lunedì 8 settembre 2014

Più prende in giro gli italiani, più lo applaudono



Sembra che la popolarità del premier a forza di gelati e promesse vacue abbia superato il 60%. Gli italiani si lasciano bidonare con una certa facilità. Non è importante raggiungere risultati, è sufficiente millantarli, dichiarando senza vergogna di aver raggiunto gli obiettivi.

Persino Padoan si fa contagiare da quest'andazzo, ed in mezzo agli affaristi di Cernobbio, riesce a dire che sta vedendo segni di ripresa... Assomiglia sempre più a Monti, il primo è più bravo dei tre affossatori d'Italia, che ogni settimana vedeva riprese e luci in fondo al tunnel. Strano che nessuno lo abbia ricoverato da qualche parte per guarirlo da visioni e miraggi...

Ma tornando al premier, siamo ormai alla farsa, che però a quanto pare paga bene (virgolettati da: www.ilfattoquotidiano.it).

“...c’è una parte di esperti del paese, cresciuta all’ombra della prima repubblica incapace per 20 anni di leggere Berlusconi, non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma non accettiamo lezioni”. 

Chi sarebbero questi esperti? Giavazzi&C. che fino a ieri predicavano più mercato nell'austerità ed adesso vedendo l'economia italiana franare dicono più spesa pubblica? Forse i veri esperti che non sono della prima repubblica e nemmeno della seconda sono i premi nobel che continuano a dire che l'euro è un delirio. Ma probabilmente Renzi da quell'orecchio non ci sente proprio...

 “Gli 80 euro sono un’idea di civiltà: l’idea che chi ha sempre pagato si vede restituito qualcosa. E’ un atto di giustizia sociale più che una misura economica”. Per il capo dell’esecutivo “la politica è occuparsi delle cose belle e non delle poltrone. ...”.

Sarà una bella idea e una buona azione, per carità. Ma non funzionano, sono una misura largamente insufficiente. Non bastano 80 euro mensili per recuperare la perdita di capacità di spesa del ceto popolare. Ed a fine anno con le nuove tasse in arrivo, non ci sarà nessun effetto degli 80 euro. Ma Renzi è costretto a difendere la sua idea fino alla fine. E poi chi l'ha detto che non funzionano, il Pd ha preso il 41% dei voti nelle ultime elezioni...

“C’è chi dice che l’Italia è un grande paese ma che non ce la fa più, che ora deve cambiare i modelli, ridurre i salari e competere con quei paesi che fanno prodotti a costi minore: per me è un modello sbagliato perché schiaccia l’Italia su un livello che non è il suo. La globalizzazione porta 800 milioni di nuovi consumatori che chiedono più Italia, bellezza, qualità”. La salvezza dell’Italia - insiste Renzi – è solo nelle nostre mani non è nell’Unione europea come qualcuno dice piagnucolando. “Ci dicono di prepararci ad un autunno caldo – afferma dal palco Renzi – non voglio sottovalutare le difficoltà dell’Italia, e non le sottovaluto. Faremo scelte difficili, non temiamo responsabilità, avremo il coraggio di rischiare e anche di chiedere scusa ma nessuno può fermare il cambiamento, il futuro non è una minaccia”.

Che confusione c'è in quella testa fiorentina. Spero non sia malafede però. Non vuole abbassare i salari, quindi non vuole la deflazione salariale invece provocata appositamente da Monti a suo tempo, quando si vantava alla Cnn di aver distrutto la domanda interna. Ma se non vuole la deflazione salariale, perché continua a seguire le stesse politiche di austerità europea, di alta pressione fiscale, continua a rendere impossibile l'operato delle aziende italiane? O non ha capito niente, o ci prende in giro.

"Dicono di prepararci ad un autunno caldo...". Come "dicono"? Perchè il governo ed il premier non vedono i dati, non vedono lo schianto del Pil e l'aumento del debito? Non sa Renzi che ha questo è veleno puro per il rispetto del 3% deficit/Pil e per il rispetto del fiscal compact? Come possono gli italiani continuare a farsi prendere in giro così. Evidentemente siamo un popolo di zucconi, finché non ci ritroveremo tutti sotto i ponti, non si riuscirà a vedere la realtà.

Ma forse anche Renzi, dopotutto sta cominciando a scendere a terra. Ha capito che ormai non si scherza più. Sarà per questo che ora vuole condividere le responsabilità con il ceto dirigente del vecchio Pd?

 “Abbiamo vissuto una stagione di primarie e c’è una responsabilità che è la mia – dice il presidente del Consiglio – in un partito che ha il 41% il segretario non può avere sempre ragione, ma nessuno ha il diritto di veto. La mia proposta è quella di una segreteria in cui si sta tutti insieme. Ma quello che deve essere chiaro, è che la ‘rivincita’ sarà nel novembre 2017“. 

E poi deve difendere la manovra della moglie, quella sulla scuola. Lo fa con una certa veemenza, tanto per far credere siano idee sue...

“Abbiamo detto mai più precari e supplenti ma anche che gli scatti non siano solo sull’anzianità ma sulla base della qualità del lavoro. Il merito è di sinistra, la qualità è di sinistra, il talento è di sinistra. Io voglio stare dalla parte dell’uguaglianza non dell’egualitarismo”.

Se Renzi da un lato afferma di non essere fra i piagnucolosi che vogliono una svolta dell'Europa in chiave anti austerità, anche lui comunque dimostra di credere ai miraggi europei:

 “ora dobbiamo chiedere conto della promessa di Juncker sul piano di 300 miliardi e noi chiederemo di essere molto puntuale. Noi i soldi sappiamo dove metterli: nell’edilizia scolastica, nella banda larga e nelle opere contro il dissesto. Noi sappiamo dove metterli ma devono essere investimenti slegati dalla cultura del rigore del patto di stabilità”. Renzi ha aggiunto che il governo “verificherà” anche che i soldi dati dalla Bce alla banche “agevoli veramente le imprese”.

Dei 300 miliardi di Juncker ci sono molti dubbi. Soprattutto sulla loro effettiva esistenza, quindi Renzi farebbe meglio a non illudersi e non illuderci. Anche lo stimolo monetario di Draghi presenta molte zone d'ombra: sembrerebbero più studiati per ripulire le banche che per ravvivare l'economia europea.

Eppure è fantastico come Renzi riesca abbindolare gli italiani con le sue chiacchiere. Temo che quando i suoi elettori capiranno di essere stati traditi, non solo il Pd perderà i voti aggiuntivi portati da Renzi, ma anche quelli di molti fedelissimi che non potranno di certo più affidarsi a Bersani, D'Alema, Franceschini e compagnia cantante. Quel che temo, è che allo schianto di Renzi, Napolitano ci rifili di nuovo l'algido Letta, invece di nuove elezioni...

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