sabato 20 settembre 2014

I sindacati provocheranno una crisi mondiale?


"Sulla riforma del mercato del lavoro è scontro frontale fra Renzi e sindacati, spalleggiati dalla minoranza Pd. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, accusa il premier di avere "un po' troppo in mente la Thatcher". E il presidente del Consiglio risponde con un videomessaggio dai toni duri e venati di sarcasmo: "A quei sindacati che vogliono contestarci - dice Renzi - io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario"
...
l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani e il collega di partitoCesare Damiano, presidente Pd della Commissione Lavoro della Camera e nemico giurato del Jobs Act renziano, sono andati all'attacco e, in pieno accordo con i sindacati Cgil e Fiom, hanno criticato il progetto di riforma del premier. "
(www.repubblica.it)

Tacevano i sindacati, forse per non disturbare un governo di sinistra (o pseudo-sinistra), ma ora si sono svegliati all'improvviso. Sembra che qualcuno abbia dato il via alla battaglia all'improvviso. Sembra che sia iniziata la demolizione del governo. Guarda caso proprio quando il governo Renzi ha da poco superato la durata di quello Letta. Probabilmente esiste un limite fisico di sopportazione, oltre il quale i governi tendono ad essere scaricati.

E poi c'è stato il mini attacco della magistratura, mentre Renzi e il suo governo stanno studiando la riforma della giustizia.

"Ma guarda, la magistratura si sta accorgendo che qualcosa non va nella famiglia Renzi. Avreste mai potuto immaginarlo? Ma certo che sì, lo avevamo già capito ai tempi dell'appartamento affittato per Renzi dall'amico boyscout (che fa affari col comune di Firenze): la magistratura sta affilando le armi. Già, perché? Ma perché le funzioni pubbliche devono essere esercitate soltanto da persone di specchiata moralità e assolutamente affidabili. Ah, certo certo, mi ero distratto per un attimo e mi sfuggivano queste alte motivazioni. Io però sono un complottista dichiarato, come tutti sanno (e non me ne vergogno) e capisco che la sua fine è vicina. 
... i magistrati, i quali hanno già i cassetti pieni di carte "renziane", che spunteranno a tempo e luogo. Il sistema politico rimarrà distrutto, perché avremo semplicemente esaurito ogni possibilità politica. E allora? E allora è forse un caso che i Republikaner, e non solo, si lascino sfuggire pensieri sulle oligarchie, sulla troika."
(goofynomics.blogspot.it)

Qualcuno osserva che se Renzi lasciasse, arriverebbe al galoppo la troika. Potrebbe accadere, ma dubito che possa avere gli strumenti per governare, a meno che venga abolito il Parlamento con un vero colpo di Stato esplicito. Altrimenti l'Italia rimane ingovernabile, e come sembra in questi giorni, proprio quando si arriva al dunque. Cioè quando si deve tagliare sulla carne viva di pensionati e dipendenti per salvare la permanenza italiana in euro zona. E' per questo che sono ottimista, che comincio a vedere "la luce fuori dal tunnel", cioè l'imminente uscita dall'euro. Perché penso che al dunque prevarranno le rivendicazioni corporative e sociali di tutte le parti: i sindacati non intendono perdere i "privilegi" (per l'Fmi e Germania) dei lavoratori e pensionati, gli industriali vogliono poter di nuovo esportare, la casta non vorrà perdere il suo potere... molto meglio sacrificare l'euro.

Ed in fondo, dopo avercelo detto i tedeschi, ce lo ricordano anche gli americani. La nostra situazione è insostenibile, qualcosa dovrà saltare:
"Tre anni di contrazione della terza economia europea hanno pericolosamente spinto i livelli del debito sempre più in alto. Non è un rischio trascurabile per il resto del continente, o per l'economia globale.

Il FMI ha dovuto correggere ripetutamente le sue previsioni sulla crescita del debito sempre più in alto e più in là nel calendario, una montagna di obbligazioni che rischiano di travolgere la capacità del paese di pagare negli anni a venire, soprattutto se il governo non sarà in grado di generare lo slancio per una politica di riforme politiche ed economiche
...
il FMI stima che la traiettoria del debito di Roma potrebbe arrivare quasi al 150% - 15 punti percentuali in più dai livelli attuali - se l'economia in Italia dovesse contrarsi con unamedia annua del 1,3% nei prossimi due anni o se una crisi bancaria costringesse il governo a un salvataggio dell'industria finanziaria."

Certo l'Fmi crede ancora nelle "riforme strutturali", ma comprende che la nostra situazione è insostenibile. Ad un certo punto sarà molto più semplice uscire dall'euro e svalutare, piuttosto che fare riforme impopolari. Inoltre l'Fmi è alla ricerca di un capro espiatorio, cioè qualcuno a cui dare la colpa della prossima crisi in dirittura d'arrivo:

""Oltre ad essere un freno alla crescita economica per la regione e oltre, ulteriori turbolenze potrebbero anche innescare ampie ricadute sull'economia in altre parti del mondo fino ad arrivare a una maggiore avversione al rischio nei mercati finanziari globali, ad aumenti della spesa pubblica o perdite di gettito, perturbazioni nei mercati delle materie prime, del commercio e della finanza ""
(vocidallestero.blogspot.it)

In pratica secondo l'Fmi se il sindacato fermerà le grandi riforme (job act, taglio delle pensioni ecc.) provocherà una crisi a livello globale... Una minaccia fra le più sgangherate mai sentite.

Il governo Renzi rischia comunque di lasciarci lasciandoci solo un po' di slides in power point... L'unica "riforma" effettiva di questo governo rimangono gli 80 euro concessi ad alcuni italiani. I quali ringraziano dell'imprevisto regalo, ma sono sicuro che non si aspettano che la pacchia possa durare ancora per molto.

Per il resto, se il governo dovesse cadere, sarebbe il nulla. La riforma del Senato non è conclusa, la riforma elettorale non è stata fatta, quella del lavoro rischia di trasformarsi in un Vietnam, vorrei proprio vedere l'esecutivo alle prese con le pensioni come suggerisce l'Fmi... questa sarebbe la "bomba atomica" che spazzerebbe via Renzi.

Non è nemmeno certo a questo punto che il Parlamento riesca a partorire una legge elettorale prima di eventuali elezioni. Come potrà essere questa nuova legge elettorale? Un Italicum corretto sulle esigenze di Berlusconi, nel caso il premier si appoggiasse a Forza Italia per farla passare. Un Italicum depotenziato e quasi proporzionale nel caso Renzi decida di accontentare la sinistra Pd e Sel.

Ma se non si troverà l'accordo ne con l'uno , ne con l'altro gruppo politico, si andrà al voto con il "consultellum", cioè una specie di proporzionale, che produrrà un Parlamento dove si potrà avere unicamente una maggioranza di grande coalizione. Una maggioranza che sarebbe ancora meno idonea per far passare le riforme volute da Draghi, dall'Europa e dall'Fmi, cioè in una parola dalla troika.

A questo punto diventerebbe inevitabile l'uscita prima dai parametri europei, e poi dall'euro. Già questo autunno sarà piuttosto complicato produrre una manovra correttiva come ci chiede l'Europa, viste le tensioni politiche che si stanno manifestando in queste ore. La situazione si fa pesante: i tagli non si faranno perché impossibili, nuove tasse ci saranno ma non potranno essere pesanti, perché rischiano di non essere accettate ne da destra, ne da parti della sinistra... Si sforeranno già ora i parametri europei? Si falseranno i dati come fatto spesso? Mi pare che tutti gli opinionisti siano in trepidante attesa.

Nessun commento:

Posta un commento