venerdì 19 settembre 2014

Renzi è alla fine (7)


Avevo letto che sarebbe iniziata una campagna stampa anti Renzi, che i poteri forti o deboli che siano, non lo sopportano più. Ed infatti:

"È una richiesta di proroga indagini presentata al giudice per le indagini preliminari di Genova che fa scoppiare l’ultima bufera giudiziaria sul Pd. Anche se l’indagato non è un deputato o un candidato alle primarie, ma il padre del presidente del Consiglio. Tiziano Renzi è iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta. Un’indagine nata, dopo la dichiarazione di fallimento della società Chil Post srl il 7 novembre 2013, e seguita dal pm Marco Ayroldi e dall’aggiunto Nicola Piacente. L’impresa occupava si distribuzione di giornali e volantini.
...
Prima di diventare Chil Post la società si chiamava Chil ... Il futuro candidato alle primarie risultava assunto come dirigente dalla società di famiglia, la Chil Srl appunto, undici giorni prima che l’Ulivo lo candidasse a presidente della Provincia di Firenze nel 2004. Grazie a quella assunzione da dirigente (messo in aspettativa dopo l’elezione) i contributi della pensione del dirigente-sindaco venivano versati, di fatto, dalla collettività.

La Chil era stata creata da papà Tiziano. Dal 1999 al 2004 era stata intestata a Matteo e alla sorella, poi subentra il genitore. Nel 2006 Renzi senior vende il suo 50 per cento alle figlie Matilde e Benedetta. Chil arriva a fatturare 7 milioni di euro nel 2007. Poi cambia nome in Chil Post Srl e nell’ottobre del 2010 cede il suo ramo d’azienda a un’altra società creata dalla famiglia"

(www.ilfattoquotidiano.it)

Questo è un avviso, non di garanzia, ma al premier goloso di gelati che è ora di sloggiare. Che l'aria è cambita, la luna di miele con media e poteri economici è finita.

E non solo, anche il Pd sta per rivoltarglisi contro:

"La riforma del lavoro di Matteo Renzi spacca anche il Partito democratico. ... Matteo Orfini: “I titoli sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo”. Più duro ancora l’ex segretario Pierluigi Bersani che parla di “intenzioni surreali“: “E’ assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie”."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Non credo che nel Pd interessi qualcosa dei lavoratori visto che hanno appoggiato tutti i massacri europoidi. Credo piuttosto che anche qui sia stato mandato il messaggio al premier che dice "non te le faremo più passare tutte lisce". L'opposizione nel partito sembrava scomparsa, invece esiste ancora. Forse presso i vecchi dirigenti già si sa che Renzi non è destinato a percorrere i 1.000 giorni.

Ora a Renzi rimane qualche arma, ma non si sa ancora quanto efficace: due in particolare, la popolarità ancora alta e Berlusconi. In effetti potrebbe difendersi allargando la maggioranza a Forza Italia, rendendo palese quella che è già di fatto una grande coalizione. Ma poi il partito lo seguirebbe, o meglio lo seguirebbero in un numero sufficiente?

In ogni caso Berlusconi questa volta pretenderebbe una contropartita, come per esempio l'uscita dal pantano di Cesano Boscone. E credo che pretenderebbe anche di dare indicazioni sulla manovra. Sicuramente non accetterebbe di mettere la faccia su una stangata, anche se mascherata con tagli e 80 euro. E qui la situazione diventerebbe insostenibile per Padoan, il quale non potrebbe trovare le risorse sufficienti. Già si sa che i tagli non saranno di 20 miliardi, ma nemmeno della metà. Sarà di nuovo una manovra di tasse. Quindi Berlusconi se appoggiasse Renzi, lo costringerebbe a sforare i parametri europei, o a fare sotterfugi contabili.

In ogni caso si sta preparando una bella e pericolosa partita a tre: Renzi, Berlusconi e Napolitano. Ognuno ha le sue carte, le sue pedine da muovere. Napolitano potrebbe rimanere fregato da Renzi se questi accettasse l'appoggio di Berlusconi. Nello stesso tempo Renzi rischia di diventare ostaggio di Berlusconi e farsi molti nemici in Europa. Berlusconi rischia un inasprimento delle sue vicende giudiziarie se tenta di tornare protagonista, anzi antagonista di Napolitano e di quel che rappresenta in Italia ed Europa.

Di sicuro per Napolitano sostituire Renzi non sarà semplice come con Monti e Letta.

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