venerdì 19 dicembre 2014

Il meraviglioso mondo del default greco



Mi dispiace per gli amici greci, ma per noi italiani la tragedia greca è  un grande affare. L'euro si svaluta contro il dollaro, le borse corrono, il petrolio scende, lo spread si annulla, i tassi d'interessi del nostro debito precipitano.

Speriamo che la crisi greca continui. Forse avremo finalmente la parità euro/dollaro che per noi italiani può significare un ulteriore aumento dell'export e finalmente un po' di crescita. Magari insufficiente come quella prospettata da Confindustria, ma meglio che niente.

Inoltre con il petrolio basso ci costerà meno trasportare e produrre le nostre manifatture. Potrebbe veramente verificarsi quanto pubblicato dal centro studi confindustriale:

"Il Pil italiano calerà dello 0,5% a fine anno, per poi crescere dello 0,5% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016. È quanto emerge dal nuovo rapporto del Centro studi di Confindustria (Csc), secondo cui anche il rapporto deficit/Pil migliorerà. Se nel 2014 è pari al 3%, nel 2015 sarà del 2,7% e nel 2016 del 2,5%.
...
Si tratta di un ottimismo relativo. Davanti ai dati per il 2015 c’è il segno più, ma di fatto la situazione attuale non cambia certo radicalmente. Passare dal -0,2% di quest’anno al +0,2% del primo trimestre 2015 non è certo una rivoluzione. Alla luce delle differenze tra la nostra economia e quelle europee, avremmo bisogno di una crescita ben superiore.
...
L’Italia avrebbe bisogno di una crescita superiore almeno all’1,5%. Anche con i valori “ottimistici” di
Confindustria, finisce il lungo periodo dei “segni meno”, ma di fatto non c’è un cambio netto di  condizione economica."

(www.ilsussidiario.net)

Si è vero, una miseria. Niente di eclatante e veramente utile. Ma un po' di ottimismo potrebbe farci bene. Vedere il segno più dopo tanto tempo potrebbe avere effetti terapeutici. Rilassare e rasserenare gli italiani che potrebbero tornare a credere nel futuro. A spendere di più, ad investire. L'ottimismo genera ottimismo.

E tutto questo lo otterremo gratis. Senza fare tante di quelle riforme che ci vengono richieste. Perché il 2015 è fra 15 giorni, e le riforme, compreso il job act attuato, non si vedranno tanto presto. Prima in Parlamento si dovrà litigare per il nuovo Presidente e per la legge elettorale. Anche un nuovo Presidente potrebbe infondere un po' di ootimismo supplementare fra gli italiani, soprattutto se sarà scelta una persona retta.

Non è quindi inconcebile una ripresa nel 2015, grazie ad eventi esterni e sentimenti irrazionali. Il che dimostrerebbe che le riforme non servono e che la crescita è più il risultato di fortuite circostanze che di soluzioni pianificate: che siano il lancio di banconote in stile Fed o che siano il cilicio e penitenza tedeschi...

Comunque, a parte le considerazioni ciniche sulla Grecia, direi che nella situazione attuale c'è qualcosa di molto strano. La situazione strana è nel comportamento del nostro spread. In una situazione in cui uno dei nostri maggiori importatori è in difficoltà, cioè la Russia; in cui uno dei paesi del sud Europa rischia un default che può contagiarci; in una situazione dei conti pubblici e privati sempre più disastrati è stralunante vedere i nostri Btp comprati come fossero beni rifugio.

Ma probabilmente vale la regola mondiale che oggi i fondamentali non contano più nulla di fronte allo strapotere delle banche centrali. E se Draghi dice che farà un quantitative easing per salvare l'euro, questa affermazione vale più di ogni altra cosa. La droga finanziaria, è solo più questo quello che aspettano i mercati mondiali. Sono nel pieno di un periodo di tossicodipendenza da politiche monetarie espansive.

Siamo in piena bolla. Ed anche questo potrebbe farci vivere un inizio 2015 migliore del previsto. Ma se poi improvvisamente esploderanno le varie bolle mondiali, se ci sarà un crack a catena che partirà da qualsiasi "cigno nero" (Russia, Venezuela, Wall Street, debiti pubblici, banche ombra cinesi, shale oil...) faremo esperienza di una di quelle cadute che supererà di molte volte le vicende del 1929.

Nessun commento:

Posta un commento