giovedì 29 marzo 2012

W Squinzi



Finalmente! era ora! questo non è un post sarcastico. Anzi, come scrive J. Fo nel suo blog "mi fa un po’ impressione scoprire che il presidente di Confindustria la pensi come me".

Che cosa ha detto di così incredibile il nuovo presidente di Confindustria? che è necessario eliminare l'art. 18 e tutte le tutele ai lavoratori dipendenti? No!


"ha detto: “Credo che la priorità delle priorità sia la semplificazione normativa-burocratica. Sono assolutamente convinto: è la madre di tutte le virtù. Su questo punto bisognerà sensibilizzare il Paese e chi ci governa”. A Repubblica ha poi dichiarato, rincarando: “Comunque non credo che sia l’articolo 18 a fermare lo sviluppo del paese».
Cos’è che ferma lo sviluppo del paese? “
In primo luogo la troppa burocrazia.”"


Sono perfettamente d'accordo. Anzi a questo punto mi viene quasi voglia di chiedergli i diritti di copyright visto che l'ho scritto in più post a partire da "Liberalizzazioni e oltre" del 17 dicembre 2012.
Anzi se mai dovesse incappare in questo blog, informo il presidente che mi rendo fin da subito disponibile per la redazione di un progetto nazionale... ;-)

Perchè ha ragione. Il problema delle aziende italiane (ma anche del privato cittadino) risiede in gran parte qui. Lo Stato italiano produce norme in quantità soverchiante le comuni capacità di un cittadino di essere rispettoso delle leggi. In più ogni anno si aggiornano complicate leggi cancellando e inserendo nuovi commi. Il tutto utilizzando per di più un metodo confuso, quello delle norme che recitano "a tal articolo di tale legge è sostituito, eliminato ecc. il comma x con il comma y...". Lo Stato non è in grado di redigere già di suo un testo coordinato e comprensibile delle proprie leggi. E' il colmo. A volte mi chiedo se non è in grado di farlo o c'è invece intenzionalità, si preferisce non far capire?

Oltre alle proprie normative poi lo Stato italiano recepisce le norme europee ma lo fa distrattamente, andando a creare norme complesse, mostruose, per cui un cittadino ed un imprenditore sono quasi sempre costretti a rivolgersi ad un professionista. Di queste norme non esistono versioni semplificate che consentano soprattutto a cittadini e piccoli imprenditori di svolgere agevolmente le loro attività.
Generalmente queste norme europee vengono convertite in decreti legislativi a fine anno, quando i parlamentari sono già un pò distratti e votano meccanicamente pensando alla settimana bianca. Inoltre, temo che siano così complicati, che solo pochi di loro ne comprendano i contenuti. 

Se avessimo normative più snelle, più chiare, come Francia e Germania, la crisi avrebbe un impatto minore.  Ma se, come ha detto Mirabella su Rai 3 ci sono:


"delle ghigliottine autorizzative (fino a 70 autorizzazioni diverse per aprire una pizzeria)..."


E S. Rizzo:


"interviene raccontando che per un’opera pubblica si sono riunite a Roma 38 commissioni, ognuna delle quali aveva potere di veto sul progetto. Ogni commissione ha avuto copia dell’intero progetto composto da più di mille pagine e tavole progettuali, la stampa di questi 38.000 documenti è costata più di 400mila euro e poi questa montagna di carta è stata smaltita in discarica al costo di atri 20.000 euro.
Insomma: il delirio patologico organizzato ed elevato all’ennesima potenza. Rizzo racconta ancora che solo 540 comuni, su più di 8.000, sono realmente in grado di far svolgere le pratiche burocratiche via web… In un paese dove Internet è veloce la metà che in Romania"


Ma chi credete che possa venire in Italia ad investire i suoi soldi? Chi è quel pazzo disposto a confrontarsi con una tal burocrazia folle? Penso proprio che intestardirsi sull'art. 18 sia inutile e nocivo, come ho scritto nel post al riguardo ("Effetti immediati modifiche art 18").
Sarebbe infinitamente meglio fare un buon progetto di semplificazione normativa (vero, non quella miseria uscita dal governo Monti e precedenti) per rilanciare l'economia.

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