venerdì 26 settembre 2014

Euro pessimismo



"Mercoledì, dopo i deludenti dati dell’indice Ifo tedesco, [Draghi, nda] ha dichiarato a una radio francese che l’eurozona non è in recessione e che la politica della Bce resterà accomodante per molto tempo, facendo svoltare il positivo le Borse di tutto il vecchio continente. Ma sono parole e fino a oggi sono state l’unica arma messa davvero in campo dalla Bce, temo che tra poco serviranno i fatti. Se questi tardassero ad arrivare, allora mettiamo davvero in preventivo scenari che fino a pochi mesi fa ritenevamo impossibili. In queste condizioni, senza Qe, senza Eurobond, senza unione fiscale, l’Italia nell’euro è destinata a morire e morire male. A quel punto, meglio provare a salvarsi andandosene."
(www.ilsussidiario.net)

La rete è piena di gufi. Sembra che alcuni si divertano a spandere pessimismo, mentre il governo continua a dire che non ci sarà manovra correttiva e la ripresa arriverà nel 2015. Sullo stesso treno di quella del 2012, 2013 e 2014...

Penso pochi siano veramente coscienti delle reali condizioni del paese. In attesa della finanziaria Godot, della quale nulla si sa, se non che servirebbero 20 miliardi, si vive in un limbo di vita sospesa. Viviamo in una bolla, ma questa volta è differente. Le borse continuano a salire (malgrado qualche ripensamento) senza nessun motivo apparente. Una mega bolla gonfiata artificialmente che non scoppia mai. Lo spread è altrettanto stabile, e fa sembrare un paese fallito come l'Italia alla stregua di paesi con forza ben maggiore: i nostri Btp pagano gli stessi interessi dei titoli americani. Finché dura godiamocela.

Forse il governo spera ancora nei tagli, ma non c'è speranza di un taglio di 20 miliardi della spesa pubblica. Purtroppo la maggior parte degli italiani è ancora persuasa che basti eliminare gli sprechi e la corruzione... Un terzo della spesa pubblica se ne va in pensioni: sono sprechi? Ci sono le pensioni d'oro, ma in realtà sono troppo poche per fare una cifra significativa. Poi c'è la sanità e il pubblico impiego. Il resto sono bruscoletti. La sanità contiene degli sprechi? forse. Intanto però sono stati chiusi molti ospedali e ridotte molte prestazioni rispetto a vent'anni fa. E gli sprechi del pubblico impiego? Ci saranno anche li, intanto sono alcuni anni che il contratto non viene rinnovato e quindi anche qui si sono già fatti risparmi.

L'Italia è destinata ad andare incontro ad una crisi fiscale. Può avere due facce: un eccesso di prelievo fiscale o l'impossibilità per il settore produttivo di sostenere lo Stato. Al primo punto ci siamo già da anni, ed infatti anche per la pressione fiscale asfissiante l'economia non cresce più. Al secondo punto ci stiamo arrivando di corsa. Per ora Renzi e Padoan tacciono in attesa del dato corretto del Pil sperando che ci regali qualche decimale di punto di respiro, per risparmiare qualche miliardo di manovra.

Ma è sempre più difficile immaginare cosa lo Stato si possa inventare per reperire le risorse che non ci sono più. Eppure qualcuno prova a farlo:

"Per fare quadrare i conti il governo imporrà un prelievo direttamente andando a pescare dagli stipendi degli italiani.
La denuncia arriva dal gruppo all'opposizione del Movimento 5 Stelle, che parla di "ennesimo scippo ai danni degli italiani", si legge sul blog di Beppe Grillo, confondatore del Movimento politico.

Il gruppo al Senato ha lanciato l'allarme sull'ipotesi di un prelievo dello 0,5% dalla busta paga mensile."

Del resto il governo potrebbe tentare dei tagli anche intervenendo sullo Statuto del Lavoro. I nuovi ammortizzatori sociali potrebbero essere meno dispendiosi della Cassa Integrazione. Tutto va bene per limitare le uscite, sulla pelle degli italiani però. Infatti se si elimina la Cassa integrazione, soprattutto in deroga della deroga... e si sostituisce con un assegno di disoccupazione molto più basso, l'Inps risparmia. Ma è ancora tutto da scrivere e soprattutto da votare...

Per il momento il governo non intende spaventare gli italiani con voci di manovre. I quali comunque intuiscono che è meglio risparmiare perché fra Tasi e altre amenità, non è chiaro cosa possa accadere in autunno inoltrato. Ed infatti gli italiani non spendono e sicuramente il prossimo trimestre ci darà un andamento del Pil peggiore ancora delle stime già pessime. Chiuderemo l'anno in negativo sicuramente.

Forse sia Padoan che Renzi tacciono anche perché vorrebbero prima portare a casa la riforma sul lavoro. Se infatti cominciassero a girare voci su manovre finanziarie traumatiche, la riforma del lavoro potrebbe essere rimandata non essendo il momento di infierire ancora sul lavoro. Quindi si cerca di rimuovere i pensieri troppo negativi, ma non si potrà rimandare a lungo. Credo che governo e Parlamento non riusciranno a seguire i troppi progetti e problemi che andranno a cumularsi a fine anno. Il governo Renzi è destinato a logorasi sempre più nel pessimismo europeo.

"Fa effetto vedere Paul De Grauwe, un economista liberale fiammingo che ha speso la sua vita per l’Europa, sprofondare nel pessimismo e dirsi certo che l’euro non sopravvivrà a lungo. De Grauwe, un tempo mercatista, dopo la Grande Recessione ha aperto al ruolo dello stato come contrappeso anticiclico della volatile emotività dei privati. Il problema, dice, è che in Europa la politica ha funzionato in senso ciclico, aggravando i problemi, come nel 2011, invece di attenuarli.

La crisi europea di oggi è più grave di quella del 2011-2012. Lo spread, alto allora e basso oggi, è un indicatore di volontà politica, non di salute strutturale. E la salute si è deteriorata. La Germania, con la sua ricetta di svalutazione interna da parte delle cicale, poteva anche avere ragione tre anni fa. Di fronte però a pazienti recalcitranti (Italia e Francia) che si sono curati malissimo (molte tasse e niente tagli) o non si sono curati affatto bisogna avere un piano B.
...
L’aspetto più notevole di questi nostri tempi è la divergenza tra la fiducia diffusa nei mercati finanziari e la sfiducia in chi dovrebbe investire in attività produttive. I governi, del resto, non contribuiscono molto a rassicurare le imprese. "

(www.wallstreetitalia.com)

Meglio ripetere il concetto:

"l’Italia nell’euro è destinata a morire e morire male. A quel punto, meglio provare a salvarsi andandosene."

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