Pil in calo. E la cassa integrazione vola
Nell'ultimo trimestre 2011 economia in frenata in Ue dello 0,3%. In Italia calo più sensibile: -0,7%

“L'economia frena, la cassa integrazione decolla. Il Pil nell'Eurozona è calato dello 0,3% nel quarto trimestre 2011, così come quello della intera Ue a 27. In Italia il calo si conferma più sensibile della media Ue: -0,7% nell'ultimo trimestre dello scorso anno. È il dato della «seconda stima» resa nota da Eurostat che conferma i dati preliminari pubblicati lo scorso 15 febbraio. Nel confronto su base annuale, ovvero rispetto al quarto trimestre del 2010, il prodotto interno lordo della Ue-17 risultato aumentato dello 0,7%, quello dell'Italia invece è calato dello 0,5%.
CASSA INTEGRAZIONE - Torna, come detto, a correre la cassa integrazione: a febbraio - secondo i dati diffusi dall'Inps - le aziende italiane hanno chiesto l'autorizzazione per 82 milioni di ore di cig con un aumento del 49,1% rispetto ai 55 milioni di gennaio (dato più basso dall'agosto 2009) e del 16,8% rispetto a febbraio 2011. Vola la cassa in deroga (+134% su gennaio). Nel complesso - segnala l'Inps nei primi due mesi dell'anno sono state autorizzate alle aziende 136,9 milioni di ore di cassa integrazione a fronte dei 130,2 milioni del 2011 (+5,1%). «Il dato di febbraio 2012 - si legge in una nota dell'Istituto di previdenza - fa registrare una inversione di tendenza rispetto all'ultimo quadrimestre, in cui il numero di ore autorizzate è costantemente diminuito, sia in termini assoluti, sia in confronto agli stessi mesi dell'anno precedente».”

In un’Italia ridotta sempre peggio, mi chiedo che fine farà la fiducia verso il governo del Mago Monti. Il cui contributo alla fine è stato solo un’ulteriore tassazione degli italiani.
Arriva in questo mese in busta paga il “salva Italia”, che sarebbe meglio chiamare “punisci contribuente”: prevedo una pesante battuta d’arresto per l’insensato innamoramento per il mago di cui sopra. Il cui unico merito rispetto al precedente premier è di non andare a mignotte.

Ed in più, i partiti della seconda repubblica sono allo sbando:

“I partiti non scoppiano di salute, e ciò si sapeva. Il quadretto di queste ore aggrava la diagnosi. Bersani è tornato nel tritacarne per il «caso Palermo»
...
I leader dei partiti non sembrano neppure in grado di tenere la riunione conclusiva sulle riforme costituzionali, dove la bozza sarebbe pronta e solo da licenziare: se ne parla, se ne ragiona, ma nessun appuntamento risulta ancora fissato. Ci sono grane più urgenti, le liste per le amministrative, le mille beghe locali... Il risultato è che per il momento Monti non ha nulla da temere dalla sua strana maggioranza. E se continua così, a Palazzo Chigi metterà le radici.”

Aggiungo, metterà radici fintanto che non si vota. Non penso che la base elettorale dei montiani sia così vasta come presumono i media nazionali.

E mentre i partiti si dibattono nella loro agonia, il basso ventre della politica (e di altre forze illecite) lotta per sopravvivere al fango e alla crisi, tentando in tutti i modi di difendere le sue prede. Come ad esempio il Tav della Val Susa di cui già pregusta il tangentificio.

“Quanto al Tav, le tratte Torino-Milano-Roma-Salerno dovevano essere finanziate almeno per metà dai privati; il loro costo, lievitato nel corso del tempo da 6 a 51 miliardi di euro (ma molti costi sono ancora sommersi e, una volta completate le tratte in progetto, supereranno i 100 miliardi) è stato interamente messo a carico dello Stato (cioè del debito pubblico). Ma per il Tav in Valle di Susa non si parla più di project financing : la fretta è tale che si dà inizio ai lavori senza sapere dove prendere i soldi. Si aspettano quelli dell'UE, che forse non verranno mai, spacciando questa attesa per un impegno «imposto dall'Europa». Ma perché quei costi sono quattro volte quelli di tratte equivalenti in Francia o in Spagna? E' il «Grande Segreto» delle nostre «Grandi Opere»: il subappalto. Le Ferrovie dello stato hanno affidato - in house , cioè senza gara - la realizzazione dell'intero progetto a Tav Spa, sua filiazione diretta. TavSpa, sempre senza gara, ha affidato il progetto a tre General contractor (le tre maggiori società italiane all'epoca: 1991), tra cui Fiat. Fiat ha fatto il progetto della Torino-Milano e ne ha affidato la realizzazione a un consorzio della sua - allora - controllata Impregilo (quella dei rifiuti in Campania e del disastro ambientale in Mugello). Impregilo ha diviso i lavori in lotti e li ha affidati, senza gara, a una serie di consorzi di cui lei stessa è capofila; e questi hanno affidato a loro volta le forniture e le attività operative a una miriade di ditte minori, attraverso cui hanno fatto il loro ingresso nella «Grande Opera» sia il lavoro nero che la 'ndrangheta: la stessa, ben insediata a Bardonecchia, che da tempo aspetta l'inizio dei lavori sulla Torino-Lione e ha già ampiamente contrattato (vedi l'inchiesta giudiziaria Minotauro) il voto di scambio con i principali partiti della Regione. I lavori che all'ultima ditta della catena vengono pagati 10 Fiat li fattura a TavSpA a 100. La differenza è l'intermediazione dei diversi anelli della catena, tra cui non mancano partiti e amministrazioni locali. Ecco che cos'è la «crescita» affidata alle «Grandi Opere». Ed ecco perché per imporre una soluzione del genere occorre occupare militarmente il territorio. E perché ci vuole un Governo «tecnico».”

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