martedì 30 dicembre 2014

Gli Usa rischiano una violenta implosione



Devo dire che la vicenda del rublo mi ha stupito. Pensavo di vedere sicuramente il rublo rivalutarsi, una volta dissoltosi il panico sui mercati (vedi: Cosa insegna la vicenda rublo). Ma non pensavo di vederlo tornare allo stesso valore precedente ed in così poco tempo.

Vedere il rublo riprendersi in fretta mi ha fatto riflettere profondamente sulla pessima situazione dell'occidente. E soprattutto osservare che la cosa è stata perfettamente ignorata dei media mainstream fa pensare doppiamente. Cosa che ha dimostrato che i media occidentali sono allineati alla Nato e agli Usa più dei più fanatici politici atlantisti.

Si può dire a questo punto che il braccio di ferro fra speculazione aizzata dagli "amerikani" e orso russo sia finito 1 a 1, palla al centro. Il tutto in poche settimane. Forse gli Usa pensavano di schaicciare la Russia come un'Argentina qualsiasi, con tutto il rispetto per gli argentini. Ma evidentemente la Russia ha risorse diverse, poteri diversi, alleanze diverse.

"Come si sa le banche centrali della Russia e della Cina hanno firmato dei contratti (swap) per scambiarsi direttamente le loro valute senza l'intermediazione del Dollaro. Il tasso di cambio previsto da questi contratti era pari a 5,67 rubli per 1 yuan renminbi. Considerato che lo Yuan viene scambiato con le altre valute (Dollaro compreso) all'interno di una banda di oscillazione del 2% rispetto ad una parità centrale stabilita dalla Banca Centrale Cinese, si viene a creare una particolare situazione nella quale qualcuno (leggi la Russia) può vendere yuan (ottenuti al cambio stabilito dal contratto swap) in cambio di dollari e con questi ultimi acquistare rubli. Acquistando rubli ne aumenterebbe immediatamente il valore rispetto al Dollaro e ciò esporrebbe a enormi perdite coloro che hanno venduto rubli "allo scoperto"
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Che le cose siano andate sostanzialmente così è un ipotesi - credo - estremamente plausibile e la tesi viene rafforzata enormemente dall'assordante ed emblematico silenzio nella quale è caduta "la crisi del rublo" sui media mainstream.
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i mercati finanziari occidentali, che spesso hanno attaccato i paesi considerati non allineati con le posizioni dell'Impero, per la prima volta nella storia non sono riusciti a distruggere la moneta e di conseguenza l'economia del paese sotto attacco ma sono andati incontro ad una vera e propria Caporetto di portata storica. Ormai a comandare è quella che anche per l'FMI è diventata la prima economia del mondo: la Cina."

(www.comedonchisciotte.org)

Cina e Russia stanno creando in Asia una super alleanza che renderà difficile agli Usa continuare ad essere decisivi in questa vasta parte del mondo. Inoltre non pare che la strategia del calo del prezzo del petrolio abbia funzionato. E probabilmente creerà molti più problemi a Usa (petrolio di scisto) e Canada (petrolio da sabbie bituminose).

"Mentre il prezzo del petrolio scendeva del 50% con il conseguente declino dei guadagni proventi dalle esportazioni russe, la contemporanea diminuzione del valore del rublo ha fatto sì che la quantità di rubli provenienti dalle esportazioni di petrolio non diminuisse.

Le sanzioni introdotte dall'Occidente contro la Russia sono una forma di guerra economica calda. Ma l'attacco al rublo ha comportato una svalutazione della moneta e della competitività della Russia, limitando la sua possibilità di importare dall'ovest (risparmio di valuta estera), e proteggendo il valore espresso in rubli prodotto dalle esportazioni, bilanciando ( sul mercato interno) la quantità di rubli svalutati che riceve per ogni dollaro di valore.

Come ha ben spiegato Michael Hudson[14], Putin come risposto al movimento provocato dalle sanzioni volute dagli Stati Uniti, ha diversificato le esportazioni di petrolio e gas verso Cina e Turchia, firmando accordi di vendita in rubli e altre valute diverse dal dollaro americano. Abbandonando il dollaro come moneta di scambio, e accettando pagamenti in yuan cinesi, per esempio, Putin sta mostrando il suo desiderio di rompere quella morsa che la valuta americana ha sempre tenuto stretta sul commercio di petrolio e di gas di tutta l'economia mondiale.

Il 22 dicembre, la Cina ha annunciato [15] la sua disponibilità a sostenere il rublo con currency swap dalle sue riserve di $ 4 trilioni.

La Russia ha una bilancia commerciale attiva e una sana riserva di valuta estere.
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L'economia russa è cresciuta in media di quasi il sette per cento all'anno dal 1999-2008 (Putin ha preso il potere nel 2000) fino alla crisi finanziaria mondiale del 2008. Mentre negli USA e UE (tranne che in Germania) la crescita economica è rimasta ferma vicina allo zero dopo il 2008, la Russia ha continuato a crescere anche se più lentamente di prima.

È importante sottolineare che, nel 2014, il livello del debito pubblico russo è arrivato appena al 16% del PIL, ma se volessimo confrontare [18] questo dato con gli altri paesi industriali, come Francia o Regno Unito, vediamo che il debito supera il 90%.
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La Russia sta cercando di dirottare i suoi acquisti di prodotti alimentari verso paesi non legati all'occidente e vuole adottare una politica aggressiva di sostegno alla produzione per sostituire con prodotti interni le sue importazioni. Invece di importare merci "pronte" dall'estero vuole ri-localizzare la produzione in Russia e produrre direttamente le merci necessarie per il suo grande mercato interno.

La Russia è una potenza nucleare."
(www.comedonchisciotte.org)

Invertendo il ragionamento di D. Cameron, se la Russia è una potenza economica in crescita, gli Usa sono una potenza economica pericolosamente in declino. Poca crescita, anche se le ultime statistiche sul Pil sembrano infondere nuovo ottimismo (ma non saranno i soliti trucchetti come nelle statistiche americane sull'occupazione?), ma debito comunque catastroficamente stratosferico. Inoltre, a parte la "servile" Europa, gli Usa sembrano collezionare più nemici che amici nel mondo. 

Trattano tutti i popoli come il proprio zerbino di casa, cercando di sfruttarli il più possibile spremendo risorse e affossandoli finanziariamente. Ovviamente i paesi emergenti cercheranno nel futuro di coalizzarsi, di sostenersi a vicenda. Già Russia e Cina hanno cominciato a farlo attivamente. Se la nuova associazione dei Bric, i maggiori paesi emergenti, dovesse funzionare, l'occidente nel senso più vasto, si ritroverebbe chiuso nella sua fortezza assediato da ogni lato.

Alla fine anche l'Europa si ribellerà alla visione nord americana, e piano piano si riallacceranno i rapporti con la Russia. Del resto l'Europa viene considerata un continente sugli atlanti più per vanità dei suoi abitanti che per una vera ragione geografica. L'Europa è un'appindice della più vasta Asia, e con essa forma l'Eurasia. E' assolutamente normale che l'Europa occidentale dialoghi con quella orientale, e quindi con il resto di Eurasia.

Ormai gli Usa sono ossessionati dalla perdita della loro supremazia mondiale. Ma più cercano di rimediarvi, più si cacciano nei guai. Invece di cercare di riallacciare nuovi rapporti con il resto del mondo, cercano di portare divisioni e guerra ovunque. L'America, terra di ottimismo, del "sogno americano", sembra non essere più capace di sogni positivi. Anzi vengono trasmessi al resto d'occidente gli stessi incubi che assillano l'amministrazione Usa: persino alla periferica Italia, giungono stimoli negativi ed autolesionistici.

"Ci muoviamo determinati da un meccanismo, «il produci, consuma, crepa» per dirla con i CCCP (che negli ultimi tempi è diventato, paradossalmente, «consuma per produrre» e, naturalmente, crepa). Ma non ci chiediamo nemmeno più se questo meccanismo abbia un senso e quale e dove ci stia portando.
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Si possono immaginare, per parafrasare Isaac Asimov, un paio di 'catastrofi a piacere'. Un collasso del mondo economico globale, perché abbiamo immesso nel sistema una quantità di denaro talmente enorme da non corrispondere più a nulla se non a una scommessa su un futuro così sideralmente lontano da essere inesistente. Oppure un collasso ambientale. Il primo precederà, molto probabilmente, e fortunatamente, il secondo, evitandolo. E dobbiamo sperare che arrivi al più presto. Perché almeno le nuove generazioni possano ricominciare da capo."

(www.comedonchisciotte.org)

A questo punto il collasso è sempre più probabile. E l'epicentro è sempre più prevedibile dalle parti di Washinghton. La Germania nazista non ha inseganto niente. Non si può aggredire il mondo intero, aprire cento fronti di guerra (vera o finanziaria), anche se sei il paese più avanzato dal punto di vista tecnologico. Alla fine sarai sconfitto.

Di questo passo il dollaro rischia parecchio, rischia di collassare sotto un debito immenso se giorno dopo giorno verrà escluso come valuta privilegiata negli scambi internazionali. L'Occidente in senso ampio rischia una scivolata da cui sarà complicato riprendersi. Il dollaro gioca una partita pericolosa a livello mondiale, l'euro più che una moneta è un fallimento, lo yen sta seguendo le orme americane con una massiccia stampa di moneta in stile Fed che aumenta il debito (una strategia che forse non porterà a niente di buono). Il settore manifatturiero occidentale è ormai incapace di stare al passo dell'industria orientale. Il settore finanziario è una bisca senza senso, dove l'inganno è la regola. Si allestiscono continui "schemi Ponzi" che alla fine qualcuno dovrà pagare.

Inoltre gli Stati Uniti sono una pericolosa Santa Barbara atomica. Dispongono anche di un esercito formidabile. Cosa accadrà al sistema economico-militare statunitense quando l'economia Usa tracollerà? L'establishment saprà mantenere il sangue freddo, o i vertici Usa perderanno la testa e penseranno di risolvere ogni problema con la forza militare?

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